Impegnato, indaffarato, affaccendato. Sergio Mattarella nell'ultimo periodo è tutto tranne che il Capo dello Stato. I mal di testa che gli sono venuti per via delle elezioni politiche non si riescono più a contare. Sono davvero troppi. E ora Salvini, e ora Berlusconi, e ora Di Maio, e ora Renzi. Fu così che il Presidente della Repubblica ha dovuto bussare più volte alla porta del suo medico di fiducia per farsi prescrivere bustine "Oki" a profusione. E a disturbare la quiete di Mattarella che sta uscendo pazzo pur di dare vita a un governo dopo due mesi di stallo, ci hanno pensato nella giornata di ieri anche le due squadre di calcio che tra poche ore si contenderanno la Coppa Italia 2018: la Juventus e il Milan. 

Dapprima, la parola è stata concessa ai capitani dei due club, Buffon e Bonucci. Dopodiché ha detto anche la sua la prima carica dello Stato che ha sottolineato come sia difficile la sua presenza all'Olimpico questa sera a causa dell'agenda e del telefono "politico" pronto a squillare in ogni momento. "Spero di poterla guardare da casa" ha affermato Mattarella.
Un modo gentile per, almeno, apparire interessato all'evento sportivo in programma alle 21:00. Il capitano bianconero non ha potuto non rimarcare la situazione di crisi politica nella quale versa il nostro Paese: "Non è compito mio entrare nel merito della politica, quello che le chiedono tutti gli italiani è quello di renderci orgogliosi e di avere fiducia per un futuro migliore sotto tutti i punti di vista. Lo meritiamo noi italiani per la storia che abbiamo. L'Italia non può essere una nazione mediocre. Siamo stati sempre un'eccellenza in tantissime cose e dovremo continuare ad esserlo. Ci affidiamo a persone di valore come lei". 

In risposta, la riflessione di Mattarella: "Il calcio rimane lo sport più seguito e amato dai nostri concittadini. Quindi avete una grande responsabilità, rappresentate il modello a cui guarda un grande numero di persone nel nostro Paese. Un modello per i calciatori delle serie inferiori, gli amatori, i dilettanti, i bambini che guardano a voi con ammirazione, questo vi dà una grande responsabilità ed è di grande importanza. Quando sono stato eletto Presidente della Repubblica ho giurato e letto il discorso paragonandomi ad un arbitro ed assicurando la mia imparzialità. C'è stato un grande applauso, poi ho aggiunto che i giocatori lo devono aiutare, è necessario l'aiuto. Bisogna ricordare che un arbitro può condurre bene una gara se ha un buon aiuto." 

L'invito con chiaro riferimento alla pazienza che sta avendo il medesimo Capo dello Stato è rivolto alle due formazioni, ma anche al direttore di gara. Il Sig. Damato che dovrà dimostrare il suo valore. E' un grande test, quello di stasera, per la classe arbitrale italiana in vista dei Mondiali di Russia. Se da una parte Juve e Milan  dovranno aiutare l'arbitro nei minuti delicati della gara, senza mettergli troppa pressione, Damato dovrà fare in modo che l'indomani sui giornali non si parli del suo arbitraggio e del giudizio sulla sua prestazione. Ma che si parli dell'analisi della sfida e di ciò che è stato.
Un grande arbitro quale è Orsato il giorno dopo Inter-Juve è stato bocciato dalla stampa e da tutti i quotidiani sportivi. Damato deve stare molto attento a non ripetere lo stesso errore. Ma per fare questo, forse non basta essere imparziale. Molto più semplice aiutare un Milan sfavorito a dispetto di una Juventus che al minimo "favoruccio" verrebbe considerata "ladra" e accusata di aver vinto l'ennesimo trofeo rubando.

Meglio non dare vita alla solita pantomima. Insomma, Damato ascolta le parole di Bergamo che un tempo disse a Rodomonti: "Aiuta chi sta messo peggio!" Nessuno ti punterà il dito contro... Garantito!