Nonostante il pareggio interno con la Salernitana, grazie alle contemporanee sconfitte di Pordenone e La Spezia, i rossoblu sono ormai pronti al ritorno nella massima serie.

La prima Serie A
Gli squali approdano per la prima volta nella loro storia in Serie A nella stagione 2016/2017 allenati da Davide Nicola, chiamato a sostituire il croato Juric in panchina e ceduti due tra i maggiori artefici della storica promozione,Ricci e Budimir, affidandosi alla coppia d’attacco ex Sassuolo Falcinelli Trotta. L’ inizio non è dei migliori con la prima vittoria che arriva solo all’undicesima giornata con un 2-0 sul Chievo, ma il finale di stagione è esaltante 20 punti conquistati nei restanti 8 match che li classificano al quart’ultimo posto utile per la salvezza. Anche l’anno successivo nella massima serie i pitagorici stentano in partenza, ma poi anche se con risultati altalenanti sembrano aver ritrovato la giusta matassa. Fino alla sconfitta di 0-3 in casa contro l’Udinese. A fine partita dentro lo spogliatoio il tecnico Nicola non prende bene la sfuriata di un arrabbiatissimo presidente Vrenna che lo porta a rassegnare le dimissioni per incomprensioni con la dirigenza. Al suo posto arriva Walter Zenga, ma l’ex numero uno nero azzurro non riesce a dare quella sterzata decisiva, classificandosi al terzo ultimo posto e il ritorno nella serie cadetta dopo un biennio.

Il mesto ritorno nella serie cadetta
Nella stagione del ritorno in Serie B, il Crotone allenato dal nuovo tecnico Stroppa parte con i favori del pronostico. Nel capoluogo calabrese oltre alle conferme di Cordaz, Barberis e Faraoni vede tra gli altri arrivi di giocatori come Benali, Firenze e il ritorno del croato Ante Budimir. Ma la stagione è travagliata e a farne subito le spese è l’allenatore dopo appena nove partite. Al suo posto arriva Massimo Oddo, i risultati stentano e viene di nuovo richiamato il mister di Mulazzano in provincia di Lodi. Portando i calabresi al termine del torneo ad un mesto dodicesimo posto. Il vulcanico e ambizioso presidente Gianni Vrenna non rimane con le mani in mano e nella sua mente già frulla l’idea di una nuova risalita.

Stagione 2019/20 la carica degli Squali
La difesa
La nuova stagione riparte dal 3-5-2 targato Stroppa. In porta il capitano Cordaz. La linea dei tre è affidata a Cuomo- Marrone- Golemic. Il primo destro naturale cresciuto nella primavera rossoblu. Il suo metro e novanta lo rende molto efficace nel gioco aereo e l’ottimo senso di posizione gli permette di giocare in anticipo recuperando un infinità di palloni. Stesse caratteristiche del compagno di reparto serbo, bravo nella marcatura e nel gioco areo. A Marrone spetta invece il compito di impostare l’azione sia palla a terra che con verticalizzazioni e si sostituisce al mediano in caso che quest’ultimo sia marcato a uomo. 

I 5 di centrocampo 
Le fasce sono occupate da Gerbo a destra e Molina a sinistra. Il primo più difensivo, in fase di non possesso va a fare il quarto di difesa e il secondo più votato all’attacco dotato di progressione e dribbling. A loro si alternano Mustacchio e Mazzotta. Nei tre nel mezzo Barberis è quello che detta i tempi bravo anche sui calci piazzati. Ai suoi lati agiscono a destra Zanellato incontrista, bravo a giocare a uno/due tocchi, mentre sul lato mancino c’è Benali più votato ad offendere grazie ad una buona tecnica individuale associata ad un’ottima capacità di corsa, rapido nei movimenti e abile negli inserimenti offensivi. A dar fiato in corso a subentrare dalla panchina c’è  Crociata che può ricoprire più ruoli grazie alla sua visione di gioco.

La coppia d’Attacco
Il reparto avanzato è formato dal brasiliano Junior Messias, che si piazza tra centrocampo ed attacco, pronto a ripiegare in fase passiva ed a sprigionare la sua corsa in quella attiva a supportare il gigante Simy, bomber della squadra. Nigeriano di 28 anni in Italia da quattro anni è finalmente esploso in questa stagione con la sua forza fisica che gli permette di penetrare nelle difese avversarie. A loro pronto a dar manforte è arrivato via Benevento Armenteros, svedese di origine cubane dal fisico robusto ma non altissimo, bravo nella protezione della palla, mancino che tende spesso ad accentrarsi per concludere a rete. Ed infine Maxi López, poche presenze condite da un goal.
Nel territorio che si estende dal Mar Ionio ai Monti della Sila ormai si aspetta solo la matematica pitagorica per dar via ai meritati festeggiamenti.