Si è concluso ieri il percorso di qualificazione dell’Italia agli Europei del 2020. Gli Azzurri, che avevano già staccato il pass per la competizione nella partita del 13 ottobre in occasione del 2-0 rifilato alla Grecia, si sono imposti con un roboante 9-1 su un’Armenia rimaneggiata e senza pretese. L’incontro di ieri è stato motivo di festa per diversi motivi:

  • i nove gol che la Nazionale non segnava in una singola partita dal 1948;

  • le 11 vittorie consecutive – un record – che hanno permesso all’Italia di fare bottino pieno in queste qualificazioni;

  • le prime marcature di Zaniolo, Chiesa e Orsolini nonché la prestazione magistrale di Barella fanno ben sperare per il futuro del Nostro Calcio;

  • Immobile con la sua doppietta (e con varie occasioni per portare a casa il pallone) sembra essere il bomber designato per gli Europei, con Belotti alternativa validissima;

  • un atteggiamento costantemente propositivo, da parte di una squadra che pressa alta per riprendere il possesso del pallone già nella metà campo avversaria e che gioca con intelligenza e intensità.

 

In un’intervista post partita, Bonucci ha messo in guardia i compagni, sostenendo quanto sia inutile parlare di record, statistiche e gol se alla fine non si vince niente. Una dichiarazione molto pragmatica che fa sorgere un dubbio spontaneo: ma l’Italia può davvero vincere gli Europei?

Nel mondo del calcio siamo abituati a qualsiasi cosa, perciò sarebbe legittimo pensarlo. Guardando ai risultati recenti, saremmo addirittura più propensi a farlo. Ma proviamo a ragionare in maniera razionale (cosa difficilissima da fare quando si parla di calcio) e a delineare quelli che sono gli ostacoli che si potrebbero frapporre tra l’Italia e la vittoria dell’Europeo.

Il più grande punto debole che trovo in questa squadra è sicuramente la mancanza di esperienza in campo internazionale. Escludendo i giocatori che navigano in Europa da anni come il blocco Juve (Bonucci, Chiellini, De Sciglio, Bernardeschi, etc.) e pochi altri come Verratti, Florenzi e Insigne, il resto della spedizione ha giocato poche partite importanti a livello europeo, con un tandem d’attacco formato da Belotti e Immobile che insieme ha accumulato appena 33 presenze in tornei continentali. Avere a che fare con squadre più esperte potrebbe costituire un problema, specialmente in partite così delicate come quelle a eliminazione diretta.

Inoltre, le competizioni estive sono faticose. Necessitano di una forte preparazione atletica per far fronte al caldo, e di tanta determinazione per permettere alle gambe, stanche dopo un’intera stagione, di reggere ancora per un mese. I cali mentali e gli infortuni possono essere delle scomode variabili con cui il ct Mancini dovrà sicuramente fare i conti nel momento di stilare l’elenco dei convocati. I 23 della spedizione europea dovranno essere atleti prima ancora che calciatori.

C’è infine un ultimo ostacolo - forse il più fastidioso - costituito dai fattori esterni, dalle dinamiche legate alla cieca dea Fortuna (o Sfortuna) che potrebbe remare contro i nostri Azzurri. La grande paura è che l’Italia possa trovarsi nel girone corazzate del calibro di Francia e Portogallo, vedendo intaccata la propria possibilità di proseguire nella competizione. I sorteggi non dipendono da noi, dobbiamo metterci l’anima in pace, ma proprio per questo sono l’ostacolo più temibile.

La giovane e frizzante Italia di Euro2020 è una squadra nata dalle ceneri di quella venturiana, disorganizzata e senza idee. Quindi è permesso nutrire grandi speranze.
Manca ancora tanto tempo all’inaugurazione del torneo. Sono tante le cose che potrebbero andare storte, ma l’entusiasmo crescente per una Nazionale che finalmente è tornata a farci sognare è già una grande vittoria.