Nella sua crescita nella ruspante Livorno, Massimiliano Allegri avrà sentito il noto detto "dagli amici mi guardi Iddio, chè dai nemici mi guardo io". Come nelle riunioni di condominio, nelle segreterie di partito o nei consigli di amministrazione, il primo segno della fine è quando iniziano le esternazioni critiche o i segni di insofferenza degli amici.
L'ultimo in termini temporali ad aver ammutinato la nave del livornese è il suo pupillo Dybala, l'unico a cui è stato sempre perdonato tutto; o meglio, più astutamente, non di perdono esplicito si era trattato, ma tutte le sue infantili marachelle erano state segnate come ultimo avviso a tutta la squadra per evitare disobbedienze ulteriori. Staremo a vedere se questa plateale manifestazione di insofferenza, e non di freddo come diceva ieri il sorridente mister, varrà uno sgabello a Sassuolo.
Chissà... In caso contrario, tutte gli altri numerosi episodi di insubordinazione prontamente rintuzzati, avrebbero messo in mostra soltanto tante chiacchiere e distintivi. Certo, mi direte, c'è un patrimonio economico (un asset) da difendere, anche perché è l'unico che possa risanare in estate il pesante bilancio bianconero. Un asset che si deprezza però anno dopo anno, nonostante le fantomatiche offerte da centinaia di milioni di euro e un ingaggio faraonico. D'altronde, a parte Pogba, nessun giocatore è stato valorizzato da Allegri e venduto a più del suo valore di partenza. Anzi, spesso si è dovuta svendere tutta la "preziosa" argenteria, non ultimo Higuain che è stato mollato in prestito in giro per l'Europa dopo essere arrivato alla Juve due anni prima col record assoluto di gol e 90 milioni di prezzo. L'allarme è assoluto, anche perchè il mister già ci ha fatto sapere di aver detto no una volta al Real Madrid e procuratori autorevoli iniziano a dare per fatto l'accordo.
Tutto ciò mentre il monte ingaggi della Juve è lievitato, a fronte di uno scivolamento fuori dalla top ten dei fatturati europei: i rinnovi multimilionari, come quelli dei fedelissimi Khedira e Alex Sandro a fare da potenziale zavorra per l'eternità. Andare in avanti in Champions è una necessità, economica più che tecnica, ma purtroppo sarà difficile perchè la Juve affronta, in piena emergenza, una delle squadre più avanti di lei nei ranking europei, 2 volte finalista e quasi vincente in Champions, e plurivincitrice di Europa League. Senza asset di valore su cui fare cassa senza perdere competitività, vista la svalutazione di Dybala, Douglas Costa, Pjaca e Bernardeschi, e l'età avanzata degli altri, pesano come macigni le parole di Camilleri, ad della Ferrari: nel 2019 aumenteranno gli investimenti sul reparto corse, per provare a vincere. Come dire "la proprietà ha scelto dove spendere".
Purtroppo la morte di Marchionne è arrivata troppo presto e dunque quell'integrazione Ferrari - Juventus, di cui l'acquisto di Ronaldo era elemento di marketing di gruppo, non è più in calendario. Ai tifosi juventini dico di stare vigili, perché solo una squadra spettacolo potrà salvarci, aprendoci ai mercati mondiali: non una squadra che gioca, come diceva Fascetti, con due terzini che fanno la fascia, i difensori che difendono, i centrocampisti che corrono e gli attaccanti che segnano. Nell'epoca attuale, l'immagine conta più della sostanza, anche perché a livello planetario porta più soldi. Sic transit gloria Juventutis.