Nel mare reso agitato dai risultati altalenanti di questa prima parte di stagione e dall'inchiesta sul caso plusvalenze, la Juventus cerca di ritrovare la rotta affrontando una serie di partite almeno sulla carta decisamente abbordabili. Battuta la Salernitana nel turno infrasettimanale, sul cammino dei bianconeri il calendario pone adesso il Genoa, squadra alle prese con enormi difficoltà tecniche e con una classifica complicata che ha già reso necessario un avvicendamento in panchina.
Per la sfida al Grifone, Allegri ripropone il 4231 presentato per la prima volta in stagione nella trasferta di Salerno. Szczesny tra i pali; linea di difesa composta da Cuadrado, De Ligt, Chiellini e Pellegrini; Locatelli e Bentancur diga di centrocampo; in avanti, Kulusevski, Dybala e Bernardeschi formano il trio chiamato a supportare il centravanti Morata. Sulla sponda genoana, la risposta di Shevchenko è affidata ad un 352 che  vede Sirigu in porta; Biraschi, Bani e Vasquez nel trio di difesa; Behrami, Hernani e Tourè a centrocampo, con Ghiglione e Cambiaso esterni a tutta fascia; in avanti, spazio a  Ekuban e Bianchi. Il confronto tra le due formazioni suggerisce un pronostico nettamente sbilanciato in favore della Juventus. 
La domenica sera, un orario che soprattutto in inverno, a meno di partite di cartello, poco invoglia le persone ad affrontare chilometri di strada, e i prezzi che, nonostante alcune iniziative promozionali, rimangono ancora troppo alti e fuori portata per la maggior parte dei tifosi, sono la causa principale di uno Stadium che a livello di presenze offre uno scenario desolante, soprattutto per quanto riguarda il settore est. 
La solita sedia scomoda accoglie il tifoso che si sistema davanti alla tv proprio nel momento in cui, guidate dall’arbitro Chiffi, le due squadre fanno il loro ingresso in campo.
La partita inizia e, fin dalle prime battute, Dazn si rende protagonista inatteso. Frequenti cali di risoluzione rendono complicata la visione dell’incontro al piccolo gruppo di ascolto, seduto davanti ad un televisore che, nonostante uno schermo all’avanguardia, trasmette immagini che ricordano, per la bassa qualità, i mondiali in Messico del 1986. Dopo un avvio di stagione in cui tutto sommato le cose a livello televisivo erano andate piuttosto bene, al rientro dall'ultima sosta per le nazionali sono cominciati ad inseguirsi problemi di cali di risoluzione, scatti e qualche volta anche blocchi. Almeno una o due partite a settimana vengono rovinate da un sistema di trasmissione che, a quanto sembra, non è ancora in grado di funzionare a dovere. Stavolta è toccato alla partita della Juventus.

