Milan. Una storia infinita, un amore per milioni di appassionati.

Ma gli ultimi anni, dal post Berlusconi in poi, sono stati un calvario che il popolo milanista non merita. Uno stillicidio di allenatori alle prime esperienze, di giocatori svogliati e strapagati, di dirigenti neofiti, di pseudo Presidenti, di frasi condite di parole dure come debiti, bilanci, accordi… insomma una passerella continua di figurine e figuranti per dirla alla Tiziano Ferro.  
E tutto questo teatrino davanti agli occhi di un popolo incredulo e ferito, amareggiato ma mai domo, nella perenne speranza di una svolta, di una maledetta luce in fondo al tunnel.

Ora però il popolo rossonero è arrivato al culmine. Il vaso è pieno, e non basteranno delle vittorie per cancellare questo sfacelo. Questo ovviamente è il mio pensiero da innamorato, e quindi tralascio discorsi tecnici che pure ribollono nella mia mente come nei milioni di tifosi rossoneri.
Penso ingenuamente che l’attuale proprietà (un fondo con scopi di lucro) non possa pensare di realizzare dei proventi a fronte di un crollo dei risultati sportivi come sta avvenendo.
Lo stadio? Certo... Allora ditelo chiaramente. Prendere un brand e rivenderlo appena possibile con un lauto guadagno è l'unico vero SCOPO. Punto. Ma nel calcio come nello sport in generale i proventi dipendono soprattutto dai risultati.
Detto degli evidenti errori emersi palesemente sotto gli occhi di tutti (dal management, al tecnico, ai giocatori) se non vogliamo farci ridere dietro dal mondo del calcio nazionale e internazionale, ORA non DOMANI urge una sterzata.
Un Direttore Sportivo esperto e navigato al posto di comando, fine del duopolio farsa Boban-Maldini (uno solo resti), giocatori messi di fronte alle proprie responsabilità (tradotto: via a gennaio o panchina o riduzione dello stipendio per chi dimostra di NON esserci con la testa, altro che rinnovi), dentro solo giocatori MOTIVATI), tentativo nel mercato di riparazione di portare in rosa almeno 3 giocatori (anche tra gli svincolati e pure over 30) con esperienza internazionale e con le palle (tipo il sig. Mandukic per capirci).
Perchè la pazienza è davvero finita.