Cristiano Ronaldo alla Juventus: tutto in una settimana tra le più febbricitanti della storia del calcio. Euforia a mille dei tifosi bianconeri fino al bagno di folla che ieri ha accolto a Torino il fuoriclasse portoghese. Sicuramente, quando parliamo di un giocatore che ha vinto 5 palloni d'oro, discutere le sue qualità diventa quasi da pazzi. Ma a parte tutta l'estasi collettiva, dei tifosi juventini ma anche degli amanti del calcio in generale, adesso è doveroso fare una lucida considerazione, discutibile in quanto personale, ma proprio per questo legittima.

L'obiettivo dichiarato di CR7 è riportare la Champions nella Torino bianconera. L'hanno invocata ieri i tifosi, lo sanno bene dirigenti, allenatore e lo stesso Cristiano l'ha affermato. Insomma tutti aspettano la coppa dalle grandi orecchie. Ma proprio per questo si rischia di cadere e la storia lo insegna.

Ronaldo fa fare alla Juventus un indubbio salto di qualità è vero, ma è altrettanto concreto il pericolo di cullarsi sugli allori, quasi ad aspettare e aspettarsi a maggio il naturale compimento di un qualcosa che ad oggi si ritiene ovvio.

Ora però, credo che bisognerebbe riflettere, comprendendo che per un tifoso bianconero adesso è impossibile e naturale non farlo, sul fatto che nessun giocatore, neanche i più grandi al mondo come Cristiano Ronaldo ha mai vinto trofei da solo. La storia del calcio ci insegna che è il collettivo alla fine ad essere premiato, non il singolo.
L'emblema è l'Inter mourinhana del 2010. Una squadra che vinse tutto da squadra appunto. Un gruppo che fece del gruppo la sua arma letale.

Tornando più indietro nel tempo, tutti ricordiamo i trionfi del Napoli di Maradona e pochi forse ricordano i suoi compagni, determinanti nel raggiungere i traguardi a cui arrivò quella squadra.
E sarebbe bene ricordare, a testimonianza di ciò, che lo stesso Real Madrid quest'anno ha vinto la Champions League con un Ronaldo ben poco incisivo nei momenti più importanti. E questo è un dato di fatto!

Per cui l'invito è quello di spezzare adesso l'entusiasmo generale; ce n'è stato fin troppo, e concentrarsi sul campo, perche' alla fine è solo lui, al di là dei nomi, l'unico giudice sovrano.