Sul campo, come prevedibile, è la squadra di casa a prendere l’iniziativa fin dall’avvio. La Juventus si impossessa del pallone e lo gestirà per l’intera durata del primo tempo. La squadra di Allegri propone un baricentro alto, favorito anche da un avversario completamente raccolto a protezione della propria area, e muove il pallone cercando prevalentemente Pellegrini e Cuadrado, sempre abbastanza liberi di proporsi con continuità sulle due fasce. Da un’azione insistita sulla sinistra condotta proprio dal giovane terzino italiano, la Juventus guadagna il primo calcio d’angolo della partita. Si presenta alla battuta Cuadrado. Il colombiano propone una traiettoria sul secondo palo molto tagliata. La palla si abbassa all’improvviso, tocca la parte bassa della traversa, poi la faccia interna del palo, quindi si spegne in fondo alla rete. La Juventus è in vantaggio quando non sono neppure trascorsi dieci minuti dall’inizio della partita. Cercato oppure trovato, il gol di Cuadrado è destinato a rimanere per lungo tempo nella memoria dei tifosi. La sensazione è che la Juventus, sbloccando subito il risultato, abbia fatto la cosa più complicata della serata. Il Genoa non pare in grado di proporre alcuna reazione. Continua, nonostante lo svantaggio, a mantenere un baricentro molto basso, cercando di non soccombere definitivamente alla maggiore qualità tecnica degli avversari. Le due punte rossoblù arretrano per cercare qualche pallone giocabile ma, tolta una percussione di Ekuban, facilmente contenuta dalla difesa, non riescono mai a farsi vedere dalle parti di Szczesny. 
La partita continua ad avere come palcoscenico la metà campo del Genoa, mentre sullo schermo, oltre ai frequenti cali di risoluzione, inizia a comparire di tanto in tanto anche la rotellina che indica il caricamento. Eppure la connessione, come sempre verificata nell’imminenza del fischio d’inizio, invia un flusso di dati più che sufficiente per la trasmissione in diretta di una partita in alta definizione. Nonostante le difficoltà di visione, appare chiaro come la Juventus giochi il pallone con comodità fino alla trequarti avversaria. L’assenza totale di pressione sui portatori di palla, permette alla squadra di Allegri di non perdere mai terreno. Non si vedono mai passaggi all’indietro e, per tutto il primo tempo, Szczesny resta inoperoso anche nel gioco palla a terra, al punto che uno spettatore distratto potrebbe perfino dimenticarsi di lui. Dove la juventus però in qualche maniera difetta è nella parte conclusiva dell’azione. Nessuno dei quattro giocatori deputati alla fase offensiva sembra vivere la sua serata migliore.  Dybala si muove tra le linee di centrocampo e di attacco, in alcune occasioni si sposta  sulla destra per offrire un ulteriore tocco di qualità alla catena formata da Cuadrado e Kulusevski, ma lascia la sensazione di non riuscire ad incidere come il suo talento gli consentirebbe. Morata, come sempre, si batte ma offre le giocate migliori della serata soprattutto in fase di costruzione. Quando tocca a lui concludere i risultati non sono all’altezza delle aspettative. Kulusevski invece largo sulla destra, si vede poco. Costretto a lasciare strada ad un Cuadrado libero di proporsi sul fondo con continuità, si limita a chiudere gli scambi con Dybala e con lo stesso terzino colombiano. Bernardeschi, tra i quattro, sembra essere il giocatore più coinvolto nella partita. Come sempre però, ad un impegno e ad una voglia di lottare indiscutibile, fanno seguito tutti i limiti che ormai i tifosi hanno imparato a conoscere. C’è sempre un tocco di troppo, un rallentamento, una scelta poco lucida ad inquinare le sue giocate. Insieme a Pellegrini, forma comunque, sulla fascia sinistra, una catena in grado di proporre iniziative con buona continuità.
Nel corso del primo tempo la Juventus manca diverse occasioni per raddoppiare. La prima capita proprio sui piedi di Bernardeschi, servito da Morata al termine di una veloce verticalizzazione avviata da Dybala e proseguita da Bentancur. Sirigu è bravo ad opporsi alla conclusione del numero 20 bianconero. Per il portiere è il primo di una serie di interventi con i quali riuscirà a tenere in partita la sua squadra quasi fino alla fine. Passano pochi minuti e Dybala, servito da Locatelli, non riesce ad inquadrare la porta con il destro. Il pallone calciato di prima intenzione dall’argentino finisce in curva sud. Pochi giri di orologio e stavolta è Bernardeschi a regalare il pallone ai tifosi, calciando alto con il sinistro dal limite dell’area una buona occasione servitagli da Pellegrini. Si continua a giocare in una sola metà campo e, quando è da poco trascorsa la mezz’ora di gioco, sugli sviluppi di un calcio d’angolo ribattuto dalla difesa, Bernardeschi raccoglie il pallone e propone un cross ben calibrato sul quale irrompe De Ligt. Il colpo di testa dell’olandese, da distanza ravvicinata, chiama Sirigu ad una grande risposta. Sulla ribattuta, né lo stesso De Ligt, né Morata riescono a trovare il tocco decisivo.

Mentre il piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv si rammarica per la grande occasione non capitalizzata che avrebbe posto il resto della partita in comoda discesa, l’app di Dazn smette di funzionare e ci butta fuori. Si passa allora sulla chiavetta firestick dove continuano i cali di risoluzione ma almeno si riesce a vedere quanto accade in campo. Il primo tempo si chiude con Morata che, proprio allo scadere, sciupa, calciando addosso a Sirigu, l’occasione migliore avuta fino a quel momento, nata da un’iniziativa di Dybala sulla sinistra.
Il duplice fischio di Chiffi decreta la fine della prima parte. Il tifoso lascia la sua scomoda sedia, leggermente rammaricato per una partita completamente in mano alla Juventus e che, con una maggiore lucidità in alcune scelte offensive, avrebbe potuto già essere chiusa. Un nuovo test della linea internet, eseguito per puro scrupolo nel corso dei quindici minuti di pausa, conferma che i problemi di visione non dipendono dalla connessione di casa.

