Cosa accadrà alla Juventus del prossimo anno? E’ questo il principale cruccio dei tifosi bianconeri. E’ logico che sia così. E’ assolutamente normale. Anzi, direi doveroso per chi è un grande supporter della Vecchia Signora. Dopo 9 stagioni, i piemontesi abbandonano la Scudetto. E’ un male, ma ci può stare. Al momento, sembra il dilemma minore. Solo ora, forse, si comprende quanto si siano sottovalutate le gioie del recente passato. Una striscia incredibile di tricolori consecutivi che ormai rendevano quella coccarda un traguardo troppo scontato. Non si festeggiava neanche più e, invece, di dovuto non esiste nulla. Sarebbe stato meglio godersi il momento senza il cruccio costante chiamato Champions. E’ diventata un’ossessione talmente forte da entrare nei meandri del DNA sabaudo. Ciò ha rappresentato un problema di cui ancora oggi si pagano le conseguenze e mi auguro vivamente che l’attuale brutta “temporada” possa risvegliare vecchi sentimenti ormai sopiti coadiuvando a cacciare i pensieri oppressivi. Questi sono sempre deleteri. Si è caduti pure nel “tranello” avversario di chi sosteneva che vincere la serie A fosse troppo semplice. Per risultare davvero forti sarebbe stato necessario trionfare oltre confine. Il traguardo non è mai stato centrato. Anzi, è giunto pure lo stop italico. Cosa accadrà ora?

Le sanzioni

Innanzitutto, occorre partire, purtroppo, da tematiche extracampo perché preoccupano non poco la Juventus. Cosa deciderà di fare l’Uefa? I bianconeri sono stati inseriti tra i “terrapiattisti” di Ceferin. Quelli che ancora non abbandonano definitivamente l’idea della Superlega rimandandola solo avanti nel tempo. Rischiano le sanzioni maggiori come l’esclusione dai tornei internazionali. Così ha confermato pure Gravina. Insieme ai piemontesi sarebbero Real Madrid e Barcellona. Milan, Inter e Atletico, invece, si inserirebbero in una linea mediana con i club inglesi che verrebbero trattati in maniera più clemente perché hanno abiurato riconoscendo l’errore. Tali parole suoneranno strane e provocano un orribile effetto anche al sottoscritto. Sembra di trattare dei vinti di una guerra. In realtà non è così ma, negli strali dello sloveno, ultimamente, si legge pure una sensazione di presunta onnipotenza che sicuramente non rende merito alla sua figura. E’ ora che plachi un tantino gli istanti e torni sulla terra. Non è un caso se #CeferinOut sta spopolando sui social. “Ne vincitori, né vinti, si esce sconfitti a metà” cantava Arisa nel 2012 giungendo seconda al Festival di Sanremo con La Notte. Quando si innescano certe battaglie, si deve addivenire a un compromesso. Penso che l’avvocato d’oltralpe sia una persona assolutamente “sgamata” e del mestiere. Conoscerà tale dato di fatto. Ha ragione Marotta. E’ inutile proseguire con le schermaglie. Urge mettersi a un tavolo e cercare di salvare il sistema. Occorre agire alla stregua di Gravina. Il Consiglio Federale ha elaborato la norma che impedisce ai club partecipanti a competizioni private di iscriversi ai campionati nazionali. Ma, soprattutto, ha imposto, per la prossima stagione, una spesa inferiore all’80pecento dei ricavi. Altrimenti, servirà una fidejussione. In sostanza: per uscire dalla “tragedia”, come definita dall’ad interista, si hanno 2 strade. La prima è quella di arricchirsi ancora maggiormente come nell’ipotesi della Superlega con JP Morgan. La seconda prevede l’abbattimento dei costi. Al momento pare prevalere l’ultima ipotesi, ma è chiaro che oggi si necessiti comunque di denaro. L’Uefa, quindi, dovrebbe redistribuire meglio i propri ricavi e credo che in futuro si tornerà a trattare di un torneo simile a quello appena abbattuto. Potrebbe non avere il medesimo nome. Immagino che, assieme agli inviti, proponga pure parecchi posti assegnati per merito sportivo e sia sotto l’egida delle istituzioni calcistiche. Serve anche affinché il pallone mantenga in suo appeal.

Capitano, oh mio capitano!

Le questioni esterne al prato verde non finiscono qui. Occorre parlare di Andrea Agnelli. Trattando del Presidente non si può che considerare quanto fatto negli ultimi 10 anni e occorrerebbe quantomeno ergergli una statua nei pressi della Continassa. Ha vinto 9 Scudetti, 4 Coppe Italia e 5 Supercoppe Italiane giungendo in 2 occasioni alla finale di Champions League. Tanta, troppa roba. Qualche errore può essere stato commesso, ma le sue capacità sono indiscutibili. Se il rampollo abbandonerà il timone, il rischio di salutare certi fasti sarà più concreto perché, per chi subentrerà, non risulterà semplice riuscire a mantenere un livello talmente eccezionale. Quale motivo, allora, spingerebbe il capitano ad abbandonare la nave? La sua figura potrebbe essere divenuta ingombrante sia a livello nazionale che europeo. Al momento non pare essere troppo ben visto nell’ambiente. Il rapporto con i colleghi, e soprattutto con Ceferin, è ai minimi storici. La “sua testa” sarebbe l’ago della bilancia per salvare capra e cavoli?! E’ chiaro che trattasi di ipotesi personale. Rappresenterebbe l’estremo atto d’amore effettuato dal padre nei confronti della propria creatura e dovrebbe essere messo in opera soltanto se assolutamente necessario.

