Prima di fare la cronaca della cronaca, giusto due parole per descrivere una delle più deprimenti partite della Juve: fino a domenica sera pensavamo di avere, almeno nella bruttezza del gioco, un elemento distintivo che ci aveva sempre finora permesso di farci riconoscere da tutti. Ebbene, finalmente siamo riusciti, domenica sera, a trovare una squadra e un allenatore capaci di essere ancora più cortomusisti di chi il cortomusismo l’ha inventato. A farci fare un figurone, di quelli che solo Sarri con la sua Lazio era stato capace di regalarci, ci ha pensato Mourinho, personaggio di tale e tanta inaudita sfacciataggine da costringerci, ogni volta che pensiamo che il limite alla tracotanza e alla maleducazione sia stato raggiunto, a ricrederci e a dover ammettere che la faccia da culo non ha limiti.
Mourinho mi ricorda Sergey Bubka, che per mettere su qualche soldo, ad ogni manifestazione ufficiale, non mancava mai di far registrare un nuovo record del salto con l’asta. Avrebbe potuto segnare una volta per tutte IL suo record, invece, furbescamente, il buon Sergey ad  ogni manifestazione faceva un nuovo record, ottenuto migliorando di un centimetro quello precedente, e riscuotere il relativo premio. Fu così, che da 5 metri e 70 centimetri, arrivò, segnando 35 piccoli nuovi record, alla quota di 6 metri e 16 centimetri. Bubka è stato senza dubbio l’atleta di salto con l’asta più forte di tutti i tempi, ed anche un grandissimo... paraculo.
Mourinho, è invece stato, ed è, il più grande paraculo della storia del calcio, ed anche un discreto coach, se nonostante la pochezza dell’organico che ha a disposizione, è riuscito a battere in bruttezza persino la Juve. Lo special one della sfacciataggine ha sempre nel suo cilindro un nuovo coniglio. Tu pensi che anche in quella testa, come in quella di ogni essere umano, alberghi il senso della vergogna, e ti prepari ad assistere ad un’intervista in cui mostri di avere riconoscenza nei confronti della sorte, che gli ha regalato una vittoria che neanche lui aveva ancora capito come fosse arrivata.
E invece, antipatico come la morte, si presenta ai microfoni con un muso lungo come se gli fosse capitata una disgrazia di quelle grosse. Invece di riconoscere, come chiunque dotato di un minimo di senso del pudore, che la Juve era stata letteralmente defraudata di una vittoria che avrebbe strameritato, torna ancora una volta, dopo una settimana, a fare l'offeso per chissà quale frase detta dal quarto uomo nella scorsa partita.
Povero Mou, talmente sensibile che fra vent'anni ancora starà lì col muso lungo a rimuginare su ciò che di cattivo gli avrà detto quel gran cattivone del quarto uomo. Tu ti aspetti uno che abbia un sorriso a 32 denti e ti vedi arrivare uno che si lamenta ancora adesso di un'espulsione a cui avrebbe dovuto far seguito, come normalmente succede, anche una squalifica che sarebbe capitata proprio con la Juve.
Ma esiste ancora sulla faccia della terra qualcuno che, anche se e tutto normale e tutto regolare abbia il coraggio di prendere una decisione che sia a vantaggio della Juve? Mai sia! I giornalisti gli fanno notare che ha vinto e che forse non sarebbe tanto di cattivo gusto se dimostrasse di essere contento, ma lui no, continua con la sua stucchevole sceneggiata. E meno male che gli è capitato di allenare la Roma, immaginatevi voi cosa sarebbe successo se fosse capitata questa cosa con lui allenatore del Napoli. Chissà due piagnoni come lui e De Lamentiis che bella sceneggiata avrebbero inscenato. Ricordiamo che da sempre le migliori sceneggiate sono napoletane, O’ zappatore di Mario Merola non l’abbiamo inventato noi. Pietra miliare della cultura Partenopea, personaggio di primaria importanza. Secondo solo a Masaniello.

Ancora una volta quindi Mourinho ha trovato modo di far parlare di sé, e di allontanare l'attenzione dei giornalisti da ciò che invece avrebbe meritato di essere trattato in modo più dettagliato, sto parlando della mitragliata di calcioni che Mancini ha rifilato al povero Kean, il quale, dopo averne ricevuti quattro o 5, comprensibilmente reagisce e ne rifila uno anche lui a Mancini. Il quale dopo tre o quattro secondi si ricorda che l'arbitro in genere per interessarsi di qualcosa deve vedere qualcuno cadere per terra, per cui, decide, dopo un ritardo ridicolo di almeno tre o quattro secondi, di lasciarsi cadere per terra.
Maresca, furbo come una cinciallegra cresciuta in cattività, per giunta ubriaca, si fa letteralmente prendere in braccio da Mancini. La cosa più triste di tutto questo è stata la mancanza di vicinanza mostrata a Kean dai suoi stessi compagni della panchina. Non uno che si sia avvicinato a lui per rincuorarlo, nessuno che lo abbia seguito negli spogliatoi per consolarlo. Nemmeno una voce che abbia speso una parola in difesa del povero Kean nelle dichiarazioni del post partita. Intendiamoci, tutta gente che se avesse subito quella sventagliata di calci alla gamba avrebbe reagito come o peggio di Kean.

