Mai come in questi giorni calienti di calciomercato si discute giustamente sul maxi-scambio tra Juve e Milan e nello specifico su quale squadra possa guadagnare qualcosa, in fatto di difensori centrali, tra chi acquista Mattia Caldara e chi si riporta a casa Leonardo Bonucci.
Sullo sfondo bianconero c'è anche Daniele Rugani (spesso rientrato in discorsi sul paragone proprio con Caldara), il cui futuro è ancora in dubbio, con la Juventus che ora è chiamata a decidere se confermare il centrale ex Empoli o se lasciarlo partire.

Arrivato alla Juve dall'Empoli nell'estate all'alba della stagione 2015/2016, dopo le precedenti esperienze nelle giovanili bianconere, Rugani ha ormai disputato già tre stagioni intere sotto la guida di Massimiliano Allegri, che è riuscito nell'obiettivo di farlo maturare e integrare nel gruppo ma non in quello di migliorarlo e farlo esplodere definitivamente. Nel corso della sua esperienza a Torino, il centrale classe '94 ha confermato solo parzialmente ciò che di ottimo si era visto di lui quando si disimpegnava nell'Empoli di Sarri, e di contro ha messo in evidenza parecchi limiti che potrebbero pregiudicarne la permanenza nella retroguardia juventina.

Le sue defaillance più evidenti emergono soprattutto quando, in fase d'impostazione Rugani è costretto a scegliere la giocata giusta o avanzare palla al piede per avviare la manovra, in quanto è in possesso di qualità tecniche non eccezionali che escono allo scoperto quando il pressing degli attaccanti avversari si infittisce e sembra fargli perdere tranquillità nella giocata. Spesso gli è stato accusato di essere un difensore addirittura "troppo pulito" negli interventi, il che non è un problema fin quando non si palesa una evidente mancanza di personalità nei singoli atteggiamenti o la paura di rischiare talvolta l'anticipo o gli interventi più rischiosi, diciamo quelli al di fuori della regolare amministrazione. Altre difficoltà organiche si evidenziano nella velocità di base del giocatore, che ha dimostrato di non eccellere né nel recupero dei primi metri né nell'allungo su distanze più importanti.
Rugani è forte fisicamente (alto 1,90 m) ma è privo di quella cattiveria che gli permette di primeggiare sempre nei confronti aerei o in quelli fisici con attaccanti più massicci e "furbi" di lui nel gestire il contatto. Legandoci a questo discorso, spesso va in difficoltà quando difendendo alto è obbligato a retrocedere velocemente in transizione negativa o quando viene attaccando alle spalle in spazi aperti. Problemi che d'altro canto ha dimostrato, soprattutto ad Empoli, di non avere invece quando la squadra si difende più "bassa" a protezione dell'area di rigore e la squadra è piazzata, elevando così forse la sua qualità più interessante, cioè la difesa della zona ancor di più della marcatura 1 vs 1.

Sta di fatto che con il ritorno di Bonucci e la probabile conferma di Medhi Benatia, Rugani rischia di diventare la quarta-quinta scelta di Allegri alle spalle proprio degli stessi Bonucci, Chiellini, Benatia e in certe circostanze anche Barzagli, con il presentimento che divenire un pilastro della Juve sia un Everest sempre più alto da scalare.
La cessione, paventata recentemente, al Chelsea o altrove potrebbe essere una soluzione buona per tutti, soprattutto per il giocatore, il quale però giocando con continuità - nel corso degli anni, anche in ottica nazionale - dovrà diventare un marcatore praticamente insuperabile per poter sopperire a tutte le altre rilevanti mancanze.
Il potenziale di Daniele Rugani, rapportato all'età, rimane discretamente alto, ma il rischio che non riesca mai ad esprimerlo al massimo è altrettanto consistente.