Sabato prenderà il via alle 18:00, dal Franchi di Firenze, la nuova stagione della Serie A, a soli 49 giorni dalla conclusione del campionato, atipico, ma questo lo sappiamo già, dello scorso anno.
Senza stare però troppo ad indugiare, proviamo a delineare quale potrebbe essere il quadro della prossima stagione, andando ad analizzare tutte le compagini che vi prenderanno parte e provando ad immaginare, senza avventurarci in particolari pronostici, quali saranno le prospettive di ognuna di esse.

Partiamo dalla Juventus, reduce da uno degli scudetti meno festeggiati degli ultimi anni, con l'annesso esonero di Maurizio Sarri, nonostante l’anno di contratto ancora in auge, per far spazio ad un Andrea Pirlo, con un curriculum ancora immacolato per quanto riguarda il ruolo di allenatore. Il rinnovamento bianconero ha toccato però anche l'organico, con un'onda di ringiovanimento che sta caratterizzando il calciomercato sabaudo. Fuori Miralem Pjanic, destinazione la non meno confusionaria, almeno a livello calcistico, Barcellona, ha fatto il viaggio inverso Arthur, più giovane di 6 anni. È tornato alla base anche Luca Pellegrini, mentre fra i nuovi volti possiamo annoverare Dejan Kulusevski, che ha incantato a Parma, e un nuovo guerriero direttamente dagli USA, Weston McKennie. Hanno salutato anche Gonzalo Higuain e Blaise Matuidi in direzione Miami, mentre nei piani di Paratici ci sono in uscita almeno un altro paio di calciatori, e conseguentemente un altro paio dovrebbero arrivare alla Continassa. L’obiettivo però, a prescindere dal calciomercato, non può essere nessun altro, se non quello di riconfermarsi per il decimo anno di fila.

Più collaudato sicuramente il progetto Inter, con Antonio Conte che, dopo non poche riserve, ha deciso alla fine di proseguire con i nerazzurri. La dirigenza, dopo le perplessità che hanno seguito il colpo Eriksen, sembra voler omologare il più possibile il mercato alle richieste del tecnico leccese: dopo Hakimi e Kolarov, ideali per il modulo di Conte, sembra vicinissimo il figliol prodigo Arturo Vidal, mentre il vero sogno rimane Kanté. Anche per l'Inter resta da decidere il destino di molti calciatori, in entrata e in uscita. Una cosa è certa: Conte vuole vincere il suo quinto campionato da allenatore, e vuole sfilarlo proprio alla squadra con cui ha già trionfato per tre volte.

Dall'altra sponda di Milano è Mino Raiola a condurre il gioco: se Ibra alla fine ha firmato il prolungamento di un anno, molto più criptico resta il futuro di Gigio Donnarumma, in scadenza a giugno. I rossoneri sono comunque apparsi ambiziosi sul mercato, con gli arrivi di Sandro Tonali dal Brescia, Brahim Diaz, talento madridista, il riscatto di Rebic e il già citato rinnovo dell’attaccante svedese, che si è dimostrato il vero ago della bilancia nella scorsa stagione. Anche Pioli è stato riconfermato, e con magari qualche altro puntello e continuando sulla falsa riga dello scorso anno, i rossoneri possono puntare a tornare in Champions League.

Anche un altro milanista, Gennaro Gattuso, vuole tornare in Champions, con il suo Napoli, dopo il campionato deludente dello scorso anno, dove Ringhio è riuscito a mettere insieme i cocci, ma non a raggiungere l’obiettivo. Sono arrivati Oshimen, Petagna e Rrhamani, mentre hanno salutato Allan e soprattutto Callejon, pilastro dei partenopei negli ultimi anni. Resta inoltre da decidere il destino di big come Koulibaly, Fabian Ruiz e Milik, che sicuramente influenzeranno il mercato. Come detto, però, l'obiettivo è chiaro, mentre nel cuore dei tifosi c'é sempre posto per un sogno…

