E’ troppo uomo, troppo campione dentro per abbattersi! “E’ dotato di uno stile unico, prepotente, imperioso, talora spietato. Si getta sul pallone come una belva; e se per un caso dannato non lo coglie, salvi il buon Dio chi ne è in possesso! Esce dopo un anticipo atteggiandosi a mosse di virile bellezza gladiatoria…avanza in una sequenza di falcate non meno piacenti che energiche…” e non esiste al mondo nulla che possa scalfire questo mirabile blocco di granito… E’ troppo uomo, troppo campione dentro per abbattersi!

Certo, la vita ha provato a piegarlo subito, sin da piccolo, e ha continuato a “saggiarlo” tante tante volte; ma subito “Lui” ha risposto per le rime come i grandi sanno fare. E per questo, noi che l’abbiamo capito, lo abbiamo idolatrato  ipso facto.
Ve la ricordate la sua Opera Prima alla Scala del calcio?  Fu “il” colpo di fulmine fra i tifosi e Baresimbauer. Lo incoronammo signore incontrastato dei nostri colori. E subito Franchino diventa il nostro capitano riconosciuto sin dalla prima partita a San Siro.
Baresi “è” la “verità assoluta” e nessuno lo discuterà mai questo dogma. Né gli avversari né i compagni. Si vede al primo sguardo che è un grande atleta ed uno splendido giocatore; ma a guardarlo ne percepisci pure la tempra fatta di una lega mai vista prima: diamante ed  acciaio, pura ed inscalfibile: E’ troppo uomo, troppo campione dentro per abbattersi!  Valicando vuthering heights, attraversando oceani burrascosi e, in qualche modo, abbattendo secoli di perbenismo ipocrita, etero ed omo, ci innamorammo di questo Nuovo Discobolo disceso fra noi, adoranti tifosi, a miracol mostrare. E sarà cosi (abbiamo deciso!) per tutti i secoli dei secoli.

Ma Franco invece si rompe! E lo fa nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Si rompe proprio mentre sta realizzando il sogno di una vita: è il capitano degli azzurri ai mondiali a stelle e strisce.
L’infortunio è di quelli seri: rottura del menisco mediale del ginocchio destro. Baresimbauer ha un male cane ma E’ troppo uomo, troppo campione dentro per abbattersi. E decide di farsi operare lì, il giorno dopo, dal professor Hershmann: Franco ha deciso che vuole restare coi compagni per sostenerli, magari pure con le stampelle; e se l’arbitro gliele fa girare… ancora non ha deciso se sarà la destra o la sinistra, ma sicuro una stampella gliela lancerà contro. Però poi si mette in testa che lanciare la stampella non gli basta, e si autoconvice che vuole e può fare di più.
L’abbiamo detto, Franco Baresi da Travagliato è venuto sui campi da gioco a miracol mostrare e incredibilmente recupera, recupera dall’infortunio a tempo di record e gioca la finale di Pasadena contro il Brasile. Siete stupiti? Ma ancora non avete capito con che razza di personaggio avete a che fare? Questo qui è Aiace Telamonio, mica Achille che per battere Ettore ha bisogno dei santi in paradiso e quindi ci sta sui gabbasisi; Franco/Aiace è il più valoroso fra i guerrieri greci (ma Baricco è d’accordo?) e se si mette in testa una cosa, gira che rigira, la fa! 
L’abbiamo detto prima che è rispettato da tutti, compagni ed avversari! Signori, è giunta l’ora, ci giochiamo la finale della coppa del mondo e Franco tira fuori dalla cineteca mondiale del calcio la partita perfetta, tanto che i verdeoro stanno ancora lì a domandarsi se l’Italia ha schierato Baresi II° o un suo clone costruito a tempo di record nella Silicon Valley.  
Fu solo gloria? Happy End? Eh già, ma sarebbe bello e troppo scontato…
Arriviamo ai rigori e Franco, il suo, lo sbaglia. E piange! Ed è distrutto! Ed il passato e la sua gloria costruita sacrificio su sacrificio si è dissolta, ed è immediatamente additato come “quello che ha sbagliato il rigore contro il Brasile!
Che ci vuoi fare Francè, ne sei stupito? Non lo sapevi che, appena fai un errore, grande o piccolo che sia, uno pronto a sputarti in un occhio lo trovi sempre… così va il mondo Francè perchè, come si dice dalla Bovisa alla Kalsa..sic transit gloria mundi!
Ground control to major Tom…ground control to major Tom  (Achille, stavolta Lauro, ci scuserà ma, fra l’originale e la copia, personalmente non ho dubbi, scelgo sempre la prima)… Major Tom hai un problema: il tuo circuito si è spento, c’è qualcosa che non va! Major Tom, riesci a sentirci? Si vi sento (ndr, l’ho aggiunto io per facilitare…)  oggi le stelle sembrano diverse, sono qui seduto nel mio barattolo di latta, lontano, ma vicino alla luna, e la Terra è blu (o blue?) e non c’è niente che io possa fare! Come sarebbe a dire che “non c’è niente che io possa fare”? Oddio, cosa ne è rimasto del troppo uomo e del troppo campione dentro? E di Aiace? E del Maggiore Tom? Adesso Franco Baresi, in un attimo, si rende conto di quanto sia duro da digerire il sentirsi solo.
Solo con se stesso come tutti gli uomini, come tutti noi, e fare i conti giorno per giorno e momento dopo momento con la propria forza e solo su quella poter contare. Il Major Tom ha comunicato alla Base Terrestre che “si”, la terra è ancora lì, ed è sempre blu/e, ma adesso “Lui” la vede in modo differente.
Chissà perché? Ma forse tutti noi, compreso il mai rimpianto abbastanza Duca Bianco, abbiamo sbagliato forma d’arte e quella che stiamo vivendo da che mondo è mondo non è una Space Oddity, ma più probabilmente una Space Odissey (Damià, questo capolavoro assoluto l’avevamo scordato).
E quindi, ergo, alla fine Stanley lo ha capito prima di tutti noi: siamo sempre soli! Tutt’al più il nostro compagno di viaggio è un’intelligenza artificiale che magari vuol farci pure la guerra e sostituirci perché, rispetto a noi, è più efficiente e più efficace.
Ma dai, sai che ti dico? Alla fin fine, è meglio così. Sappiamo sempre, e da sempre, che dobbiamo trovare in noi stessi la forza per rialzarci quando ci capita di cadere, da soli o “aiutati” dalla spintarella di qualche manina furba.
E sappiamo anche che, se ci capita di cascare, quello che, ci avresti messo la mano sul fuoco, ti avrebbe aiutato di sicuro, per caso e proprio in quel momento, ops…era girato di spalle e, giurin giurello… proprio non ti ho visto!  
Ma che ce frega, chi fa da sé fa per tre e meglio soli che male accompagnati! L’ha capito Dan Richter, il più famoso al mondo attore sconosciuto, e alla fine ce la faremo anche noi a realizzare che un osso può avere mille e più possibilità di utilizzo.
Vero Franco? Vero Aiace? Vero Stanley? Vero Major Tom?