Cristiano Ronaldo e Mckennie. Al momento sono queste le vittime eccellenti del rapporto tra la Juventus e il covid-19. I bianconeri si trovano chiaramente davanti a un bivio e l’apprensione cresce in maniera esponenziale. Il contagio aumenterà? Volendo analizzare la vicenda da un profilo prettamente freddo e aziendalista, si direbbe che la situazione di CR7 è molto meno pericolosa rispetto a quella del collega texano. Il primo, infatti, si trovava in Nazionale da giorni. Il secondo, al contrario, si allenava con i compagni alla Continassa. La differenza è palese e comprensibile a chiunque con l’americano che rischia di decimare la presenza dei suoi colleghi mentre lo stesso non vale per il portoghese.

Qualche giorno fa scrissi che la bolla, o “bubble”, stile NBA non avrebbe rappresentato una soluzione idonea perché priva della socialità le persone e questo è assolutamente disumano. Chiarii, però, che avrebbe potuto costituire l’estrema ratio e comunque deve prevedere la possibilità di incontrare certamente i famigliari. Penso che siamo arrivati al dunque. Se si vuole portare avanti il circo, inteso con accezione soltanto positiva, occorre adeguarsi al momento. E’ impossibile pensare a uno stop e pure il Dottor Chiellini ha trattato di ragioni economico-sociali che non intendo ripetere per l’ennesima volta onde evitare di annoiare il lettore. Il calcio ha l’obbligo di proseguire e pare ormai non avere altra soluzione che rinchiudersi in se stesso alla stregua dei cestisti d’oltreoceano. Ciò deve perdurare fintanto che la situazione legata a questa terribile emergenza non sarà migliorata. Abbiamo osservato come, con un contesto più tranquillo, il protocollo abbia funzionato egregiamente. E’ attualmente impensabile che possa accadere lo stesso perché lo scenario è totalmente diverso. Gli atleti e i membri del gruppo-squadra, quindi, dovrebbero accettare un sacrificio che potrebbe salvare il sistema grazie a cui portano il pane sulla tavola. Non è semplice. Ne sono consapevole, ma in America ha funzionato alla perfezione. Mancano gli strumenti e le strutture per operare in una simile direzione? Allora, forse, queste persone avranno la necessità di crearsi una sorta di clausura a casa loro. Signori, purtroppo, non abbiamo altre chance.

Si dice che “non tutto il male viene per nuocere”. Non prendetemi per pazzo. Aspettate un attimo a giudicare. Il covid-19 è davvero una brutta bestia e lo vediamo ogni giorno. E’ innegabile. E’ una malattia orribile. Detto questo, fortunatamente, osserviamo anche parecchi casi asintomatici o di persone che comunque lo superano in maniera piuttosto agevole. La speranza è che non lasci strascichi sul corpo, ma anche da questo punto di vista non mi pare che la situazione sia pessima. Sino a ora, i calciatori hanno reagito piuttosto bene. Si auspica che lo stesso possa valere per Ronaldo e Mckennie. Penserete: “Vabbè! Ma non hai motivato adeguatamente la tua affermazione iniziale”. Come siete impazienti! Ora arrivo …

Anche se l’OMS pone enorme attenzione al fatto e non esclude la chance di un doppio contagio, è risaputo che si parla di casi molto eccezionali. Basti osservare quanto accaduto tra le Nostre Under 20 e 21. Date le numerose positività nel secondo team, la Federazione ha stabilito, con il beneplacito dell’Uefa, che a sfidare l’Irlanda per le qualificazioni agli Europei fosse il primo. A questo gruppo, però, sono stati aggiunti Tonali, Cutrone, Ricci e Sottil che avevano già superato il SarsCov2. Normalmente il nostro fisico ha una memoria che consente di respingere un virus già patito una volta. Oggi voglio essere molto pratico. Dando per scontato ogni utile attenzione e cura del minimo dettaglio in materia, considerando la solita banalità per cui la salute è il valore principale da salvaguardare anche per i giocatori, gradirei risultare concreto e osservare la situazione da un punto di vista freddamente aziendalista. Proprio perché non conosco lo stato d salute di Mckennei mentre so che CR7 è completamente asintomatico, d’ora in poi tratterò solo del secondo. Alla Juve e al suo campione può pure essere andata bene. Non amo gli scongiuri o la scaramanzia ma, se qualcuno ne è avvezzo, tocchi pure qualsiasi tipo di materiale. Si prenda a esempio il “caso Ibrahimovic”. Lo svedese ha passato la positività. Attenzione alla terminologia. Non ho fatto medicina, ma ho ascoltato con ammirazione il professor Bassetti. Non si parla di malattia. Ora è in salute ed è a disposizione del club. Non posso sostenere che sia immunizzato perché non ne ho le competenze e mi pare che ciò non sia garantito nemmeno da chi le possiede ma, udendo i luminari, ho compreso che le sue chance di contrarre il covid-19 si siano notevolmente ridotte. Zlatan ha saltato qualche gara in cui il Milan ha persino rischiato di uscire dall’Europa League, ma alla fine l’ha scampata e ha ritrovato il suo leader. Pensate se l’attaccante avesse trascorso la medesima trafila in un momento chiave della stagione … In quest’ottica, la strage che sta patendo la serie A potrebbe essere anche vista come una maggior sicurezza futura. Per ora nessun calciatore di quella categoria ha subito conseguenze nefaste.

