Di solito, non succede quasi mai che un allenatore vada via dopo aver vinto uno scudetto, ma all'Inter purtroppo è successo.

Solo da qualche mese ne comprendiamo o, almeno, ne intuiamo le cause.

A Conte deve essergli stato detto (o almeno, intelligente com'è, deve averlo subdorato ancor prima) che c'erano gravi problemi finanziari sottesi alla gestione societaria. In un modo o nell'altro, deve quindi aver compreso, che la società sarebbe stata soggetta ad un ridimensionamento, facendogli anche intendere, forse a sua domanda esplicita, che dal punto di vista della rosa nessuno sarebbe stato intoccabile davanti a certe cifre  e, pertanto, lui avrebbe dovuto accontentarsi di una squadra con ambizioni più modeste, almeno sulla carta, il cui traguardo minimo sarebbe stata la qualificazione in Europa League, ma senza lasciare nulla di intentato per obiettivi superiori, dato che il calcio non è una scienza esatta. Ma questo non faceva per lui, non era disposto a fare buon viso a cattivo gioco. Ricordiamoci che Conte a più riprese l'anno scorso aveva sempre mugugnato, anche in modo plateale,  finchè non gli avessero comprato i campioni che lui  riteneva consoni ad un traguardo ambizioso, causando anche delle fibrillazioni nella società. Si sapeva, quindi, che non fosse certo un allenatore, per così dire, aziendalista (come per sua stessa ammissione è Spalletti o potrebbe essere Inzaghi), accomodante verso le esigenze societarie,  e quindi ne ha tratto le conseguenze, andandosene. Come disse una volta, non poteva (metaforicamente) accontentarsi di una cena da dieci euro in un locale da cento, lui che si riteneva un allenatore vincente, peraltro con ingaggi elevati ed una personalità debordante, molto selettivo e assolutamente restio ad accettare progetti di basso profilo.

Non conosco le vicende societarie nel dettaglio, ma  se non ricordo male, Suning già in Cina stava in cattive acque, situazione dovuta non solo  alle gravi conseguenze economiche per effetto  della pandemia globale, ma anche alle forti pressioni del governo di Pechino al fine di evitare che i colossi cinesi investissero grosse quantità di denaro in asset ubicati all'estero, a scapito dell'economia nazionale.

Quindi, sia per un motivo, che per l'altro, c'era quasi da aspettarsi che Suning o vendesse la proprietà, o ridimensionasse l'assetto societario, nonostante Oaktree, il fondo americano, abbia versato nelle casse dell'Inter un ingente prestito di circa 275 milioni di euro, ma apprestandosi probabilmente a rilevare il 30 % del pacchetto azionario della squadra ambrosiana.

Alla luce di ciò, non si comprende (per bocca del CEO Antonello) lo scarso entusiasmo mostrato dalla società neroazzurra per Interspac, a suo dire un progetto difficile da realizzare, ma a mio avviso dietro questa affermazione si cela un giudizio forse di sapore snobistico, di presunta autosufficienza sganciata, però,  dalla realtà dei fatti. 

Per ovviare a questa crisi finanziaria, la Società ha deliberato di ridurre  il monte ingaggi (Conte incluso qualora fosse rimasto?) e di sfoltire il parco giocatori, soprattutto privandosi di quelli non più indispensabili e con ingaggi alti (per es. Vidal e forse  Perisic e Sanchez), ma qualora si fossero incontrate difficoltà nel venderli,  come in parte sta accadendo, probabilmente già da mesi non si escludeva il sacrificio di alcuni campioni, davanti ad offerte irrinunciabili. E così è stato per Hakimi e così sarà, a meno di colpi di scena, per Lukaku e, speriamo, per nessun altro.

Posto che rimpiazzare due campioni di tale levatura è forse impossibile (ma confidiamo nelle capacità di Marotta ed Ausilio), l'Inter dovrà in qualche modo sostituirli possibilmente non facendoli rimpiangere troppo.

Ma anche se la Società dovesse percepire dalla vendita del campione belga 120/130 milioni o poco meno con l'aggiunta di un giocatore (Zappacosta, Alonso?), dovrà ancora restituire una somma ingente al Manchester, che gode, altresì, di una percentuale del 5% sulla rivendita di Lukaku.

E pare che la squadra neroazzurra non intenda investire più del 30 % del ricavo in un altro attaccante ! Se così fosse, Vlahovic, valutato 60 ml, a mio avviso esageratamente per quello che ha fatto vedere solo l'anno scorso, non sarebbe un obiettivo raggiungibile.

Io avrei chiesto al Chelsea una cifra cash di 90 ml. più Abraham, attaccante giovane, ma già molto promettente,benchè anche Werner a suo tempo lo fosse, ma è reduce da un'annata deludente.

D'altronde, perchè Abraham dovrebbe comprarselo l'Atalanta con i 35 o i 40 ml. che si vocifera l'Inter darebbe per Zapata, attaccante di ottimo livello, ma già trentenne? A cifre più basse, la reputo un'ottima opzione.

Altrimenti, punterei su Jovic (quasi una scommessa), qualcuno ora  suggerisce Gabriel Jesus, a suo tempo nell'orbita Inter prima di acquistare Gabigol (di cui non escluderei il ritorno), ma il Manchester City a quale prezzo se ne priverebbe? Correa è molto bravo, ma costerebbe circa 30 ml. e non è eccessivamente prolifico (ma chissà se lo diventerebbe impiegandolo stabilmente come punta e non come trequartista). Scamacca è forte fisicamente e bravo sottoporta, ma in un palcoscenico importante come il Meazza si farebbe valere?

Per quanto riguarda il sostituto di Hakimi, io punterei subito e decisamente su Dumfries anche a costo di spendere fino a 20 ml. di euro.