Ci sono stati timidi miglioramenti rispetto alla solita Juve  che siamo abituati a vedere di questi tempi. Per carità niente di eclatante per la vittoria, anche se  ottenuta al cospetto di una buonissima Spal (apparsa quasi rigenerata dalla breve cura di Di Biagio). E nonostante che Sarri, abbia fatto di tutto per complicarsi la vita.
Prima con l’imprevista decisione di mandare in campo dal primo minuto capitan Chiellini, che  per l’infortunio che ha avuto, e per i quasi sei mesi di assenza dai campi di gioco non poteva certo avere i 90 minuti nelle gambe. Ma soprattutto non poteva ritrovare  in un solo istante, ritmo di gara, colpo d’occhio e abitudine alla lotta.
Si è trattato di una scelta sicuramente rischiosa; perché prudenza avrebbe  suggerito di fare esattamente il contrario. Vale a dire di fare  entrare il Chiello in campo a partita in corso.
Come poi è successo al 54° minuto quando esausto è stato sostituito da De Ligt.

A fine gara Sarri, quasi a giustificare la sua scelta ha voluto specificare che con Chiellini in campo la Juve non ha subito goal. Tutto vero. Ma è fuori discussione che l’aver “forzato” il recupero  sta a dimostrare che il tecnico per cercare di invertire il trend difensivo della squadra (il più negativo degli ultimi dieci anni), è ricorso alla decisione più rischiosa. Come a dire: a male estremo, estremo rimedio. Comunque è andata bene, tanto che quando Chiellini  è uscito dal campo è stato salutato da  un lungo e scrosciante applauso da parte di tutto lo stadio. Roba da far venire i brividi. Roba che riguarda solo i “campioni universali”, quelli che indipendentemente dalla maglia che indossano sono riconosciuti – grandi -  a prescindere.  

Ma che Sarri non fosse in grande serata, è stato confermato da quello che  poi ha dichiarato nel dopo gara, quando fra le altre cose ha detto che  il campionato è l’ obiettivo e che la Champions è un sogno. E ha rincarato la dose dicendo che ci sono almeno dieci,  dodici squadre che possono vincere la Champions. Non solo; ma che ci sono diverse squadre più forti della Juve. Un disastro completo, da parte del tecnico bianconero; che di certo non ha mai brillato nel corso della sua carriera in fatto di comunicazione con i Media. Per cui non c’è da stupirsi più di tanto. Ma per  affermare che la vittoria della Champions rappresenta un sogno, e che può essere vinta da quasi  tutte le squadre che disputano i sedicesimi di finale, indubbiamente serve grande coraggio. Quello della esagerazione.

Infatti si può immaginare lo sbigottimento e la delusione  che può aver provato lo sterminato popolo bianconero davanti alla Tv nel sentire un discorso del genere. Forse Sarri ha dimenticato che il motivo vero per cui è stato assunto dalla Juve, è stato duplice. Vale a dire quello di giocare meglio della Juve di Allegri, e di vincere la Champions, che è sfuggita per due volte al conte Max. Certo in casa bianconera non dispiacerebbe rivincere per la nona volta consecutiva lo scudetto. Ma l’unico obiettivo della stagione era e resta esclusivamente la Champions. Per la vittoria della quale la Juve  farebbe sicuramente a meno di vincere sia lo scudetto che la Coppa Italia.

Comunque a parte la serata no del tecnico bianconero, come dicevo all’inizio si sono registrati dei timidi miglioramenti nel gioco della squadra.. Perlomeno rispetto alla partita col Brescia. Sarri a livello tatico ha confermato il suo 4-4-2 un po’ atipico, con Quadrado in funzione di equilibratore sia del centrocampo che dell’azione offensiva. Non a caso è stato proprio il colombiano ad innescare CR7 nell’azione del primo goal bianconero con un calibratissimo cross dalla destra che l’extragalattico ha trasformato con forza in rete. Ma i progressi sono arrivati in particolare da Bentancur, Dybala e soprattutto Ramsey.

Il primo schierato in cabina di regia non solo non ha fatto rimpiangere Pjanic. Ma a tratti ha dato l’impressione di essere addirittura migliore del bosniaco; sia per disciplina tattica che per velocità d’esecuzione. Bentancur è un centrocampista completo che è in grado di fare bene entrambe le fasi di gioco (difesa-attacco). Inoltre porta poco a spasso il  pallone e dispone del lancio in verticale per gli attaccanti;   tutte cose che Pjanic fa fatica a fare bene.Buona la prestazione  anche Dybala che ha giostrato non da falso nueve, ma da tuttocampista.
Vale a dire  facendo gioco e creando calcio in quella zona di campo che va dal centrocampo all’attacco. Ed è in questa posizione, - ormai è assodato -, che riesce a dare il meglio di se. La Joya ha sciorinato lampi di classe pura nel corso della gara. E li ha impreziositi con un palo (37) e con l’assist (il 9° in campionato) per Ramsey che  ha fruttato il secondo goal della Juve.

E proprio il gallese è stato forse la novità più piacevole della serata, non tanto per il goal realizzato (tra l’altro con uno “scavino” quasi da attaccante consumato). Ma soprattutto perché ha dimostrato continuità d’azione, e disciplina tattica. E ha saputo supportare piuttosto bene l’azione offensiva. Cercando la triangolazione sia con Quadrado che con Dybala,  e andando a volte anche in area per la conclusione come gli ha richiesto di fare anche Sarri.Insomma un Ramsey nuova  versione, ma che per farlo è tornato all’antica. Vale a dire nella sua “vecchia” posizione di mezzala; il ruolo che ha quasi sempre occupato nell’Arsenal.

In conclusione, si può dire che il nuovo assetto tattico studiato da Sarri sembra aver migliorato la squadra; che ora appare più equilibrata sia nella fase di contenimento a centrocampo che in quella propositiva  per l’azione offensiva.Certo resta il problema della condizione atletica generale che anche contro la Spal è apparsa ancora carente. La squadra nella corsa fa fatica e manca di agilità. E per vedere dei miglioramenti in questo senso serve del tempo, che forse non c’è perché mercoledì prossimo arriva il confronto Champions con il Lione. Ma un certo progresso di prestazione rispetto al passato c’è stato.
E di questi tempi, in casa bianconera, non è poco.