La discussione sulla eventuale bontà della presenza sempre più importante di grosse somme di denaro nel mondo del calcio potrebbe protrarsi per giorni, se non per settimane; i favorevoli o i detrattori di questa tesi potrebbero portare una varietà di argomenti per la difesa della propria posizione.

Personalmente sono tra i sostenitori di questa proposizione, perchè credo che l'aura (intesa come alone di sacralità), nell'accezione proposta dal filosofo tedesco Benjamin, si sia ormai terribilmente assottigliata, se non irrimediabilmente persa. Una notizia che ho letto questa mattina me lo ha ulteriormente confermato; durante una visita sui social mi sono infatti imbattuto in qualcosa che già tempo fa mi aveva fatto storcere particolarmente il naso, ma che adesso, se possibile, mi ha fatto inalberare ancora di più.

L'argomento della riflessione, la Coppa d'Asia, e in particolar modo la definizione delle due squadre che si affronteranno per la conquista del trofeo: il Giappone e il Qatar, che ovviamente sono parte a pieno titolo del continente asiatico. Il pezzo in questione faceva però notare una possibile coincidenza, ovvero che questo match si potrà ripetere nella prossima Coppa America. Il motivo della loro presenza in una competizione che nulla a che fare a livello geografico con la posizione di entrambi i paesi non risiede in qualche tipo di giustificazione logica, che non potrebbe esistere, ma nel puro interesse commerciale. Le due compagini sono state infatti invitate dagli organizzatori e hanno entrambe accettato.

Questo episodio è solo l'ultimo di una lunga serie, e credo che bisognerebbe seriamente fermarsi a riflettere sulla perdita di credibilità e di appeal che ne deriva. Personalmente, se mai avessi voluto voglia di vedere degli incontri di Coppa America, adesso questa è scomparsa totalmente.