Nedved, Paratici e gli altri

Si giunge, finalmente, a faccende più strettamente sportive. Il resto della dirigenza? Valga quanto sostenuto per il Presidente. I successi parlano per chi la compone. E’ chiaro che, nel corso della decade, qualche cambiamento si è palesato. L’esempio più lampante è l’addio di Marotta trasferitosi all’Inter. E’ altrettanto scontato che aver scomposto il duo con Paratici abbia rappresentato l’inizio della fine della supremazia. La coppia era sicuramente la migliore d’Italia, ma anche tra le più capaci al mondo. In 10 anni, ma soprattutto nell’ultimo periodo, qualche scelta non è apparsa delle migliori. Il riferimento principale è all’esonero di Sarri sostituito da Pirlo. Con il senno del poi è molto semplice giudicare. Ho sempre detto che non avrei cacciato il toscano. Ho costantemente difeso il suo stile nonostante in molti non lo ritenessero adatto al mondo juventino. Pensavo, invece, il contrario. E’ chiaro che si parla dell’alfa e dell’omega, della a e della zeta, del più e del meno, ma proprio questa avrebbe potuto rappresentare l’arma micidiale. Il mister di Figline non ha avuto il tempo e gli uomini giusti per incidere. Nonostante tutto, ha conquistato lo Scudetto e ora è rimpianto. Quando fu sostituito dal bresciano, però, si rivelava un’incompatibilità con il globo bianconero. A quel punto, l’unica strada percorribile era la separazione. Andrea rappresentava una scommessa che pare essere stata perduta. Con qualche remora, ma l’avevo avallata. Un uomo giovane e propositivo. Un immenso conoscitore di calcio con idee moderne. Un giocatore che ha vissuto in bianconero 4 magnifiche stagioni risultate poi tra le migliori della storia del club. Credevo potesse portare “contismo” e mentalità europea. Mi sbagliavo. Per ora, non si è visto nulla del primo e davvero rari sprazzi della seconda. Non noto altri errori macroscopici e, come spiegato, pure quello narrato sembra avere molte attenuanti. Non allontanerei le figure di Paratici e Nedved. Non conosco gli altri membri quindi non li giudico. E’ logico che la personalità di Marotta manca come il pane sulla tavola e si guarda al passato con una certa malinconia. Ritengo impossibile, ormai, un ritorno del lombardo a Torino. Non sono certo in grado di sapere eventuali nomi da suggerire, ma potrebbe servire un uomo altrettanto forte. Questo è l’unico movimento che effettuerei a livello societario. Soprattutto se Agnelli dovesse lasciare, non modificherei altro onde evitare di trovarsi una dirigenza completamente nuova in un momento così delicato. Un legame con il passato glorioso è totalmente necessario.

Pirlolandia?

Si arriva, quindi, alle questioni più tecniche e alla posizione di Pirlo. Prima di tutto, però, voglio unirmi al coro unanime di condanna nei confronti degli orribili messaggi ricevuti dal figlio Niccolò. Sono stato molto toccato dal post di un diciassettenne che riceve insulti come: “Devi morire insieme a tuo padre”. Si parla di un livello talmente basso da lasciare allibiti. Becero. Non vado oltre. Manifesto la mia più grande vicinanza a chi deve subire questa situazione. Come detto, il bresciano avrebbe dovuto riportare la juventinità persa durante l’era sarrista e fornire una mentalità europea passando attraverso il suo calcio fluido. Si è trovato di fronte a una squadra totalmente nuova e infarcita di giovani. Tra questi occorre inserire pure Lui, alla prima esperienza da allenatore. L’obiettivo non è stato raggiunto. Il 3-5-2/4-4-2 liquido è un’idea affascinante e che credo sia quasi avveniristica. Funzionerà perché ha mostrato di essere un embrione parecchio interessante. Come diceva Aristotele, urge trasformare la potenza in atto. Si farà e pure abbastanza presto. Il resto non ha avuto successo, ma Pirlo sfrutterà questa prima brutta avventura per diventare un grande anche in panchina. L’ammissione esposta dopo il pareggio di Firenze è emblematica. Si aspettavano di più sia l’allenatore che la società. Poco prima della sfida contro la Viola, Paratici sosteneva che, se la Vecchia Signora raggiungerà la Champions, il mister sarà confermato. Non ho motivi per non credere al direttore sportivo, ma dubito risulterebbe la scelta migliore. Ci si trova di fronte alla tipica situazione in cui si dispone di qualcosa di magnifico, tuttavia non esistono i tempi per dargli espressione. Quello bianconero è un progetto a lungo termine? Sembra di sì, ma si possono permettere altre stagioni come questa? E’ davvero difficile pensare di reggerle anche e soprattutto per i tifosi. Vedendo quanto accaduto negli ultimi anni alle maggiori rivali, sembrerebbe quasi ironico ma, in questo senso, la Juventus è unica. Non concede tempo. Ad Andrea sarebbe servito un finale di annata galattico. Non sta accadendo. Non credo che il suo rapporto con i bianconeri sia prorogabile. Potrebbe essere una mossa utile a entrambi. Il lombardo, magari, riuscirebbe a ricominciare da un po’ più in basso senza allontanare ulteriormente il tempo di una gavetta che solo pochi eletti come Guardiola hanno saputo evitare. La Vecchia Signora riuscirebbe a rispondere a immediate esigenze.

