Antò, scusa se mi rivolgo a te per l'ennesima volta in modo colloquiale, ma sinceramente mi hai deluso. Adesso tu mi devi spiegare come faranno i tuoi detrattori ad attaccarti dopo aver schiantato il Diavolo. Come dici? Qualcosa a cui appigliarsi la troveranno sempre per mantenere le loro posizioni? E io che mi preoccupavo per loro! Perché, sai, già da qualche settimana sono diventati sempre più silenziosi, sempre più timidi, sempre più smarriti. Aspetta, ma non è che semplicemente sono meno numerosi? Non è che sono già passati dall'altra parte della barricata? Che a salire sul carro, è risaputo, basta un piccolo balzo. Non so se tu sei d'accordo, però un pochino mi mancano. No, non sono ironico, lo dico seriamente. In fondo, anche alla persona più corretta e onesta intellettualmente un minimo di sale, quella polemica di cui si nutre il nostro sport preferito, non dispiace. Certo, a volte tirano fuori chili e chili di robe improponibili che rendono il tutto terribilmente noioso, ma assistere alla loro misteriosa sparizione è qualcosa che non mi lascia tranquillo.
Anto', senti, io un appello a reti unificate glielo faccio, che ne dici? Sì, dai, se no non mi sento a posto con me stesso.

«Carissime/i #Conteout, palesatevi. Venite fuori. Non abbiate timore. Nessuno vi giudicherà, anzi, state ad ascoltare un modesto blogger appassionato della sua Inter: continuate. Vi prego, non privateci delle vostre frasi stucchevoli. Continuate a bersagliare il tecnico juventino. Sì, è juventino, per i pochi che non lo sapessero. Professionista? Non vi azzardate neanche lontanamente a pronunciare questa parola! Lui è juventino: scrivetelo, urlatelo, cantatelo su una base melodica ma non troppo. Affermate ancora con superba convinzione che la squadra gioca solo palloni lunghi verso Lukaku, altro che costruzione dal basso, verticalizzazioni, gioco sugli esterni, manovra avvolgente e contributo dei centrocampisti. Siate inflessibili e sentenziate senza alcuna possibilità di smentita che la squadra non ha una identità di gioco, che si ostina ad usare sempre e solo la difesa a tre, che non azzecca le sostituzioni, che è un fallito perché l’anno scorso dopo nove anni ha portato la società meneghina al secondo posto e solamente in finale di Europa League (che scarso che sei, Antò!), che è uscito malamente dalla Champions League, che umilia Eriksen, che non trova la collocazione tattica ideale ai suoi calciatori, che non valorizza Lautaro Martinez e Hakimi, che ci prende in giro. Sì, ci prende in giro, perché, ricordatecelo, è juventino! Insomma, non abbiate paura, nonostante la travolgente vittoria nel derby dei derby, la più importante stracittadina dell'ultimo decennio. Abbiamo bisogno di voi!»

Derby stravinto!

In primis, credo che qualunque interista non possa che dedicare lo strepitoso successo ad un interista verace quale è stato Mauro Bellugi, scomparso alla vigilia del big match. Un calciatore che non ho vissuto per ovvie ragioni anagrafiche, ma che ricordo con affetto in quanto opinionista di uno dei programmi televisivi più noti a chi segue il calcio, in onda su una rete televisiva privata. Mauro, sai che è tutta tua questa vittoria!