Mi direte: “Ma è probabile che il tampone di Cris sia positivo per lungo tempo. Boga è rimasto ai box circa 40 giorni”. E’ vero, ma non ho mai affermato che i giocatori si siano contagiati apposta. Sarei un folle. Sarebbe stato sicuramente meglio che ciò non fosse mai accaduto come mi piacerebbe che il virus scomparisse domani mattina. Non si può, però, vivere una realtà utopistica e attualmente trascorrere quest’orribile disavventura senza conseguenze importanti deve considerarsi alla stregua di una situazione “fortunata”. La grande speranza è che Ronaldo e il texano possano rientrare in 10 giorni e con un solo test negativo. Ciò è consentito dalla nuova normativa appena entrata in vigore. Altrimenti si attenderà con la quasi certezza che, un uomo asintomatico come il lusitano, non resti bloccato per un periodo di tempo eccessivo. A proposito… Se Cristiano non fosse un calciatore, sarei certo che sarebbe così. Stando all’attuale regolamentazione, infatti, una persona che non presenta sintomi e dopo 21 giorni risulta ancora positiva, è “libera”. Ero convinto che ciò valesse anche per il mondo del pallone ma, pur spulciando attentamente il web, non ho trovato risposta. Vi propongo il quesito. E’ chiaro che, per le competizioni continentali, quest’insieme giuridico dovrebbe trovare un equilibrio con il diritto internazionale. Nasce, quindi, un interessante questione di fonti che sarebbe fondamentale spulciare e comprendere. Mi pare di avere capito, per esempio, che, per disputare le Coppe, l’Uefa richieda una negatività di almeno una settimana.

Al di là di ogni possibile soluzione, i bianconeri dovrebbero poter disporre della loro stella nella fase calda della stagione cioè quella primaverile. Il rischio di dovervi rinunciare nella gara contro il Barcellona in Champions non è allettante ma, trattandosi del girone, è un pericolo accettabile. A meno di altre clamorose disavventure, CR7 tornerà più forte di prima. Nel frattempo, quali saranno le mosse di Pirlo senza il suo campione principale? Bella domanda. Le soluzioni non gli mancano di certo, ma è vero che la Juve sta operando un importante cambio di ciclo e l’assenza di un leader come il lusitano potrebbe essere amplificata. Insomma, da questo punto di vista, non poteva esserci momento peggiore per la mancanza di Cris. La squadra necessita della sua chioccia per crescere con calma e pazienza. L’imminente serie di 7 gare in 21 giorni avrebbe potuto rappresentare un banco di prova e un allenamento importante. Il lombardo non rinuncerà mai al giocatore più forte del mondo così si potrebbe creare un piccolo squilibrio. Quando un rapporto è agli inizi, si sviluppa in maniera esponenziale. Nel momento in cui, invece, raggiunge un certo livello, la curva dei progressi inizia a rallentare. CR7 dovrà essere inserito in un meccanismo già avviato? E’ probabile. Tutto dipende dalle tempistiche di negativizzazione ai test. Nella migliore delle ipotesi, non si pone nemmeno il problema perché il Re salterebbe soltanto 2 sfide. Se, invece, le tempistiche dovessero prolungarsi, la situazione muterebbe.

Qualcuno penserà: “è impossibile che in tutto questo non inserisca, in qualche modo, la sentenza relativa a Juventus-Napoli. Eccomi qui anche se, scusate, ma mi pare molto meno rilevante rispetto alle varie situazioni di positività al covid-19 e sapete che non amo la retorica. Il 3-0 a tavolino con punto di penalità ai partenopei rappresenta una decisione corretta? Non lo so e non voglio nemmeno entrare in questo ginepraio. All’epoca credevo che non giocare quella gara rappresentasse una soluzione coerente con l’andamento del contagio in casa azzurra e la possibile derivazione dall’ecatombe genoana. Non rinnego la mia opinione e credo che quanto accaduto sia servito per apprendere informazioni importanti. Se il Grifone, in quelle condizioni, non ha creato immensi problemi a Napoli e Inter e, per ora, non ha dato alcun disguido alla Lazio, si potrebbe pensare che il Professor Galli fosse nel vero ritenendo, a Sky Sport, la teoria per cui il virus difficilmente circola all’aperto durante una gara. E’, invece, terribile all’interno del medesimo gruppo-squadra. Continuo a sostenere quindi che, in via del tutto eccezionale, il match di Torino avrebbe potuto essere rinviato ad altra data. Si sono avute ulteriori conferme della validità del protocollo almeno nei rapporti tra compagini diverse. Su questo punto si dovrebbe riflettere attentamente evitando così il ripersi di uno sgradevole equivoco come quello della sfida tra sabaudi e campani. Mi concentrerei ora sul dispositivo della Sentenza perché risulta molto interessante. Può salvare il campionato? Nì. Il Giudice Mastrandrea, infatti, non incide sul potere delle Asl di impedire una sfida, ma sulle tempistiche con cui il Napoli avrebbe subito tale blocco. Da quanto posso comprendere, mancherebbe la causa di forza maggiore perché i partenopei avevano già rinunciato al volo per il Piemonte ancora prima che l’Azienda Sanitaria Locale li fermasse in maniera inequivocabile. Al momento in cui ciò è accaduto, i campani non avrebbero comunque disposto delle tempistiche per organizzare la trasferta.

L’importante è che questi fatti non alimentino nuovi scontri politico-calcistici con il Ministro Spadafora che ha già trattato di eventuali violazioni del protocollo da parte di Cristiano Ronaldo nei suoi spostamenti tra Italia e Portogallo citando la mancanza di autorizzazione da parte dell’Autorità Sanitaria. Non credo proprio che il rientro del lusitano a Torino possa rientrare nella fattispecie citata dall’Onorevole in quanto così leggo sul sito ufficiale dei bianconeri: “Cristiano Ronaldo è rientrato in Italia con volo sanitario autorizzato dalle autorità sanitarie competenti su richiesta del calciatore e proseguirà il suo isolamento fiduciario presso il proprio domicilio”.