Crisi, pochi soldi e un mercato al risparmio.
È questo quello che caratterizza da anni il calcio italiano, con acquisti sempre meno costosi e che, fatte alcune eccezioni, punta su acquisti a basso costo.
A fare da padroni, quindi, prestiti con diritto di riscatto, trasferimenti a parametro zero e contro partite tecniche. Questo, ovviamente, non vale solo per le piccole e medie squadre, ma anche per quelle più blasonate. Basti pensare all'arrivo di Sami Khedira alla Juventus l'anno scorso o a quello di Lucas Leiva alla Lazio.
Insomma, i grandi nomi attesi difficilmente sono arrivati. Tranne in casi particolari e dopo grandi cessioni e rinunce. Per rimanere sempre tra i club più blasonati e tra coloro che hanno potuto fare acquisti, balza senz'altro agli occhi la cessione di Paul Pogba dalla Vecchia Signora al Manchester United per 100 milioni di euro circa. Solo così i bianconeri hanno potuto rinforzarsi. 

Nonostante questa ampia premessa, però, c'è da dire che la Serie A, in fin dei conti, in termine di valore assoluto, non è una competizione così povera come si pensa. Il massimo campionato italiano, infatti, vale circa 3,5 miliardi di euro. Il terzo più ricco del Vecchio Continente.
Davanti al tricolore ci sono Premier (6,5 mld circa) e Liga Spagnola (quasi 4,3 mld). Tutti gli altri stanno più in basso, a cominciare dalla Bundesliga, poco più di 3 miliardi, e dalla Liguria 1, nonostante la presenza degli sceicchi di Paris San Germain e Monaco e i loro acquisti milionari.

Sicuramente, a mettere in difficoltà le strategie di mercato del calcio italiano sono alcune falle nel sistema. Tanto per cominciare i diritti TV, probabilmente non all'altezza, ma anche l'assenza per molti club di stadi di proprietà, autentica differenza negli introiti e nel merchandizing degli altri tornei europei.

Volendo strappare un sorriso amaro e trovare un po' di soddisfazione è pensare ai risultati ottenuti fino a questo momento nelle competizioni che contano. Tutte le partecipanti a Europa e Champions League hanno fatto bene nella fase a gironi e sono uscite solo nelle fasi finali degli scontri diretti.
Atalanta e Milan non hanno sfigurato in Europa League contro avversari di spessore, rispettivamente Borussia Dortmund e Arsenal. Nella Coppa dalle grandi orecchie la Juve è riuscita a superare il difficile ostacolo Tottenham, mentre la Roma ad avere la meglio sullo Shangar. 

Risultati importanti per tenere alto il nome e l'onore di quello che, negli anni '90 era forse il calcio più bello e ricco in assoluto.
Tempo, tenacia e una piccola rivoluzione saranno gli ingredienti che potranno risollevare la situazione.