Mentre in Italia c'è chi esulta come se avesse vinto la finale di Champions League in zona Cesarini, perchè il Ddl Zan è pressocchè affossato, un disegno di legge importantissimo per il contrasto al razzismo omotransfobico, arriva la notizia che nel calcio si è rotto il tabù dei tabù.
Per la prima volta nel calcio maschile un giocatore ancora in carriera ha fatto coming out. Si è dichiarato gay.
Finalmente è successo.
Nel calcio come in tutti gli sport e in tutto ciò che connota la nostra quotidianità non dovrebbe esserci nulla di più normale che poter essere liberi di esprimere ciò che si è. Stiamo per andare su Marte, organizziamo i viaggi spaziali turistici per ricchi, ma non siamo in grado ancora di poter garantire alle persone la libertà di poter vivere la propria identità.
C'è chi rideva, esultava, come se il mondo fosse il loro. Ma costoro devono rassegnarsi, perchè questo altro non è che l'ultimo urlo della disperazione di chi non avrà alcun spazio nel futuro, ed il futuro è di giocatori come Cavallo, di persone che voglio il DDL Zan, di una società progressista, non di terrapiattisti, complottisti, rettiliani, razzisti o no vax o talebani omofobi. Una società senza più barriere e confini come ha voluto insegnare il primo pride della storia transfrontaliero, quello che ha unito Gorizia con Nova Gorica.
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