Per quanto riguarda l’incontro sul terreno di gioco, il derby è stato intenso e non ha tradito le aspettative. Giocato su alti ritmi, l'Inter è stata superiore per quasi tutto il primo tempo. Inspiegabilmente, negli ultimi dieci minuti ci siamo rinchiusi ad attendere, e i rossoneri hanno davvero rischiato di pareggiare. Ma è all'inizio del primo tempo che i brividi sono corsi lungo la schiena, con il criticatissimo Handanovic autore di tre miracoli calcistici in tre minuti. È il capitano, innamorato di questa maglia da nove anni. Poi, passata la paura, è venuta fuori alla grande la caratura tecnica superiore dei nostri, con azioni costruite con laboriosità e coinvolgimento di tutti gli uomini del centrocampo, e con i due finalizzatori a colpire. Barella è semplicemente il più forte centrocampista italiano in circolazione e uno dei migliori calciatori in assoluto. Lu-La è il tandem più devastante della Serie A. Insomma, non giriamoci intorno: è stato un dominio, non incontrastato, ma comunque abbiamo vinto imponendo il nostro gioco e mettendo in mostra tutte le migliori qualità della squadra. Un orgoglio: il derby della Madonnina è nostro!

E adesso?

Antò, rieccomi. Ora, cosa possiamo dire dopo questo risultato importantissimo? Probabilmente, ma con molte riserve in merito, abbiamo ridimensionato definitivamente il Milan. Attenzione, non tanto i componenti della società dell’altra parte del Naviglio, quanto gli spacconi che per settimane hanno idolatrato un ottimo collettivo esaltandolo a dismisura come se fossimo di fronte ad una nuova rivoluzione sacchiana. Voglio essere serio: il Milan è una bellissima squadra. Giovane e generosa, la quale è riuscita a ritagliarsi il suo spazio. In più, ha un allenatore preparato e tre elementi di livello internazionale: Donnarumma, Theo Hernandez e Ibrahimovic. Una rosa che può avere un futuro, che sta gettando le basi per rientrare il prima possibile nel circolo delle big dopo anni e anni di rospi amari. Detto questo, chi anche per un solo momento ha pensato che potesse ambire al tricolore, oggi ha definitivamente sbattuto contro questa ipotesi, ottenendo forse la prova del nove. Per carità, il campionato è ancora apertissimo, ma sono abbastanza certo che gli stessi che parlavano di possibile scudetto adesso staranno imbrattando il web con il pensiero «Adesso vedrete che andremo fuori anche dalla zona Champions League». Solito estremismo. Il Milan, secondo me, ha le carte in regola per arrivare tranquillamente terzo in classifica e onorare dignitosamente il percorso europeo.

Tornando a noi, Antò, se i cugini non sono mai stati realmente un pericolo, io non mi fido solo di una concorrente. L’unica che rappresenta il vero ostacolo tra noi e quel sogno che non coroniamo dall’anno di grazia 2010. E tu la conosci bene. Già, proprio quella Signora con cui hai vinto tantissimo. Non mi fido della Juventus, che da nove anni vince e stravince questo torneo. Attenzione, dunque, perché mancano 15 gare e tutto, ma dico tutto, può ancora succedere.
E ti assicuro che sta arrivando il difficile.
Da adesso in poi, la nostra nave sarà bersagliata da attacchi e tempeste. Tu ormai lo hai capito. Il clima in casa Inter è sempre stato fortissimo, siamo un bersaglio costante. Per questo tu dovrai tenere saldo il comando. Quando sentiremo le altre navi sul collo, dovrai tenere il timone come solo un navigato capitano è in grado di fare. Dalla tua, avrai gli ammiragli Lukaku e Lautaro, i sergenti Skriniar, De Vrij e Bastoni, gli ufficiali Barella, Hakimi, Eriksen e Brozovic, e il tuo fido consigliere, Samir Handanovic. A tutti loro, sai che puoi contare su tanti elementi che se chiamati in causa sapranno dimostrarti di essere all’altezza di far parte di questa gloriosa ciurma.
E io, come tanti semplici tifosi interisti, sarò con voi ad aiutarvi a spiegare le vele.
La meta è ancora lontana, ma la rotta tracciata è quella giusta.
Ora sei definitivamente nei cuori degli interisti veri.
Andiamo a piazzare la nostra bandiera e facciamola sventolare su tutta l'Italia.
Dopo oggi, dopo aver vinto il derby dei derby, lo scudetto non è più un’utopia, anzi, diventa la strada maestra.
Crediamoci!

 

Indaco32