Ci siamo: venerdì ore 21 ricomincerà il calcio nazionale con la prima semifinale di Coppa Italia, tra Juventus e Milan a Torino.
Molti ricorderanno la gara di andata, conclusasi con il risultato di 1-1 e con tante polemiche e recriminazioni per l'arbitraggio di Calvarese, da parte soprattutto dei rossoneri.
L'attesa di calcio derivata dalla lunga sospensione per l'emergenza Covid-19, ha determinato uno strano e inaspettato silenzio mediatico intorno alle due contendenti, che al riparo da occhi e orecchie indiscrete stanno ultimando la preparazione in vista del Grande appuntamento.
L'attenzione infatti è stata interamente appannaggio delle tante problematiche che FIGC e LEGA hanno dovuto affrontare con il Governo per evitare che il calcio italiano proseguisse la sua lunga interminabile pausa. L'infortunio di Ibra e le dichiarazioni di Dybala sulle proprie condizioni di salute post infezione e sulle nuove pretese economiche relative al rinnovo contrattuale, sono sì state oggetto di attenzione, ma non hanno portato quelle polemiche che -in altro momento- avrebbero necessitato di fiumi di inchiostro.
Le due squadre dovrebbero quindi arrivare allo scontro nelle migliori condizioni di serenità d'animo e dare luogo a uno scontro determinante oltre quello che si potrebbe ipotizzare.

Da un lato la Juventus, ultrafavorita non solo sul Milan, con formazione menomata dall'assenza di tre titolari squalificati, ma su qualunque squadra oggi affiliata alla FIGC. I bianconeri se hanno un rospo in gola è non essere riusciti nella loro storia a emulare il triplete dell'odiata rivale Inter. Ritentare quest'anno cosi particolare, con una rosa completa e con un calendario ridotto che la vede prima in SERIE A, in semifinale di Coppa Italia e negli ottavi di Champions con innegabili probabilità di accedere ai quarti di finale, è sicuramente più di una semplice opzione.

Dall'altro lato un Milan di cui -dall'esterno- si fa fatica a capire tutto: Proprietà, Dirigenti, Allenatore, giocatori. E' tutto dubbio: quali sono i progetti di Elliot? Certo venderà la Società: ma quando, come, a chi? Nel frattempo chi dirige il club? Chi va e chi resta? Ci sarà qualche italiano? Rangnick sarà Dirigente, dirigente/allenatore o solo allenatore? E Pioli?
Accadesse che il Milan vince la Coppa Italia, acquisirebbe il diritto di partecipare alla Coppa UEFA: chi se la sentirà di dire a Pioli di andarsene? Ma restasse bisognerebbe riscrivere in corsa tutto il progetto, perchè non ci sarebbe nessuna convergenza di vedute tra il tecnico italiano e quello tedesco.
Eppure il Milan non si presenta battuto in partenza: in realtà benchè la statistica dei rossoneri offre cifre disastrose nei confronti diretti disputati in casa juventina, la partita ha quasi sempre offerto una sfida spettacolare, equilibrata e spesso decisa da occasionali se non polemici episodi arbitrali.
In più -senza l'apporto del pubblico- il fattore campo (e quello della Juve eccome se si sente) non ha lo stesso peso; infine le stesse statistiche assumono rilevanza storica alla loro conclusione.
Ecco quindi una sfida molto incerta e di grande fascino, che creerà parecchio imbarazzo a chi dovrà soccombere, rigori o no che ne determino la sconfitta.