LA PREMESSA

Andrea Pirlo è stato un grande campione, il suo modo di vedere il calcio in campo era pura poesia. Vederlo fare quei lanci, millimetrici, da 30 metri per imbeccare i suoi compagni non aveva prezzo, forse, e non c’è ne voglia Xavi, è stato il più grande regista degli ultimi vent’anni del calcio mondiale. Adesso lo vedremo all’opera, siamo sinceramente curiosi, nelle vesti di allenatore. La caratura internazionale del campione Pirlo è un aspetto, certamente, da non sottovalutare. Eredita una Juve che viene da una stagione “semi-vincente”, poco convincente dal punto di vista del gioco e con molti giocatori a fine ciclo o non rientranti nel progetto tecnico della nuova Juve. Compito non  semplice per un “neofita” della panchina ma che ha, certamente,  la “stoffa” e la personalità giusta per poter fare bene anche perché gode, in primis, della totale fiducia di Andrea Agnelli (che lo ha scelto), in secundis, è ben voluto dal gruppo (diversi ex suoi compagni) che lo hanno ben accolto. Ma prima di parlare del suo tipo di gioco come è diventato allenatore?

FARE L’ALLENATORE: UNA SCELTA MATURATA

Nella sua biografia, di qualche anno fa, "Penso, dunque gioco", scritta con Alessandro Alciato (giornalista skysport) e pubblicata da Mondadori, escludeva, categoricamente, un suo futuro in panchina È un lavoro che non mi entusiasma, prevede troppi pensieri e uno stile di vita esageratamente simile a quello dei calciatori. Ho già dato. Rivoglio indietro, almeno in parte, una parvenza di vita privata”. Alla luce di quanto dichiarato vederlo oggi in panchina (e che panchina) è un controsenso ma essendo un vincente e un uomo che ama le sfide non ha saputo resistere al fascino di guidare i giocatori da bordocampo. Entrato a Coverciano, per prendere soltanto “il pezzo di carta” ne è uscito da allenatore convinto con delle idee da applicare “quando di notte pensava a come disporre i suoi giocatori in campo”. E li che inizia il Pirlo allenatore dichiarando poco dopo: "Allenatore? Sì, sto studiando e finendo il corso. A luglio o agosto, quando ripartirà tutto, spero di poter iniziare questo nuovo capitolo. Ho avuto due anni fermo per capire, una fortuna. Mi è venuta questa curiosità, questa voglia, così ho deciso di partire

LO STILE DI GIOCO

voglio proporre un calcio propositivo, con grande padronanza del gioco, due cose ho detto ai ragazzi, una che bisogna sempre avere il pallone e la seconda quando la palla si perde bisogna recuperarla velocemente” queste le parole dette durante la conferenza stampa di presentazione come allenatore della prima squadra delle Juventus.

Pirlo a più riprese ha dichiarato che la sua carriera di allenatore inizia grazie ad Antonio Conte, a detta sua “il più bravo che ho avuto” e “quando ti parla lui i concetti ti entrano in testa molto spesso con violenza e aggressività facendoti pensare che anche oggi ha detto una cosa sensata”. Prendendo spunto da Conte il suo gioco deve essere improntato sull’aggressività, intensità e al recupero immediato del pallone da parte dei centrocampisti affidando le “chiavi” del centrocampo ad un regista, come lo è stato lui alla Juve, che sia in grado di verticalizzare rapidamente il gioco rischiando la giocata con personalità. Pirlo ha una visione del calcio assolutamente moderna e oltre ad Antonio Conte si ispira anche agli stili di gioco di Pep Guardiola e Jurgen Klopp perché: “ Guardando l’ultima Champions League le squadre che sono arrivate fino in fondo sono quelle che cercavano di recuperare la palla nel minor tempo possibile”(intervista post allenamento).

Ha anche dichiarato che la fisicità e la corsa nel calcio moderno sono tutto e che non è una questione di moduli ma di come si dispone i giocatori in campo, per Pirlo l’imprevedibilità deve essere una componente di base nella sua squadra.

 

PIRLO IL “VISIONARIO”

Vedo il gioco in maniera diversa. È una questione di punti di vista, un'osservazione ad ampio raggio, una specie di visione d'insieme. Un centrocampista classico guarda avanti e vede gli attaccanti, io invece mi concentro sullo spazio fra me e loro per far passare il pallone. Più geometria che tattica

Forse anche per questo Andrea Agnelli lo ha scelto, Pirlo è un visionario lo si evince dalle sue parole e dal suo modo di vedere e intendere il calcio che si sposa perfettamente con la visione del presidente bianconero. L’obbiettivo del “Maestro”, con il suo stile di gioco, è quello di rendere la Juve più Europizzata ed è quello di cui va alla ricerca da, due anni a questa parte, con insistenza Andrea Agnelli ed è sicuramente uno degli elementi che ha convinto, ancora di più, il presidente bianconero a promuoverlo in prima squadra dopo Sarri.

Parola d’ordine entusiasmo

L’entusiasmo bisogna portarlo giorno per giorno, bisogna lavorare, parlare tanto con i giocatori, fargli capire certe situazioni, certe dinamiche di gioco ma non solo, renderli partecipi negli allenamenti ma soprattutto fargli entrare in testa il nostro nuovo modo di giocare”.

L’entusiasmo, è proprio questo che la Juve aveva perso durante l’ultima stagione, una squadra che sembrava giocare più per inerzia che per divertimento. E Pirlo punta proprio a ritrovare l’entusiasmo che i giocatori avevano perduto, nonostante la vittoria dello scudetto, dando la carica al gruppo con un nuovo modo di giocare. Secondo il “Maestro” è ascoltando e rendendo partecipi i calciatori che può essere ritrovato l’entusiasmo per ripartire ma anche attraverso l’applicazione di nuove metodologie di lavoro che “i ragazzi non avevano mai fatto”.

Gli obbiettivi

Stiamo aspettando con ansia tutti l’inizio della nuova stagione, daremo tutti noi stessi, abbiamo una grande voglia di dimostrare che siamo la Juventus e che vogliamo, ancora, vincere il decimo scudetto consecutivo e possibilmente arrivare fino in fondo in Champions League

Le aspettative intorno a Pirlo e alla Juventus sono sempre elevate in quanto la squadra bianconera ambisce a vincere sempre tutte le competizioni che affronta, nonostante i grandi cambiamenti. L’obbiettivo principale è sicuramente la Champions League, che manca da tanto, troppo tempo (quasi 25 anni) per una squadra gloriosa come quella bianconera. Non sarà un obiettivo di secondo piano la vittoria del decimo scudetto consecutivo che lo renderebbe un impresa storica, praticamente, irripetibile e quasi insuperabile per qualsiasi altra squadra italiana. E un obiettivo meno dichiarato del club e del presidente Agnelli è sicuramente quello di essere riusciti a crearsi un allenatore in casa che abbia il dna juventino in corpo e che sappia trasmetterlo anche ai giocatori che scenderanno in campo.

L’AUGURIO

Non resta che fare un grosso in bocca al lupo al mister Andrea Pirlo e al suo staff per una stagione ricca di successi e di grandi trionfi. Me lo auguro da tifoso bianconero e da grande appassionato di calcio. Fiducioso che saprà risollevare, con il suo entusiasmo e la sua voglia, le sorti della squadra bianconera perché mi fido ciecamente di Andrea Agnelli che è tutto tranne che uno sprovveduto. In bocca al lupo Mister.