Andrò forse controcorrente. Certo, ci sono delle regole, i calciatori devono dare l'esempio, sono pagati milioni di euro e devono comportarsi di conseguenza, ecc, ecc, ecc. Un fiume carsico o meno di bla,bla,bla. Ma ci dimentichiamo di una cosa. Sono umani, anche se giocano a calcio. Sono persone, anche se sono pagate milionate di euro. Meritano rispetto, come tutte le persone, o meglio, quelle rispettabili. Perchè alcune il rispetto non lo meritano. Pensiamo ai  razzisti, ai nazisti. Che rispetto possono meritare? Nessuno. 

Quanto accaduto alla fine della partita di coppa tra il Tottenham ed il Norwich ha fatto discutere più che per il risultato clamoroso, la sconfitta del Tottenham, per quanto fatto da Dier. Supera i cartelloni pubblicitari. Scavalca un seggiolino dopo l'altro. Per arrivare in alto. Lì da dove erano partite delle urla contro di lui. Insulti, offese, che non c'entrano niente con il calcio.

In un mondo dove tutto è permesso, dove ci si scorda che le ingiurie sono anche dei crimini, dei reati, o possono dare a delle condanne in sede civili. Ma siccome la giustizia non funziona, siccome il sistema tollera, arrivato a quel punto, non ti resta che farti giustizia da solo.
Arriveranno sanzioni, arriveranno condanne, passerai dalla parte del torto, ma in fondo, in tanti, avranno pensato che ha fatto bene. Ha fatto bene Dier a dare quel segnale. Perchè si deve finire di insultare, di offendere nel calcio come se si fosse nell'arena dove tutto è permesso. Una zona franca dove poter insultare, offendere, a partire da quel merd... che parte puntualmente ad ogni rimessa del portiere avversario. Come se i giocatori fossero bersagli naturali della cafonaggine umana.
Non è folclore, non fa parte del calcio tutto ciò. Ed il comportamento di Dier ne è una conseguenza.