L'Inter e il suo universo; una storia "pazza" come suggerisce l'inno del club. Uno stile costruito molte volte sulla totale libertà di tutte le componenti della squadra, che ha fatto emergere, in passato, una serie di incresciosi episodi che hanno visto protagonisti alcuni giocatori, e che ha contribuito a dipingere quell'ambiente come "anarchico". 

Non di rado, infatti, da Ronaldo e Vieri, passando per Adriano e finendo con il più attuale Icardi, è venuta fuori una mancanza di disciplina tale da far pensare legittimamente che nella società Inter mancasse un'autorità forte. 

Il presidente Massimo Moratti, pur avendo sempre un posto speciale nel cuore dei tifosi interisti, ha peccato di buonismo in alcuni casi, come un genitore troppo conciliante verso il proprio figlio. 

Nel maggio 2002, Ronaldo e Vieri decisero di fare le ore piccole proprio la serata prima della decisiva partita scudetto contro la Lazio, il "famoso" 5 maggio. In quel caso, la società nerazzurra non solo non condannò fortemente l'accaduto, ma pretese la presenza in campo dei due attaccanti, in condizioni fisiche e mentali alquanto discutibili.

Qualche anno più tardi, dalle ceneri del fallimento appena trascorso, lo stesso Moratti decise di affidare ad un giovane brasiliano di indubbio talento, Adriano, il rilancio nerazzurro. L'"imperatore", questo il suo soprannome, seppe da subito scaldare il tifo interista, colpito dai suoi lampi da vero fuoriclasse. Ma, dopo la tragica scomparsa del padre, Adriano non è mai più tornato quello dei primi tempi. La vita sgregolata, con i suoi eccessi, lo descrivevano maggiormente rispetto ai suoi gol. Il presidente Moratti anche in quell'occasione si comportò più da padre affettuoso che da lucido e freddo capo di una società. Lasciò sempre in squadra Adriano, ridotto in condizioni fisiche pietose, e ormai incapace di dare un contributo alla causa dell'Inter. Alla fine il brasiliano è stato svenduto, senza infamia e senza gloria, quasi da anonimo.

Fortuna volle che arrivò l'anno magico del Triplete con quel "mago" della panchina Josè Mourinho a riscattare una presidenza che suonava tanto dell'eterna incompiuta.

Ma un altro capitolo è iniziato da qualche anno nella società "indisciplinata" per definizione. Il gruppo cinese Suning, un vero e proprio colosso in patria, ha rilevato la società milanese con l'obiettivo di riportarla sul tetto d'Italia e d'Europa dopo anni magri di soddisfazioni.
Appunto, tornare a vedere l'Inter alzare trofei, come all'epoca di Massimo Moratti, ma con modalità totalmente differenti. 

I cinesi, laboriosi per natura, stanno pian piano trasformando la politica societaria; meno accomodante e più autoritaria, così appare oggi l'Inter. La famiglia Zhang sta affrontando episodi incresciosi e delicati quanto quelli "morattiani", ma con una linea ferrea. Chiedere ai vari Icardi, Nainggolan, Perisic, uno per volta allontanati dal  progetto, senza ripensamenti.

Ma non si pensi sia una "dittatura" quella interista. No! Piuttosto possiamo parlare sempre in termini storici di "triumvirato", un governo di tre persone che vede operare simultaneamente e nella stessa direzione il boss Jindong Zhang, l'a.d. Giuseppe Marotta e il mister Antonio Conte. Tre uomini accomunati dalla cultura del lavoro, della disciplina; tre uomini, anche per questo, vincenti. 

L'Inter si sta "normalizzando", per usare un'espressione cara al "comandante" Conte. Non solo nello stile di gioco in campo e nella gestione della partita. Ma anche e soprattutto eticamente, con un gruppo formato, per riprendere ancora il tecnico salentino, "prima di tutto da grandi uomini, poi da grandi giocatori".

Zhang, Marotta e Conte stanno attuando la rivoluzione. Un triumvirato dal pugno di ferro per un'Inter "normale" e vincente. Non ci sarà più spazio per uscite fuori luogo e teste calde. Uno stile sobrio, non più eccentrico. Una condotta moralmente irreprensibile da parte di tutto il "mondo" nerazzurro.

Sta nascendo un' Inter "cinesizzata" insomma. La cultura orientale, seppur "solo" in ambito calcistico, si impone su quella occidentale. E' questa la "grande rivoluzione" di Suning.