Non è più invece un sogno, ma una realtà consolidata quella dell'Atalanta: la Dea, dopo qualche difficoltà iniziale, ha dimostrato lo scorso anno di saper competere su più fronti. I pezzi grossi, incluso il Papu Gomez, richiesto in Arabia, sono rimasti quasi tutti, ad eccezione di Castagne, volato in Premier League, e Kulusevski, che però aveva zero presenze in prima squadra. Sono arrivati Romero in difesa, Piccini sull'esterno, Miranchuk sulla trequarti, e sembra molto vicino il giovane Lammers in attacco. Un'incognita sarà il futuro di Josip Ilicic, trascinatore insieme al Papu nella scorsa annata: il peso dello sloveno non è trascurabile, ma la squadra di Gasperini ha dimostrato di poter sopperire ad ogni ostacolo, e di non voler smettere di volare.

Le due romane invece si presentano sulla griglia di partenza con due situazioni completamente opposte: la Lazio parteciperà alla Champions dopo diversi anni e l’obiettivo è quello di provare a riconfermarsi nonostante per l’appunto l'impegno europeo. Tuttavia finora il mercato è risultato abbastanza scarno, con i soli arrivi di Escalante, Muriqi e Fares che non possono bastare a rendere la rosa competitiva su più fronti e che soprattutto non portano quel bagaglio di esperienza di cui necessitano i biancocelesti, e che finora solo Reina sembra in grado di garantire. L'esperienza di Pedro, che in carriera ha vinto tutto, sarà invece fondamentale per la Roma: il club è da poco ufficialmente passato a Friedkin, che per ora, come detto, ha ufficializzato il solo Pedro: da valutare il destino di Edin Dzeko, e il possibile nome di Milik come sostituito. Anche per i giallorossi però, serve qualche altro colpo per competere con le altre realtà di cui abbiamo parlato verso traguardi importanti.

Proveranno a tornare fra le grandi le due nobili decadute d'eccellenza degli ultimi anni: Torino e Fiorentina. Il Toro, che due stagioni fa aveva addirittura raggiunto i preliminari di Europa League, l’anno scorso ha invece rischiato la retrocessione, e la salvezza raggiunta con qualche giornata di anticipo non può di certo accontentare. È stato scelto come allenatore Marco Giampaolo, anch’egli reduce da una deludente avventura al Milan. Il mix potrebbe essere azzeccato, soprattutto visto l'ottimo mercato che ha visto finora arrivare due vecchie conoscenze del tecnico come Linetty e Rodriguez, oltre che nessuna cessione importante, e vuole chiudersi in bellezza. I viola invece non hanno completamente deluso, ma le ambizioni del presidente e della piazza vanno ben oltre una salvezza particolarmente tranquilla. Starà a Beppe Iachini dimostrare di meritarsi una panchina importante come quella gigliata, con una campagna acquisti che ha visto l’innesto di numerosi calciatori importanti, molti prelevati dalla stessa Serie A. Se sta bene Ribery fa parte del club dei “vecchietti” che fanno la differenza insieme a gente come Ibra e CR7; su Chiesa ci sono maggiori dubbi riguardo alla permanenza, ma se resta può incidere.

Le due maggiori sorprese dello scorso anno, fra le medio-piccole, sono state, a mio avviso, il Sassuolo e l'Hellas Verona. I neroverdi continueranno con Roberto De Zerbi ed il suo calcio propositivo ed efficace, forti anche di un calciomercato in cui, anche se non si sono visti grandi nomi, il vero capolavoro è stato quello di trattenere, almeno fino ad ora, i pezzi pregiati: da Boga a Locatelli, passando per Berardi. Discorso diverso per gli scaligeri, che hanno perso Rrahmani, Amrabat e Pessina, e potrebbero faticare se i rimpiazzi scelti non dovessero rivelarsi all’altezza dei partenti: tuttavia è bene ricordare che anche lo scorso anno si puntava poco sulla squadra di Juric proprio a causa della poca rilevanza dei nomi, e poi sappiamo tutti com’è andata…

