Dopo 4 giornate il Torino è l’unica squadra ancora ferma al palo con zero punti, senza dimenticare però la partita ancora da recuperare contro il Genoa. Vista da così potrebbe sembrare solo un campanello d’allarme che ci può stare ad inizio campionato quando le compagini sono ancora in fase di rodaggio. Ma in casa Toro dopo i veleni della partita persa con il Cagliari, l’idillio tra il tecnico Abruzzese e la società sembra già essere al capolinea. 

Giampaolo 
L’errore del ex Milan è quello di essere un allenatore troppo integralista. Nel calcio moderno non c’è più spazio per i monotematici, il fisso 4-3-3 Zemaniano ormai è andato in naftinalina. In panca bisogna essere camaleontici cercando di trarre il meglio dagli uomini messi a disposizione. Per fare un esempio, proprio il suo concittadino Di Francesco sabato ha abbandonato il 4-3-3 per passare al 4-4-2, favorendo le caratteristiche del miglior uomo in rosa Joao Pedro. Stessa cosa nel posticipo serale tra Roma e Benevento dove un Fonseca sempre sulla graticola a partita in corso ha svariato dal 4-2-3-1 iniziale al 3-4-3 finale, smuovendo Cristante come un pedone negli scacchi. Se il trequartista non c’è l’hai è inutile puntare sul rombo snaturando i giocatori. Lukic dietro le punte è l’esempio più lampante.

Mercato sbagliato
Anche se per il fondamentale ruolo di uomo dietro le punte, il primo nome chiesto era quello di Gaston Ramirez suo pupillo, ma la società ha preferito andare avanti con Verdi, a fronte del forte esborso economico della passata stagione. Poco preso in considerazione però dal tecnico, tanto che gli è stato preferito prima il partente Berenguer e poi appunto il giovane serbo. A centrocampo i fari erano tutti puntati su Torreira, poi finito all’Atletico Madrid. Un mediano interditore moto perpetuo davanti la difesa, bravo nel impostare la manovra grazie alle qualità acquisite da ex centravanti. Invece è rimasto il roccioso Rincon più adatto ad interrompere le trame avversarie che a far ripartire l’azione. Per non parlare del ultimo acquisto Bonazzoli, giocatore dalle forte potenzialità, ma più un vice Bellotti che un suo partner d’attacco, che non ha quelle caratteristiche di movimento richieste dal trainer di Giulianova.

Aria di crisi
Tra il nuovo direttore sportivo Vagnati e Giampaolo in questa estate di mercato non ci deve essere stata una grossa sintonia. Quello che lascia perplessi tifosi e critica, è il perché prima si decide di affidare il progetto ad un allenatore con il suo credo e poi però non viene accontento in nessuna delle sue richieste, Linetty escluso. Qualcosa nel cammino deve essere andato storto, i mancati investimenti del presidente Cairo potrebbero essere una delle tante risposte. Nel intervista del dopo Cagliari alla domanda del mancato schieramento di Gojak, il mister ha risposto molto seccato: “Lo abbiamo preso più come mezz’ala che come trequartista, lo vedo più arretrato. Ma non fidatevi dei video perché sono fuorvianti, io devo ancora conoscerlo…”. Una stoccata che ha aperto la prima crepa con i vertici societari. A conferma di tutto ciò nella giornata di lunedì è stato avvistato il presidente Cairo con Giampiero Ventura. Un colloquio cordiale come spesso accade, ma che potrebbe portare ad un clamoroso esonero se non dovesse esserci un’inversione di tendenza. In tanto Venerdì c’è la difficile trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo, che rappresenta per Giampaolo già il primo snodo da dentro o fuori ….