Che dire se non “benvenuti nell’era della super tecnologia”. Parole che vengono definite banali da tutti gli esseri umani accerchiati da questo cambiamento strutturale della nostra società; dall’avvento del 21esimo secolo, il mondo sembra essersi capovolto. Oggi ormai tutto ruota attorno a uno schermo, sono sparite le conversazioni, i giochi in piazza e i momenti in cui i più grandi si divertivano con i più piccoli perché, a differenza di oggi, tutti si sentivano parte di una comunità da amare e rispettare. Ma i cambiamenti che si notano osservando gruppi di ragazzi che al bar stanno a chattare su Whatsapp senza neanche guardarsi negli occhi, si possono trovare  anche nella musica, forse l’unico strumento culturale rimasto  per potersi divertire e riflettere.

Il passare degli anni si fa comunque sentire e generi che venivano apprezzati nell’era dei Jukebox, adesso lasciano spazio a giovani che improvvisano parole su parole e note su note, come fanno gli attori nelle loro commedie teatrali quando si trovano in difficoltà. Per fare successo, oggi basta poco: un gruppo di follower, due parole su base musicale e un video su YouTube. È il caso di Fabio Rovazzi, che continua a sfornare canzoni grazie alla simpatia e a tutti quei ragazzi che lo seguono perché il balletto di “Andiamo a comandare” viene definito “una figata pazzesca”. Oppure, che dire di Elettra Lamborghini? Nessuno discute la capacità di intrattenere il pubblico, ma come sound e significato non credo che le sue canzoni siano capaci di far riflettere e interpretare messaggi particolari.

Eppure, gli anni più belli e importanti dell’intero panorama musicale e calcistico erano gli anni 80. Sì, perché in quel decennio si respirava un’aria diversa, dettata dalla spensieratezza giovanile e dalla consapevolezza che il tanto atteso bum musicale era finalmente arrivato. Erano gli anni in cui un paio di cuffie radiofoniche rendevano felici bambini e adulti perché, a differenza di oggi, chi amava svolgere una professione particolare e allo stesso tempo affascinante come il Dj, poteva proporsi e buttarsi in questa nuova avventura senza la paura di fallire. E poi c’erano le canzoni, quelle che nelle estati calde facevano ballare chiunque nelle discoteche in riva al mare. 

Correva l’anno 1985 quando Lorella Cuccarini cantava quella che poi sarebbe diventata una colonna portante della televisione italiana. Si trattava di “Sugar Sugar”, una canzone che trasmetteva una voglia di vita pazzesca, ma soprattutto una purezza interiore degna di nota. Il programma era Fantastico 6, presentato dal grande Pippo Baudo ogni sabato sera su Rai 1. In quello stesso periodo nella massima serie del campionato italiano il Verona di Osvaldo Bagnoli vinse per la prima volta nella storia lo scudetto, seguita da Torino e Inter. E proprio i nerazzurri vantavano una squadra importante, caratterizzata da Walter Zenga, Beppe Bergomi, Ferri e Altobelli, tanto per citarne qualcuno. Era soprattutto l’Uomo Ragno che si rifletteva in pieno nella canzone di Lorella Cuccarini, perché il portierone nerazzurro mostrava in campo quella voglia di vita di un ragazzino cresciuto nella Curva Nord; parate su parate, tuffi spettacolari e tanto carisma. Per tornare un attimo ai giorni nostri, il Venezia dovrà aggrapparsi a lui per raggiungere l’obiettivo stagionale.

Gli anni di Radio Gaga, degli Wham che cantavano “Wake me up before you go go”, ma soprattutto degli Europe che avevano identificato nel celebre “Final Countdown” l’evolversi di situazioni imbrigliate; quello che succede alle grandi squadre nel momento in cui tutto sembra non andare. La grinta, la perseveranza, ma soprattutto la convinzione di essere gli unici guerrieri infallibili porta inevitabilmente alla vittoria, in quel countdown finale determinante per alzare i trofei. Un po’ come il grande Real cantato a più riprese dagli 883, una squadra che nel cuore degli anni 80 dominava la Liga spagnola.

Ciò che però fa ricordare le canzoni di questo periodo in ambito calcistico è la famosa hit musicale delle “Notti magiche”, quella del Mondiale '90, ma della conclusione di un cerchio perfetto, che si stava avviando verso il decandentismo, ma allo stesso tempo continuava ad essere centrale in ogni ambito per gli appassionati di musica e sport. Il mondiale '90 che si tenne in Italia e che vide trionfare la Germania Ovest in finale con l’Argentina. Le promesse di quelle notti, quelle italiane, si riflettevano nella curiosità di un decennio che stava per partire, anche se dimenticare gli anni 80 era un compito assai complesso da attuare.

Oggi ci tranquillizziamo con una musica diversa, sono cambiate le mode, ma forse nella stranezza troviamo il divertimento. Ma la vera musica, quella immortale, abbracciava la voglia di vita di Lorella Cuccarini e le notti magiche di Bennato e Gianna Nannini. Canzoni diverse, ma ogni volta che si sentono in radio, ritornano le emozioni di un tempo passato. Probabilmente tra una ventina di anni, ricorderemo i nostri successi, ma questa è solo una supposizione.