Noo, torna Max!

Il sostituto? Il nome più caldo è sicuramente quello di Max Allegri. Sarebbe l’uomo giusto? Direi proprio di sì. Solitamente si parla di minestra riscaldata, ma con il toscano provo sensazioni differenti. E’ un allenatore in grado riprendere un discorso lasciato in sospeso sfruttando, però, alcune novità che si trova direttamente nello spogliatoio. Non ci sono più, infatti, i vari Kedhira, Matuidi, Pjanic, Can, Mandzukic e Higuain che tanto hanno contribuito ai suoi successi, ma volti nuovi come Demiral, Mckennie, Arthur e Chiesa. Questi potrebbero garantire quel ringiovanimento che, forse, Massimiliano desiderava? Il livornese è l’ideale per vincere subito. E’ pure il nome adatto per dimenticare in fretta il buio di una stagione che ha provato i tifosi tra delusioni sul campo e Superlega. Un suo sbarco sotto la Mole potrebbe risultare anche una buona operazione di marketing. La società, tuttavia, deve lavorare per raggiungere i risultati sportivi e non per compiacere i supporter. Il secondo obiettivo, invero, è strettamente dipendente dal primo. Alternative? Beh, Zidane sarebbe un’ipotesi da sogno e non intendo abbandonare la pista Gasperini. Sono innamorato dell’Atalanta e del suo allenatore. E’ chiaro che Giampiero necessiterebbe di uno spazio temporale più importante rispetto al collega toscano. Non vorrei, però, allontanarmi troppo dal seminato. La voce più ricorrente per il dopo Pirlo è quella che conduce a Max. Leggo che i rapporti tra quest’ultimo e Agnelli continuano a essere ottimi. Mi pongo allora un quesito. E se il Presidente dovesse lasciare? Il livornese accetterebbe comunque un ritorno? Udendo i media non pare che il legame con Paratici e Nedved sia altrettanto forte.

Il calciomercato

Il nome di Allegri conduce subito a parlare di calciomercato, tema tanto caro che ultimamente trova poco spazio. D’altronde quanto sta accadendo attorno al pallone, i campionati e le coppe riempiono le pagine dei giornali. Ho percepito, sempre online o tramite la tv, che Allegri vedrebbe una Vecchia Signora bloccata da Ronaldo. Considerati età, stipendio percepito e situazione economica globale, sono piuttosto convinto che un addio del lusitano alla Juve sia alquanto complesso. Ma, come insegna Willy Peyote, Mai dire Mai. In effetti, il momento dei saluti potrebbe essere maturo? Maybe. Sono, invece, certo che Sczcesny non sia il portiere adatto per questa squadra. E’ forte. Per carità. Ma la tradizione degli estremi difensori bianconeri ha sempre visto campioni straordinari e, con riverenza per il polacco, ma non lo ritengo tale. Donnarumma sembra il nome più adatto. E’ l’identikit perfetto e, se potessi, lo accompagnerei in braccio lungo l’A4 per portarlo in fretta a Torino. Se giungesse a parametro zero non ci penserei troppo su... La Juve ha sempre avuto ottimi numeri uno italiani. Ricordo, per esempio, Peruzzi e Buffon. Non ne voglio fare una questione di tradizione o di inutile patriottismo. Si tratta proprio di identità. La difesa è abbastanza coperta. Indipendentemente dal futuro di Alex Sandro, occorre acquistare un terzino sinistro per una questione numerica. Serve un regista e una punta. L’opzione per la mediana è sicuramente quella di Locatelli. In attacco, Aguero è svincolato e proverei a tenere Morata. Non si può pesare troppo sul portafoglio. Questo è palese ed evidente a tutti. Trattare di mercato, mi sembra quasi una colpa per cui non voglio, al momento, andare oltre. Ho solo specificato quelle che ritengo le principali necessità praticamente dovute se si vuole crescere.

La fine dell’incubo o il suo inizio?

E questo finale di stagione? Il vocabolo “resilienza” va molto di moda. Perfetto. Credo sia ideale per la Juve e i suoi tifosi. Occorre resistere per mantenere un posto in Champions. Bisogna difenderlo con le unghie e con i denti onde evitare un altro bagno di sangue economico o la volontà di fuga dei nostri campioni. L’esperienza del 2006 mi spaventa tanto, così come le “minacce” di Uefa e Figc. Non vorrei dover definitivamente tifare Atalanta. La squadra non si abbandona mai...