Ieri sera si è consumato l'ennesimo omicidio plurimo perpetrato dalla Juventus ai danni delle vittime di turno. I poveri giocatori del Chievo, nonostante le allucinate considerazioni di Marchegiani in telecronaca, nulla hanno potuto contro lo strapotere bianconero, figlio di una superpotenza fisica, tecnica e tattica che probabilmente mai si era vista nella storia della squadra con le 3 Stelle.
Fatta eccezione, verosimilmente, solo per i match contro quelle quattro/cinque big europee che appartengono alla stessa categoria della Juve, qualsiasi sia il modulo utilizzato da Allegri il risultato finale non cambia: la Juventus di quest'anno - a meno di beffe ad oggi peraltro molto rare - vince; troppo spesso di misura, ma sempre vince. 

Molti giornalisti sportivi, che ormai hanno oggettivamente poco di cui parlare, cercano faticosamente e a volte anche goffamente di trovare difetti ad una squadra che per profondità di rosa, esperienza, qualità tecniche e serietà professionale ed umana, sembra davvero essere una corazzata inaffondabile. Attaccano Allegri per un presunto gioco non bello visivamente, dimenticando (forse volutamente) che il gioco del calcio è fatto anche di razionalizzazione dei rischi, di diagonali difensive efficaci, di valorizzazione dei talenti che si hanno in rosa. 

In questo quadro per il momento idilliaco, c'è un giocatore che più di altri riesce a mimetizzarsi, a confondersi nella folla, distraendoci tutti - chi più chi meno - un pò come il prestigiatore riesce a nascondere i propri trucchi al pubblico grazie ai movimenti dell'altra mano. Questo giocatore è Paulo Dybala. L'ormai non più giovanissimo giocatore argentino è dall'autunno del 2018 che, praticamente senza eccezioni, sciorina prestazioni che non sono minimamente all'altezza di un calciatore del suo costo e che dovrebbe essere il secondo uomo più rappresentativo della Juventus probabilmente più attrezzata di tutti i tempi. Dybala ha avuto una involuzione drastica e repentina, cosa davanti agli occhi di tutti, ma ciò nonostante nessuno osa criticarlo seriamente. 
Allegri, da bravo aziendalista qual è, fa il gioco della Società e quindi ne parla bene (oltre che farlo comunque giocare moltissimo) così da riuscire a mantenere relativamente elevato il costo di questo giocatore sul quale la Juventus ha già deciso di ricavare una cospicua plusvalenza appena ce ne saranno le condizioni tecniche. I giornalisti gli regalano sistematicamente sufficienze piene che hanno dell'incredibile, inventando chissà quali imprescindibilità nel gioco della Juve. I tifosi  però cominciano, finalmente, ad essere perlomeno divisi: ultimamente qualcuno comincia ad essere stanco di vedere questo giocatore lento e molle, che non incide se non contro gli Young Boys, squadra che probabilmente faticherebbe a vincere il nostro campionato di serie B.

Dybala è un giocatore anni '80, quando cioè i soli piedi buoni molte volte potevano bastare per essere un giocatore di rilievo. Ma nel calcio moderno, diciamo da Zidane in poi, il piedino morbido da solo non basta più, occorre abbinare alla tecnica anche e soprattutto la fisicità intesa sia come forza, sia come resistenza, sia come rapidità di ragionamento e di esecuzione. Dybala dalla sua ha solo una discreta resistenza supportata anche dal fatto che, non producendo grande esplosività, gli risulta per forza di cose abbastanza semplice mantenere i propri ritmi (blandi) per tutta la durata della partita o quasi.
Anche balisticamente il giocatore non fa parte di quella categoria di top players in cui molti vogliono invece annoverarlo: tira piano e con discutibile precisione, e quindi oltre i 12/15 metri è sostanzialmente inoffensivo; le volte che prova a effettuare tiri più potenti non si avvicina nemmeno allo specchio della porta. 
Dybala, poi, non vede il passaggio filtrante con la stessa rapidità con cui viene invece individuato (o immaginato, nei casi più deliziosi) dai grandi numeri 10 del calcio: le sue verticalizzazioni sono rare e quasi sempre inefficaci. 
Si tratta insomma di un giocatore dalla faccia pulita e tendenzialmente simpatica, che piace a mamme e figlie, e che grazie al fatto di indossare la leggendaria maglia numero 10 della Juventus (una Juventus che mai come quest'anno è nelle condizioni di far sognare i propri tifosi) riesce comunque ad avere un numero di sostenitori assolutamente ingiustificato rispetto a ciò che effettivamente fa sul campo di gioco. Potere della maglia numero 10... stesso potere che fa lievitare il valore dei giocatori (Pogba docet).

Tralasciando le varie combinazioni possibili davanti alla difesa, limitiamoci ad immaginare la Juventus che ieri sera si è allenata contro il Chievo col titolare Cancelo al posto di De Sciglio, col titolare Bonucci al posto di Rugani e col titolare  Mandzukic  al fianco di Ronaldo, supportati da un Bernardeschi nella posizione di trequartista al posto di Dybala. Bernardeschi (se davvero si è ripreso come sembrerebbe) rispetto a Dybala non avrebbe nulla di meno, anzi: non tirerebbe meno bene e meno forte in porta, non correrebbe meno, non lotterebbe meno, non verticalizzerebbe meno spesso e meno efficacemente dell'argentino. E se al posto di Bernardeschi (ad aggi ancora una scommessa in fin dei conti) ci immaginiamo un trequartista già affermato (ad esempio Isco o forse addirittura lo stesso Ramsey), questa squadra sarebbe con ogni probabilità una vera arma di distruzione di massa, in quanto la pericolosità in fase di possesso palla aumenterebbe esponenzialmente.

Le scuse e le giustificazioni che leggiamo quotidianamente su Dybala sono molto fantasiose e di fatto prive di senso: ogni volta che gioca si giustificano le sue prestazioni irritanti con la posizione, con la presunta incompatibilità col compagno di turno, con la sofferenza psicologica dovuta dall'arrivo di Higuain (prima) e di CR7 (poi), del fatto che si è lasciato con la fidanzata storica e altre assurdità del genere. Ma nessuno osa dire realmente quanto sia (in)utile in campo questo ragazzo che vive di renditagrazie all'esaltante doppietta segnata al Barcellona ormai quasi due anni fa da un giocatore che, come tanti altri nella storia del calcio, sembrava ciò che in realtà non è. Càpita, non facciamone drammi, però che la Juventus corra ai ripari se non altro per non vanificare uno sforzo economico e progettuale mostruoso che non merita di essere gettato al vento a causa di quello che comincia ad essere un vero e proprio accanimento terapeutico.

La Juventus farà bene a liberarsene alla prima finestra di mercato vero, forte del fatto che comunque vada il proseguo della stagione, 85/90 milioni riuscirà certamente a incassarli e forte del fatto che un Papu Gomez qualsiasi, in questa Juve, farebbe certamente almeno quanto fa Dybala. Sempre che Bernardeschi non vinca la sua scommessa e si consacri ai livelli auspicati dall'investimento fatto nell'estate 2017.