Pescara-Frosinone è il posticipo di giornata. I padroni di casa si trovano in piena bagarre play out. Sottil in un'intervista pre partita ha dichiarato che da questo match dipende mezza salvezza, a significare l’importanza della posta in palio e di quanto sono fondamentali conquistare i tre punti. Anche il Frosinone non vive un buon momento dalla ripresa post Covid è scivolato dal terzo posto in classifica al quinto, rimanendo comunque aggrappato al treno play off. Nesta da la colpa alla struttura fisica dei suoi uomini, che essendo per la maggior parte di grossa corporatura impiegano più tempo ad entrare in forma, una dichiarazione che lascia perplessi un po’ tutti gli addetti ai lavori. 

Le formazioni:
Pescara 4-3-3: Fiorillo- Zappa Bettella Scogniamiglio Del Grosso- Balzano Kastanos Memushaj- Clemenza Maniero Pucciarelli Frosinone 3-5-2: Bardi- Brighenti Ariaudo Krajnc- Zampano Rohden Tribuzzi Haas Beghetto- Ciano Dionisi
Cronaca Primo tempo
Il Pescara parte subito forte una percussione di Zappa al terzo minuto serve Clemenza, il suo tiro non troppo angolato trova pronto però il portiere dei laziali. Più tardi sempre sull’asse di destra Clemenza Zappa è l’ex Inter che questa volta impegna Bardi con un destro violento. Al 25^ ancora un sinistro insidioso del folletto di proprietà della Juve ad impegnare severamente l’estremo difensore gialloblù. Il Frosinone è alle corde pervenuto solo per uno stacco aereo di Ariaudo su punizione arrivata da Ciano. Il vantaggio meritato della squadra di casa avviene sul finire della prima frazione di gioco, grazie ad una punizione dal limite del area sinistra di Memushaj, tesa a scendere all’incrocio dei pali, dove nulla può l’ottimo portiere ospite.
Cronaca Secondo Tempo
Nella ripresa il Frosinone appare completamente trasformato fuori Tribuzzi per Novakovich e dentro Paganini al posto di uno spento Brighenti. Si passa al 3-4-3. Al 54^ è proprio l’attaccante serbo lasciato incredibilmente solo da Bettella, a sfruttare una mischia in area di Dionisi per battere a rete. Ciociari più in palla esercitando una maggiore pressione con il loro gioco sviluppatosi orizzontalmente e il nuovo entrato Paganini molto vivace sulla sinistra a mettere palle nel centro area avversaria. Sottil corre subito ai ripari passa alla difesa a tre con Drudi al posto di Balzano e Busellato per un anonimo Kastanos, Memushaj in cabina di regia. Ma non arrivano i frutti sperati, Manierocercato con insistenza da Clemenza appare non troppo lucido impegnato nei ripiegamenti difensivi e Bocic entrato al posto di un assente Pucciarelli non fa molto meglio del ex Chievo. L’arbitro Dionisi fischia la fine delle ostilità dopo 4 minuti di recupero sul giusto risultato finale di 1-1. Un risultato che forse va meglio agli ospiti che puntellano il loro piazzamento verso i play off, per gli abruzzesi invece si fa notte fonda.

Il punto della situazione 
Alla luce dei risultati delle altre partite per il Pescara ora comincia ad essere veramente dura. Venezia e Ascoli con le vittorie a domicilio su La Spezia e Cittadella hanno preso parzialmente il largo. Prende respiro anche il Cosenza grazie al 1-2 sul Pordenone. I ragazzi di Occhiuzzi ora ci credono ed hanno un ambiente carico e caloroso che li sostiene, anche affrontarli in eventuali play out sarà un problema, le motivazioni in queste partite contano molto. Cremonese e Perugia non si fanno male, in uno 0-0 che va meglio ai Lombardi ed è proprio su gli umbri che bisogna fare la corsa, apparsa tra le altre la compagine più in difficoltà, con un organico però superiore alla media. La vittoria della Juve Stabia sul Chievo, mette paura ma ha anche il suo rovescio della medaglia. È vero i campani distano una sola distanza, ma la loro vittoria affonda ulteriormente un Trapani sconfitto all’Arena Garibaldi di Pisa ed in forte crisi societaria. È dell’ultima ora la messa in mora della società da parte dei giocatori. Al prossimo turno ci sarà proprio Trapani-Pescara. In più hanno mandato al tappeto i veronesi usciti dal gruppo di quelle che rincorrono la serie A e potrebbe essere una cosa positiva in vista dello scontro diretto dell’ultima giornata. In mezzo a questi due match c’è il già retrocesso Livorno, in un calendario che rappresenta l’unico sorriso in casa dannunziana. Sarà forse per questo che nell'intervista di fine partita il presidente Sebastiani appare piuttosto rilassato. Vede l’ennesimo pareggio come un punto utile conquistato, contesta in generale le terne arbitrali sopratutto in riferimento al match precedente in laguna e i cali di concentrazione della squadra, che con Sottil ha ritrovato sicuramente più brio, li attribuisce al caldo di luglio e all’impossibilità di allenarsi durante il lockdown. Non ha nulla da recriminare invece sulla gestione del attuale stagione se non per i troppi infortuni subiti. Personalmente su questo ultimo punto qualcosa da dire c’è. In primis gli infortuni ci sono stati perché si è preso giocatori non proprio in perfette condizioni fisiche Tuminiello e Pucciarelli su tutti e questo c’era da aspettarselo. Quando è stato esonerato Zauri, non bisognava puntare ancora su un emergente come Legrottaglie e chiamare fin da subito il tecnico ex Catania. Ed infine l’errore più grande: il mercato di riparazione. Con una squadra già in palese difficoltà, là si va ad indebolire con la cessione di un uomo di qualità come Machin. Di contro vengono presi rigorosamente in prestito un impalpabile Pucciarelli e il buon Clemenza utilizzato soltanto ora dal nuovo mister. Non sono arrivati né la tanto desiderata punta, reparto affidato al solo stanco Maniero e ne un play maker in grado di sostituire il sempre infortunato per l’ appunto Palmiero. L’ultimo suo pensiero è poi rivolto ai tifosi, dove un calcio senza pubblico può anche chiudere i battenti. Una tifoseria quella Adriatica ormai delusa e sempre più distante da questa società, da cui ci si sente presi in giro. In altri tempi nelle stesse condizioni si sarebbero fatti sentire sia in contestazione che con rumorose forme d’incitamento per una squadra che ha bisogno della sua gente per venirne fuori, ma nella città serpeggia sempre più l’idea di toccare il fondo e magari ritentare la risalita con altre sapienti mani volte a fare il bene della maglia biancazzurra e non solo dei propri interessi.