Era nell'aria, era prevedibile, e solo il pareggio interno dei nerazzurri placa un pochino l'amarezza.
La Juve perde meritatamente al San Paolo contro il Napoli di Gattuso. I partenopei venivano da quattro partite casalinghe consecutive con zero punti guadagnati, e mai occasione era più ghiotta di questa.
Per la legge dei grandi numeri, per una questione di aspettative, la vittoria del Napoli era, per il sottoscritto quasi scontata. Primo perché ero convinto che gli uomini di Gattuso sotto il profilo della voglia, della rabbia e della volontà di riscatto, avevano molto di più da mettere in campo rispetto ai bianconeri, poi perché il pareggio di mezzogiorno dei nerazzurri avrebbe tolto ai giocatori bianconeri un po' di mordente, e così è stato.
Il Napoli senza fare nulla di clamoroso mette in campo ciò che serve per mettere in difficoltà la squadra di Sarri, cioè, si mette lì compatta, corta, pressing, corsa e raddoppi per novanta minuti e chiusura di tutti gli spazi, e questo basta per disinnescare ogni velleità dei bianconeri. La partita fatta dal Napoli la fai solo in determinate condizioni, quando sei una provinciale e ti giochi la partita della vita, o quando vieni da un periodo da incubo, ti chiami Napoli e ricevi al San Paolo la Juve, e sai che con lei ti giochi sempre la partita della vita. Una partita che non sei riuscito a fare prima e che difficilmente farai dopo.

La Juve male, molto male. Non discuto le scelte tecniche di Sarri, ma l'atteggiamento della squadra, l'attenzione, l'agonismo non sono stati all'altezza della situazione. Non mi preoccupa la classifica, passare il turno con la trasferta a Napoli ed avere tre punti in più rispetto all'Inter mi fa stare tranquillo, però non mi è piaciuto niente stasera. La Juve abituata a gestire a centellinare le forze mentali e fisiche per tutta la stagione, non si esalta e non si abbatte per una vittoria o una sconfitta, tiene sempre tutto sotto controllo. La differenza con squadre come il Napoli è tutta qui. Il Napoli viaggia a metà classifica in una annata deludente, eppure batte la Juve e a fine partita sembra abbia vinto la Champions Legue, mentre se avesse vinto la Juve andando a più sette, non sarebbe cambiato nulla.

La Juve è e rimane un cantiere aperto, alterna buone partite dove riesce a mettere in pratica ciò che gli viene chiesto, e altre dove invece, tutto rimane nelle intenzioni e sul campo non succede niente. Quando ci sono i tre punti da ottenere a tutti i costi difficilmente la Juve sbaglia, quando invece può abbassare la tensione, si adagia e sbaglia. Sono le due facce della stessa medaglia. Bisogna essere consapevoli del momento, di cosa ha davanti la Juve da gestire per il proseguo della stagione, non si possono vincere tutte le partite, non si può sempre essere al cento per cento, soprattutto quando giochi anche infrasettimanale, e quindi niente drammi, niente processi e avanti. Tutto serve per crescere, di lavoro da fare, lo sappiamo, ce n'è tanto da fare, però la strada è giusta.

La Juve non è perfetta, non è una macchina con tutti gli ingaggi apposto, e per quello che è attualmente, serate così ci possono stare, se una sconfitta deve arrivare ogni tanto, meglio in serata "indolore" come questa. La Juve aveva in testa una partita di contenimento, sapeva di come avrebbe interpretato il Napoli e nelle sue intenzioni era di lasciarlo fare, per sfruttare le ripartenze, e di portare la gara sul pareggio verso la fine partita per poi tentare il colpo, tenendo, nel peggiore dei casi il pareggio. In realtà ci ha pensato il portierone polacco a regalere il primo gol, con una respinta sui piedi di Zielinski, colpevolmente lasciato libero da Cuadrado. E poi da lì il Napoli si è gasato e ha raddoppiato le energie in piena trans agonistica e la Juventus non è riuscita a reagire. I terzini sono i veri problemi di questa squadra, Cuadrado ha tanta voglia ma troppo spesso ha delle amnesie difensive che mettono in evidenza il fatto che quello non è il suo ruolo. Mentre Sandro continua a non essere ne carne ne pesce. Purtroppo ciò che di buono fanno i centrali viene vanificato dagli esterni.

La partita è andata così e le parole di Sarri appena sentite portano nella mia analisi. Sarri: "partita mentalmente sbagliata, partita blanda, i ragazzi pensavano di vincerla passeggiando".
Questa è la dimostrazione di quanto sia difficile cambiare la mentalità di una squadra che da anni è abituata a gestire le partite così.