Ora veramente basta. Siamo bravi a creare, ma altrettanto dei maestri a distruggere ciò che si è creato.

Dopo anni e anni di processi mediatici al modo in cui in Italia si arbitra, pur avendo gli arbitraggi migliori al mondo, nonostante gli scandali che hanno colpito ma ancora non affondato il nostro calcio, una bella mattina ci si sveglia e si cerca di creare la giusta sinergia tra tecnologia e calcio. Dal gol sulla linea della porta riempendo lo stadio di telecamere al VAR o il VAR. Ancora qui si discute su come chiamare questo sistema d'ausilio arbitrale. Il calcio è mediatizzato fino all'inverosimile. Le partite si guardano in TV più che allo stadio ed in TV con i replay gli errori arbitrali o ciò che l'arbitro può non vedere al pubblico viene sbattuto in faccia. E dunque se il pubblico può vedere, perchè non può vedere anche l'arbitro? E da qui nasce una sorta di moviola in campo. Che dopo una partenza dubbiosa, ora si sta schiantando contro il muro. 

Non va. Va rivisto profondamente il sistema cercando di prendere del buono anche da altri sport. Di proposte ne sono state fatte a decina, guardando al tennis, al volley, o allo sport che si vuole. Se le telecamere vedono ciò che l'arbitro non vede, chi visualizza ciò che l'arbitro non vede, all'arbitro deve segnalarlo. Punto. Questo è l'unico modo con cui risolvere il problema. Se poi dietro alle telecamere ci mettiamo degli incompetenti questa è altra storia. 

Così come non va la questione del recupero nel recupero. Extra time  a volte non dovuto. Quanto successo tra Milan ed Udinese è gravissimo. Due minuti di recupero non dovuti che rischiano di cambiare una stagione già precaria per l'Udinese in modo ancora più precario. Alla fine sono sempre le squadre piccole a subire ingiustizie. 

Ora semplicemente basta. Altrimenti poi non stupiamoci se dopo il disastro della Nazionale, ne seguiranno altri di maggior dimensione. Come un crollo degli abbonati, come degli stadi sempre più vuoti.