Una salvezza tranquilla, con un occhio vigile verso qualcosa in più è quello che hanno ottenuto e cercheranno di bissare Bologna e Cagliari. Gli emiliani ripartiranno da Sinisa Mihajlovic e dallo stesso organico della scorsa stagione, con qualche aggiustamento: come detto l'exploit è possibile, soprattutto in relazione alla possibile esplosione dei numerosi giovani talenti che illumineranno il Dall'Ara. Al contrario il Cagliari ha deciso di puntare su un nuovo allenatore come Eusebio Di Francesco, che ha deluso con la Samp. La squadra ha subito qualche cambiamento che vuole renderla il più vicino possibile alle idee del mister. Mancherà l’apporto di Radja Nainggolan, anche se dall'Inter potrebbe arrivare l'esperienza di uno come Godin, potenzialmente oro colato per i sardi.

Potrebbero invece avere qualche grana in più per restare nella massima serie Udinese e Parma. I bianconeri non hanno apportato grandi modifiche, confermato l'ottimo Gotti, ma già perso Fofana: non possono permettersi di perdere anche il chiacchieratissimo e richiestissimo Rodrigo de Paul, e in tal caso dovranno rimpiazzarlo a dovere, o il rischio di retrocedere potrebbe rivelarsi terribilmente concreto. Il Parma, d’altro canto, ha perso il gioiello Kulusevski, che era in prestito, ma soprattutto il proprio condottiero Roberto D'Aversa. Liverani ha diretto lo scorso anno un buon Lecce, ma non è paragonabile, soprattutto per il rapporto che ormai aveva instaurato con il gruppo, all’ex allenatore. Tornerà Inglese, sperando che venga lasciato in pace dagli infortuni, mentre è ancora in dubbio il futuro di Gervinho: sul mercato si è fatto poco, ed è un eufemismo.

All'ombra della lanterna potrebbe essere invece una stagione molto travagliata per Genoa e Sampdoria. I rossoblù, dopo le salvezze, tiratissime e discussissime degli ultimi due anni, non sembrano aver imparato la lezione, con il mercato indirizzato sull’onta della solita giostra di mercato di Preziosi, con i soli Perin, Criscito e Pandev a fare da baluardi, guidati da Rolando Maran. Anche i blucerchiati di Ferrero non sembrano avere ben chiaro il proprio progetto: alla cessione di Linetty, calciatore di sicuro affidamento, fa fronte Darmsgaard, ottimo prospetto, senza dubbio, ma con poca sostanza immediata. Come per i cugini, se Quagliarella, Ramirez e Gabbiadini non toglieranno le castagne dal fuoco come lo scorso anno, la squadra di Claudio Ranieri rischia grosso.

Fra le neopromosse merita un discorso a parte il Benevento di Simone Inzaghi, autore finora di una campagna acquisti che mira ad una salvezza, se possibile, anche abbastanza agevole, capace di sfoggiare nomi di esperienza e qualità come Glik, Ionita, Caprari e Lapadula e che non ha intenzione fermarsi.

Per lo Spezia, alla prima apparizione in A, sarà molto difficile rimanerci, ma i buoni prospetti presenti in rosa ed i discreti nuovi arrivi suggeriscono che si possa lottare per il traguardo. Discorso simile per il Crotone, che ha ancora fresca nella mente la miracolosa salvezza di tre stagioni fa, così come la retrocessione di quella successiva: i calabresi ci proveranno ma i miracoli non tendono a ripetersi e vanno incentivati con investimenti e programmazione.

Non mi resta che augurare a tutti una stagione divertente, con una Serie A pronta, speriamo, a regalarci sempre nuove emozioni e spettacolo, competizione e sana rivalità.