Cosa manca a questa Juve

Negli ultimi sette anni, la crescita esponenziale del “mondo Juve” è stata sotto gli occhi di tutti. La sottile programmazione attuata da dirigenti e società ha portato all’ottenimento di diversi risultati, dentro e fuori dal campo. Diverse volte abbiamo sentito parlare di una continua crescita del fatturato bianconero e di tutte le voci ad esso legate, nonché delle ipotesi di un fatturato troppo legato alle plusvalenze da un lato, troppo poco legato al marketing ed ai ricavi commerciali dall’altro. L’idea di un modello, che parte da una ricapitalizzazione (Ottobre 2011), da uno stadio di proprietà ed arriva alle idee più recenti: la seconda squadra, il J Village ed il J Medical. Appare ovvio come la dirigenza abbia seguito ed analizzato i modelli dei top club esteri, per poi provare a trarre il meglio da ognuno di essi. Vi è sicuramente ancora un notevole distacco economico ma, di sicuro, è possibile evidenziare la caratura di una squadra che ha, ormai, raggiunto i livelli massimi in Europa.

La ricerca della perfezione, adottata dai vertici juventini, è stata e continua ad essere il cavallo di battaglia, l’immagine che più rappresenta questa galoppata è probabilmente il continuo aumento di valore della rosa bianconera. Ci si può sicuramente interrogare se questa possa essere considerata la Juve più forte di sempre e, allargando lo sguardo, quante corazzate europee possano essere considerate superiori a questa Juve. Penso sia un’analisi soggettiva e particolarmente complicata, di conseguenza priva di qualsiasi valore: è già difficile paragonare due squadre della stessa epoca, figuriamoci due squadre di epoche diverse.

Concentrandoci su questa rosa, volendo trovare qualche difetto, dovremmo evidenziare l’assenza di una mezz’ala con più qualità e di conseguenza con delle caratteristiche diverse, rispetto alle altre mezz’ali presenti in squadra. I nomi che circolano e che possono aumentare il livello sono i soliti: Pogba, Milinkovic-Savic, Saul Niguez e di sicuro ve ne sono altri.

Mi piacerebbe, invece, fare una riflessione diversa!

Io penso che per vincere le grandi competizioni, non sia necessario avere i più forti calciatori in tutti i ruoli, insieme al miglior allenatore. Di sicuro avere delle individualità eccellenti aiuta, anche se, non ricordo, nel corso degli anni, una squadra che fosse al top in ogni reparto e mi riferisco a tutte le squadre che hanno vinto la Champions League da 15 anni a questa parte: i difetti potevano essere notati. Pertanto, l’inserimento di uno dei giocatori sopra citati aiuterebbe ma non sarebbe per nulla fondamentale. La Champions League è un torneo che non sempre viene vinto dalla squadra più forte, in molti casi a vincere è la squadra che, il torneo, sa interpretarlo meglio.