Neologismi (2021)corto muso: Nelle gare ippiche su pista, minimo distacco, corrispondente al muso del cavallo, con cui si può battere il concorrente che segue. In altri sport, come nel calcio, vittoria ottenuta col minimo distacco necessario.
Neologismi (2018), sarrismo: La concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva; anche, il modo diretto e poco diplomatico di parlare e di comportarsi che sarebbe tipico di Sarri.

Due toscani con due filosofie ben delineate, Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri, sono accomunati dal grande lavoro a cui sono stati incaricati: riportare le definizioni da dizionario sul rettangolo verde. Entrambi sono stati messi alla guida di progetti ambiziosi, e non di certo di sicura riuscita.

Partendo da Max Allegri, è stato richiamato da Andrea Agnelli dopo l'esperienza bianconera che dal 2014 al 2019 lo aveva già portato alla guida della società torinese, per cercare un cambio rotta dopo le due annate giudicate negative sotto la guida dello stesso Sarri (2019-2020) e di Andrea Pirlo (2020-2021), con i quali la Juventus ha messo in bacheca uno scudetto (2019-2020), una Coppa Italia (2020-2021) ed una Supercoppa Italiana (2020): un bottino sicuramente tutt'altro che magro, ma accompagnato da due brusche eliminazioni in Champions League per mano Lione e Porto. Con Allegri, la dirigenza bianconera ha cercato di riprendere il trend di vittorie alla quale tutti eravamo abituati, in patria soprattutto, ma allo stesso tempo cercando di costruire un nuovo progetto vincente che possa arrivare a coronarsi con la vittoria della tanto desiderata Champions League. 
Questo nuovo ciclo ha, però, dovuto fare i conti con due grandissime montagne da valicare: la prima è stata sicuramente la cessione della stella della squadra, Cristiano Ronaldo, che da solo riusciva a dare garanzie sia in termini di reti, sia in termini di carisma ed esperienza, difficilmente eguagliabili. Inoltre Allegri e i suoi uomini hanno dovuto affrontare un inizio di campionato tortuoso, nel quale non si riesce a trovare la quadra per tornare ai fasti di tre/quattro anni fa.

Sponda Lazio, invece, Maurizio Sarri è stato chiamato ad un compito ancora più arduo, cioè quello di migliorare l'andamento di una squadra che viene dal miglior ciclo della sua storia recente. Claudio Lotito, dopo la rottura con Simone Inzaghi, ha cercato di dare una scossa all'ambiente romano annunciando il tecnico toscano come nuovo allenatore dei biancocelesti. Diversi però sono i grattacapi a cui Sarri è dovuto adattarsi. Partendo dal passato, infatti, la squadra era stata costruita per un 3-5-1-1, modulo prediletto da Inzaghi, che per nulla si adatta alle richieste del 4-3-3 sarriano. In estate, al fianco del DS Igli Tare sono stati fatti diversi interventi sul mercato che hanno portato l'arrivo di giocatori importanti quali Pedro, Felipe Anderson, Hysaj, e scommesse quali Basic o Zaccagni per citarne alcuni, ma nonostante ciò la rosa biancoceleste risulta carente in diverse zone del campo. Proprio questo è il secondo grattacapo che Sarri ha dovuto, e sta tuttora cercando di arginare. Riadattare giocatori a ruoli non propri alle loro caratteristiche, o tentare di rivalutare giocatori che erano fuori dai radar sotto la gestione Inzaghi (vedasi Cataldi). 

L'inizio campionato della Lazio è stato altalenante, con grandi alti nei match contro Roma, Inter, Atalanta, ma inaspettati (e decisamente pesanti) bassi contro squadre di medio-bassa classifica. Sarri stesso ha predicato pazienza dal primo istante in cui si è seduto sulla panchina biancoceleste, e di certo non è cambiata la situazione ora. Serve calma, serve tempo per capire se il tanto chiacchierato "sarrismo" si vedrà anche sulle sponde del tevere o se resterà alle pendici del Vesuvio.