Cristo si è fermato a Eboli, un'opera di Carlo Levi, datata 1945, dalla quale emergeva un quadro assai preoccupante circa le disumane condizioni in cui versava la popolazione contadina lucana. Lo scrittore torinese, calcisticamente parlando, fornisce uno spunto di riflessione, del tutto ignorato dai commentatori e dall'opinione pubblica in generale. Il Meridione d'Italia è pressoché scomparso dalla carta geografica del pallone. La massima divisione, ai nastri di partenza, contemplerà due sole squadre del Sud, il Napoli e il Lecce. Passiamo all'analisi, regione per regione, di quello che era l'antico Regno delle Due Sicilie, in un'ottica tutt'altro che storica o politica.

Abruzzo

Il Pescara, unica compagine abruzzese ad aver calcato i campi di Serie A, è una squadra-ascensore per eccellenza. Si è sovente contraddistinta per promozioni e retrocessioni consumate nell'arco di pochissimo tempo. Dopo i fasti di Zemanlandia e la risalita con Massimo Oddo, recentemente, le sabbie mobili della serie cadetta hanno inghiottito le velleità dei biancazzurri. Verratti, Immobile e Insigne hanno spiccato il volo nel firmamento del grande calcio, agli ordini di mister Zeman. La mancata lungimiranza nella programmazione e squadre dalle fatiscenti fondamenta impediscono un duraturo percorso in Serie A. Unica speranza di risalita sono gli attuali play-off di Serie B.

Puglia

Finalmente è tornato! Il Lecce di Fabio Liverani, alla seconda promozione consecutiva, torna a respirare l'atmosfera delle grandi occasioni. Impantanato per diverso tempo in Serie C, ha disputato un campionato cadetto al di sopra delle aspettative, preceduto solo dal Brescia. Bravo Liverani. Bravo il DS Meluso. Occhio a Petriccione, Falco e La Mantia.                                                                                                                                       Fa un brutto effetto vedere il Bari in D, parliamoci chiaro. Dura lex, sed lex, in presenza di un annunciato fallimento come quello capitato e pronosticato ai galletti. Aurelio De Laurentiis, mecenate della ripartenza, imbastirà una squadra sicuramente competitiva per affrontare il prossimo campionato di terza serie. Mister Cornacchini, confermato alla guida, sentitamente ringrazi(er)à.                                                                                    Zemanlandia sparge un po' dappertutto semi di vedovanza. Probabilmente la nicotina contenuta nelle sigarette del boemo è direttamente proporzionale alla dipendenza creata dal suo gioco, in alcuni punti della Penisola. Vedere per credere a Foggia: Signori, Baiano e Rambaudi, manco a dirlo, un passato non così lontano, ma neppure troppo vicino. Retrocessa, sul campo, in C, la squadra dei Satanelli spera in un ripescaggio della giustizia sportiva, dopo il caso-Palermo. Il divenire foggiano pare fermarsi allo Zac. Sempre pieno, a prescindere dalla categoria.

Campania

Occhio al Benevento, candidato numero uno alla vittoria dei play-off. Una stagione in A, tanta confusione. Note positive: primo punto acquisito grazie al tuffo di Brignoli e le alchimie tattiche di Roberto De Zerbi. Il patron Vigorito ambisce ad una immediata risalita, potendo contare su una discreta disponibilità economica. Insigne Jr. punta, invece, al ricongiungimento familiare, con il più noto fratello.                                                                           Il lupo irpino ha smesso, ahinoi, di ululare quest'estate, ça va sans dire, per causa fallimento. Fortunatamente, il primo step verso il ritorno nel calcio che conta è stato messo in atto. Il girone C di Serie C del prossimo anno avrà la fortuna, fra le tante cose, di annoverare uno dei mostri sacri del calcio di provincia. Qualcuno chieda a Claudio Lotito quale sia il piano che ha in mente per il futuro della sua Salernitana. La piazza di Salerno non merita tanta incertezza, dati l'amore e la passione costantemente profusi dai supporters granata. Rivedere per favore la coreografia celebrante il ritorno in B: "Because I'm happy". B gigante naturalmente e una emoji sorridente, a rispecchiare il sentimento di una città. 

Calabria

Massimé pari 'na molla. Catanzaro, negli anni '80 era Monarchia assoluta. Il Re era Massimo Palanca, baffuto folletto, autore di ben 13 gol da calcio d'angolo.  Avete sentito bene, calcio d'angolo. "L'etat c'est moi". Claudio Ranieri ha indossato, inoltre, la fascia da capitano. Carletto Mazzone, seduto per qualche tempo in panca, lanciava urla e indicazioni in romanesco.                                                                                                                                      "Ohi ma' chi d'è su Cutrone", era l'urlo della Curva crotonese che ha accompagnato i rossoblu in A. A tutto il resto pensava Rino. Proprio lui, Rino Gaetano. Crotonese di nascita e romano d'adozione. "Ma il cielo è sempre più blu", non è solo un inno generazionale, ma l'inno della Crotone calcistica, oltre che della Samp. La famiglia Vrenna, dopo un'annata un po' sottotono, di sicuro, tenterà di alzare l'asticella nel campionato venuro.                      Walter Mazzarri ottiene la salvezza dopo la penalizzazione post-Calciopoli. Ciccio Cozza inventa. Rolando Bianchi, Nick Amoruso, Bonazzoli e tanti altri ancora iscrivono, di diritto, la Reggina nella nostalgia calcistica. Dalla programmazione di Lillo Foti alle ambizioni di Luca Gallo. Buone speranze di risalita in riva allo Stretto.

Sicilia

Dall'altra parte dello Stretto imperversano venti di Serie D. Storari, Zoro, Arturo Di Napoli o le acrobazie di bomber Zampagna non sono fossili di chissà quale era geologica. Un passato recente che stenta a tornare nella città del professor Scoglio.                                                                                                                                              Obliterato il biglietto per "i treni del gol", una delle eccellenze della provincia italiana, non ha più ritrovato il binario giusto su cui immettersi. C'è poco da ridere, essendo "i treni del gol" l'ennesimo capitolo nero del sistema. Eppure il Catania e tutto il contesto cittadino davano spettacolo. Simeone, Mihajlovic, Montella, Maran. Si forgiano allenatori, venghino signori venghino.                                                                                                             I Bilanci del Palermo. Sorriso perenne a trentadue denti. Vedesi (o vendesi) Dybala, Pastore, Cavani, giusto per esporre un piccolo quantitativo di quella pregiata gioielleria. Oggi, gli stessi bilanci piangono lacrime amare. Non per loro cagione. Una piazza del genere non merita la C. Punto e basta.

Questo è quanto, dunque. Se l'Emilia Romagna colonizza la geografia della A, la Calabria o la Sicilia latitano. I grandi presidenti, nel Meridione, non esistono più. Nicola Ceravolo, numero uno del Catanzaro, era vicepresidente FIGC. Lillo Foti ha traghettato la Reggina nei suoi anni migliori. Pulvirenti, prima dei famigerati "treni" collezionava allenatori, come accennato poc'anzi, e plusvalenze (Malaka Martinez o Papu Gomez su tutti). Oggi sono pochi gli imprenditori a credere e a investire nel mondo del pallone. Mancano le strutture e il sostegno da parte delle istituzioni locali. L'unica cosa certa è che si è aperta una "questione meridionale" pure in ambito calcistico. Non è solo la storia ad aver generato una voragine tra il Nord e il Sud.