Mourinho, come si dice a Matera: piange e frega a Cristo.
Ma c'è di più: persino Allegri che dovrebbe essere il primo a difendere il suo calciatore, preannuncia multe e sanzioni disciplinari nei suoi confronti. Ma lo volete capire o no che questo povero Cristo, dentro lo spogliatoio, è un corpo estraneo che nessuno considera minimamente? Perché sarebbe un ottimo giocatore se avesse attorno a sé della gente che gli volesse bene, che gli dimostrasse fiducia, invece di metterlo sempre in panchina. Non dico che Vlahovic sia uno scarsone, per carità, ma esistono quei casi in cui dei giocatori fortissimi quando giocano in alcune squadre, quando si trasferiscono in altre non trovano l'alchimia che li porta a rendere come o più di prima. Questo è il caso di Vlahovic; giocatore fantastico finché era alla Fiorentina. Giocatore praticamente imbrocchito adesso alla Juve dove non riesce a proteggere una palla, e per fare gol devono spostargli la porta. Il bello è che gli hanno messo a fianco uno come Di Maria, che con quegli occhioni sempre lucidi da cerbiatto impaurito qualche palla glie l’ha anche passata in questi mesi, ma lui e sempre dove non deve essere o se vogliamo non è mai dove dovrebbe essere. Ogni settimana che passa il valore del suo cartellino decresce di qualche milione. L'auspicio è che venga venduto quando ancora il suo valore è espresso da numeri reali positivi e non negativi o immaginari.

Allegri, in evidente stato confusionale, verso la fine della partita va a togliere Kostic che è l'unico che salta sempre l'uomo, e ogni volta che gli viene data la palla ne fa sempre buon uso, peccato che i suoi cross finiscano dalle parti (appunto) di Vlahovic che ormai con la palla ha un rapporto di odio odio.
Ma tutto va bene, l’importante è che il povero Moise abbia ben chiaro in testa che può darsi da fare quanto vuole, ma sempre giocatore da panchina rimarrà.

Volendo farmi del male, decido di seguire anche l'intervista fatta a Capello, il quale, ricordiamocelo, andandosene dall'Inghilterra non ha certo lasciato giocatori che abbiano pianto vedendolo andare via. Sembra che soprattutto in quel periodo Capello abbia dato dimostrazioni di avere una serie di manie e di fissazioni che mai ti aspetteresti da una persona che ha il compito di dirigere un gruppo numerosissimo di professionisti. E questo personaggio qui, con quella faccia che si ritrova, si permette di dire che Kean è stupido, che parlare con lui non ha nessun senso e che è solo tempo sprecato. Praticamente l'ennesima riedizione del classico bue che dice cornuto all'asino. Ma come si può permettere, costui, di affermare queste cose con milioni di telespettatori che ascoltano? E soprattutto, come ha potuto la Juve comminare a Kean una sanzione, invece di difenderlo e di zittire chiunque abbia in questi giorni offeso la sua onorabilità, il suo essere uomo ancor prima che giocatore.

Domenica sera ho provato grande tristezza per questo ragazzo, che si ritrova tutti contro, persino i suoi compagni di squadra, per i quali tantissime volte si è sacrificato. Mi ricordo di tante volte in cui Allegri lo ha fatto entrare a 5 minuti dalla fine, roba da sputargli in un occhio, con tanto di lenzuolo posizionato attorno al volto per maggior garanzia di essere precisi, alla Totò, per la mancanza di rispetto dimostrata. Eppure lui ogni volta è entrato in campo umile, determinato, sempre a fare pressing. E’ chiaro che può succedere che se uno ti prende a randellate ti vengano la tentazione di rispondere, e magari di trovarti fregato perché l'arbitro si lascia abbindolare da Mancini, che dopo aver subito li calcio si butta a terra con ritardo grottesco. Kean a mio avviso andava difeso fin dal primo istante, perchè era evidente che fosse rimasto vittima di una trappola.
Complimenti quindi a chi si è fatto fregare in tempo reale, e anche da chi si è fatto fregare riguardando con comodo da 1000 inquadrature la scena dalla sala VAR, da cui almeno una segnalazione della provocazione iniziale e del ritardo con cui Mancini si butta, sarebbe dovuta arrivare.
Non sarebbe forse valsa una rettifica del provvedimento nei confronti di Kean, ma almeno un giallo all’odioso Mancini, almeno quello ci sarebbe potuto stare. Ma OK così, tanto a subire è la Juve, con un Mourinho teoricamente squalificato, puntualmente in campo. E pure col broncio!
Come un bambino.
A subire è Kean. Tranquilli tutti. Possiamo pure dirne peste e corna, si tratta in fondo solo di Kean.
Se non l’ha fatta grave abbastanza… la farà!