Allegri, al rientro in campo dall’intervallo, propone la sua prima sostituzione. Entra Alex Sandro. Gli lascia il posto Pellegrini, autore di una prova tutto sommato buona in una partita nella quale non è mai stato seriamente impegnato dagli avversari. La partita riprende dal punto in cui si era interrotta. E’ sempre La Juventus a gestire il pallone con grande facilità. Dybala cerca subito l’incrocio dei pali con una conclusione a giro dal limite dell’area, mancando la porta per pochi centimetri. Quando alza il ritmo la squadra di Allegri riesce a chiudere il Genoa dentro la sua area per lunghi minuti. Le occasioni si inseguono. Morata strappa un pallone a Bani sulla linea di fondo campo, entra in area e calcia forte verso la porta, trovando ancora le mani di Sirigu a negargli la rete. La squadra di Shevchenko cerca di difendersi con ordine ma, con la Juventus costantemente alle porte dell’area di rigore, trasmette l’impressione di un continuo affanno. Poco prima dell’ora di gioco il tecnico rossoblù tenta con una tripla sostituzione di forzare il destino della partita. Escono Bianchi, Behrami e Toure, entrano Pandev, Galdames e Portanova. I cambi non migliorano la situazione. Il Genoa continua ad essere inesistente in fase offensiva. Szczesny, nell’arco dei novanta minuti, toccherà il pallone con le mani una sola volta per gestire un cross dalla linea di fondo di Cambiaso. Quando la squadra ospite accenna ad un tentativo di pressing, finisce per andare a vuoto, sbilanciarsi e offrire il fianco e lo spazio alla ripartenza degli uomini di Allegri.
Sirigu vive una notte molto più agitata rispetto al suo collega polacco. Morata affonda sulla sinistra, entra in area e prova a scavalcare il portiere con un pallonetto. L’estremo difensore rossoblù è bravo anche in questa circostanza ad allungarsi e a deviare. Palla al piede il Genoa fatica a mettere insieme tre passaggi. Galdames si addormenta a metà campo sulla pressione di Bentancur. L’uruguaiano gli strappa il pallone e avvia il contropiede gestito da Morata. In tre contro uno, la Juventus riesce però a non segnare nemmeno in questa occasione. Lo spagnolo serve un pallone a metà strada tra Bentancur e Dybala che accompagnano l’azione. Tocca all’argentino calciare ma la sua conclusione in allungo trova, ancora una volta, l’opposizione da parte di Sirigu. Sul prosieguo dell’azione, il portiere sardo nega la doppietta a Cuadrado, bloccando il suo tiro di prima intenzione su lancio di Bernardeschi dalla sinistra. Le tante occasioni mancate dalla Juventus, fino a questo momento, alzano il livello di guardia nel piccolo gruppo di ascolto davanti alla tv che troppe partite ha visto per non sapere che, senza il gol del raddoppio, la squadra rischia di buttare via una buona partita e una vittoria che in questo momento è necessaria.
L’immagine si blocca anche sulla chiavetta firestick. Decisamente una serata tormentata per il tifoso davanti alla tv che, ormai esasperato, si ritrova per l'ennesima volta a maledire internet, lo streaming, l'avanzata della tecnologia e soprattutto la decisione becera di rendere il campionato di Serie A un prodotto fruibile quasi esclusivamente attraverso questo sistema di trasmissione, nonostante una disponibilità pressoché infinita di canali satellitari e terrestri. Come sempre più spesso accade, il cliente pagante finisce per essere il soggetto trattato peggio. Si passa di nuovo sull’app del televisore e le immagini tornano proprio nel momento in cui è in corso una lite tra Morata e Biraschi. L’arbitro Chiffi interviene e mostra il cartellino giallo all’indirizzo di un nervoso Morata. Allegri fiuta il pericolo e richiama lo spagnolo in panchina, inserendo al suo posto Kean. Le troppe critiche, spesso ingiuste, ricevute finora e l'occasione mancata al tramonto del primo tempo, sembrano aver lasciato delle scorie nel morale dell'attaccante spagnolo che, uscendo dal campo, si ferma un momento a discutere in maniera animata con Allegri che gli rimprovera un eccesso di nervosismo che, a lungo andare, avrebbe rischiato di lasciare la squadra in dieci.

La partita incontra finalmente il suo destino quando mancano dieci minuti al novantesimo. Bernardeschi lavora un pallone dalla fascia sinistra e si accentra. Con un tocco di esterno premia l’inserimento in area di Dybala. L’argentino controlla creandosi lo spazio per il suo sinistro che in diagonale rasoterra non lascia scampo a Sirigu. Lo Stadium esulta con Dybala, Allegri scarica la tensione in panchina, mentre il tifoso davanti alla tv finalmente può rilassarsi, allontanando quei fantasmi di una possibile beffa finale che iniziavano ad annidarsi nei suoi pensieri. Il tempo rimanente è di pura accademia. Il risultato non cambia più. Il Genoa che già aveva poco da dire sull’1-0, alza definitivamente bandiera bianca. Quella rossoblù sembra la squadra meno attrezzata dell’intero campionato. Una squadra che fatica a stare in campo, che non sembra avere elementi in grado di cambiare un destino che mai come quest’anno, a meno di massicci interventi nel mercato di gennaio, presenta davanti al Grifone un lungo scivolo verso la retrocessione in serie B.

Scaduti i tre minuti di recupero concessi, l’arbitro Chiffi fischia la conclusione dell’incontro.
La Juventus raccoglie la quarta vittoria nelle ultime cinque partite di campionato, tutte ottenute senza subire reti, al termine di una sfida che, visto il divario esistente con l’avversario, non ammetteva un risultato diverso dal successo bianconero.
La squadra di Allegri sta sfruttando un calendario divenuto più agevole nella parte finale dell’anno, incamerando punti preziosi e cercando di proporre nuove idee dal punto di vista tattico.
La strada è lunga ed è ancora troppo presto per pensare ad una squadra definitivamente fuori dalle difficoltà. Il tifoso bianconero però chiude la sua domenica discretamente soddisfatto.
Il mal di testa al novantesimo questa volta è solo colpa di Dazn.