Il pareggio era stato invocato da molti e alla fine è arrivato, anche se la vittoria dell'Udinese sarebbe probabilmente stata meritata e non avrebbe rubato nulla a nessuno, se non far rinviare per la seconda volta consecutiva uno scudetto già in tasca al Napoli.
Napoli è andata contro ogni sua tradizionale scaramanzia ed ha rischiato di vedere questo scudetto "sospeso" continuare a rimanere nell'aria ancora per un po'. La tensione era vivissima. 
Meritato sul campo, non è stato fatto alcun record, nessuna storia del calcio italiano, c'era una gran voglia di festeggiare per una piazza non più abituata a festeggiare e si è visto. Esplosione di fuochi, di gioia, ovunque, e anche con eccessi allucinanti, che hanno portato addirittura ad un morto e a dei feriti.

Per non parlare di quanto accaduto a Udine. Fin dall'attesa dei giocatori napoletani all'aeroporto di Ronchi Trieste Airport si sentivano cori "siamo a casa vostra". Provocazioni in risposta alla presa di posizione della curva nord friulana. La tensione era alta, Udine blindata, ma all'interno dello stadio la situazione è stata sottovalutata.
Lo stadio Friuli è stato modernizzato, è all'inglese, si è a poca distanza dai giocatori e dal campo. Basta un niente per entrare in campo. Quando si è "ospiti" bisogna aver rispetto della casa altrui, anche se non si vince nulla da tre decenni. C'è tempo per festeggiare. L'invasione di campo dello stadio Friuli è stato un affronto ai tifosi di casa, che hanno subito delle provocazioni fin sotto la curva. E lì, arrivati a quel punto, la situazione è degenerata.

La violenza non va mai accettata, ma se la sono cercata. Il razzismo non c'entra nulla ed il vittimismo lasciatelo da parte. Innegabile che qualche caso di razzismo possa esserci stato, certo, e tutto ciò fa letteralmente schifo, ma quanto accaduto al Friuli, una macchia pesante in un momento di festa, poteva essere evitato. Decisamente.
La responsabilità non è dei tifosi friulani, sono stati sempre accoglienti, e le rivalità calcistiche fanno parte della tradizione del calcio, purchè non si vada oltre certi limiti, e infamate.
A Udine, tifosi avversari e della squadra di casa si possono sedere accanto, come già successo in una miriade di occasioni, è una piazza civile. Ma casa altrui non si invade. Immaginatevi se fosse successa una cosa del genere al Maradona. Magari con i tifosi di una squadra con la quale c'è una grande rivalità, che invadono il campo e vanno a provocare alcuni di questi sotto la curva avversaria. Apriti cielo. Appunto.
Una festa del calcio che ha vissuto una pagina brutta, indecente, feriti, e addirittura un morto a Napoli, un ragazzo di 26 anni ha perso la vita per dei colpi di pistola! Altri, invece, rimasti feriti!
Siamo fuori dal mondo civile, siamo fuori da ogni concezione accettabile. Effetti collaterali del delirio collettivo, si dirà. Che passeranno in secondo piano se non in terzo piano, presto.

Napoli ed i napoletani possono festeggiare uno scudetto meritato, con la squadra forse meno napoletana di sempre, espressione dei tempi moderni, del calcio business, la gioia se la meritano tutta, ma quanto accaduto a Udine e soprattutto la vita spezzata da proiettili per le vie di Napoli rimarranno una fotografia che degrada quello che sarebbe potuto essere o dovuto essere un semplice momento di festa, diventato, invece, un delirio incontrollabile.