Leggendo l'articolo di Pasquale Guarro, dove si afferma che la società Internazionale debba multare il suo tesserato Lukaku per aver affermato che a gennaio molti dei suoi compagni erano malati, con sintomi possibilmente riconducibili al Covid-19, mi è venuto in mente un servizio visto in onda su uno dei canali televisivi nazionali dove si parlava della censura che il governo cinese ha praticato e continua a praticare per nascondere la reale situazione interna al paese asiatico. Forse il paragone potrebbe essere eccessivo visto che in Cina, chi parla, non riceve una multa ma... scompare. Ma, il sistema, il modo di pensare, la base... è la stessa dal mio punto di vista.
Treno diverso ma stesse rotaglie. 

Un giornalista che invece di "proteggere" le parole di un calciatore che ha portato alla luce una situazione, incita la società a multare, ad adottare una "nuova disciplina", ad essere meno "disordinata", a "riportarlo con i piedi per terra", a "veicola(re) le dichiarazioni dei propri tesserati". Non sono un giornalista, ma a mio modesto parere, un giornalista dovrebbe accompagnare un articolo del genere con prove che quello che ha dichiarato Lukaku sia falso. Allora, a quel punto, sarebbe giusto un intervento della società, a difesa della propria immagine. Ma che comunque non significa giustificare o chiedere che la società veicoli le dichiarazioni dei giocatori.
Nell'articolo Pasquale Guarro, afferma che Lukaku abbia sbagliato. Cosa c'è di sbagliato in quello che ha fatto? Affermare che a gennaio buona parte della squadra presentava sintomi riconducibili al Covid-19. E`questa un'affermazione sbagliata? Ma come è possibile che un giornalista sia a favore di un'informazione veicolata, sia a favore del fatto che un giocatore, prima di parlare, debba prima informare la società e magari avere il "dettato" da recitare?
Nell'articolo scritto ieri sera, si ritiene l'eventuale multa un esempio per i giovani. Chissà se le punizioni che ricevono i giovani di tanti paesi nel mondo che cercano finalmente di conquistarsi la libertà di parola, siano ritenute allo stesso modo esempi per quei giovani. Si afferma "E la società si faccia sentire, aiuti la comunicazione a non essere continuamente delegittimata da atteggiamenti come quelli di Lukaku". Quindi, praticamente, le affermazioni di Lukaku avrebbero deleggitimato la comunicazione. Il significato di "deleggitimare è: Privare di legittimità o validità, rendere non accettabile o giustificabile. Io penso che le affermazioni di Lukaku non abbiano fatto nulla di tutto ciò. Se, e sottolineo se, le affermazioni di Lukaku si riveleranno essere vere, allora viva Lukaku. Perchè, se è vero quello che ha affermato Lukaku, probabilmente se non lo avesse detto lui, non si sarebbe mai saputo. E allora, che i giocatori siano liberi di parlare, che parlino anche a costo di multe. Il lettore vuole la verità, non il dettato della società. Lukaku "accede a Instagram e ciarla con gli amici come se non fosse un professionista strapagato". Anche questo è un aspetto spesso ricorrente in molti articoli e che non condivido. Quindi, se ho capito bene, chi è strapagato non ha la libertà di accedere a Instagram e parlare (chissà perchè ciarlare poi...) con i suoi amici? Il significato di "Ciarlare" è "Intrattenersi in discorsi futili o privi di fondamento". E' stato verificato che i discorsi di Lukaku siano privi di fondamento? Libertà e ricchezza non dovrebbe andare di pari passo.

In Cina, la dottoressa Ai Fen, uno dei primi dottori a denunciare la comparsa di un nuovo coronavirus in Cina e, prima di scomparire, responsabile del reparto di pronto soccorso del Wuhan Central Hospital, è scomparsa da settimane. Aveva denunciato alle autorità e solo successivamente, pubblicamente, il nuovo virus. Una volta denunciato alle autorità e compreso quale sarebbe stato l'atteggiamento del governo, ha iniziato ad accedere a WeChat, non Instagram come Lukaku, e a pubblicare, informare...non ciarlare, come Pasquale Guarro ritiene abbia fatto Lukaku. Avrebbe quindi provato a informare il mondo intero riguardo la pericolosità del nuovo coronavirus pubblicando e diffondendo video sul web. Il suo ultimo video pubblicato su Weibo, il nostro Twitter, la dottoressa cerca di avvisare la comunità internazionale della gravità della situazione e rivela le minacce ricevute dalle autorità. Da quel momento nulla per un mese, poi sono cominciati ad apparire sul suo profilo messaggi e foto strane, senza più nessun riferimento al virus e la dottoressa continua ad essere introvabile.

Ed anche il medico divenuto famoso in Occidente, Li Wenliang, anche lui medico all'ospedale di Wuhan, sarebbe stato minacciato dalle autorità fin quando non è scomparso anche lui, lui morto di Coronavirus, a soli 31 anni ed in piena salute. Medici ai quali si aggiungono giornalisti scomparsi anch'essi per aver pubblicato sui vari social, informazioni scomode, se così vogliamo definire la verità, come documentato da un servizio giornalistico andato in onda solo due giorni fa. Perchè la verità a volte è scomoda, forse come quella di Lukaku. Ma non andrebbe nascosta comunque.

Forse, se "Dall’Inter" "filtra la possibilità di adottare" "la linea morbida", è perchè gli attuali padroni della società sanno cosa voglia dire avere il "dettato", sanno cosa voglia dire non avere libertà di parola o altrimenti pagarne le conseguenze. Capisco che per un tifoso interista, la paura che le dichiarazioni di Lukaku possano portare a scontri all'interno della società e di conseguenza ad un calo di risultati, come successo nel recente passato, sia alta. Ma non dovrebbe giustificare nessuna censura. 
E allora, riprendendo il titolo di Pasquale Guarro, "Caso coronavirus, l'Inter multi Lukaku prima che diventi un nuovo Icardi", partendo da quello, dovrei titolare il mio articolo: "Caso coronovirus, la redazione multi Pasquale Guarro prima che diventiamo una nuova Cina".