A volte nel calcio bastano novanta minuti per cambiare e riscrivere il copione della stagione, altre invece bastano solo dieci minuti per rovesciare completamente i giudizi e le valutazioni sulla stagione in corso.
E proprio i dieci minuti finali di Inter-Sassuolo sono riusciti a cambiare (per altro più volte) la stagione dei nerazzurri che prima si fanno riprendere grazie ad un eccesso di ingenuità poi riportano la partita sui binari giusti fino al deragliamento finale con il 3-3 che condanna la squadra di Conte ad un'altra stagione da encefalogramma piatto e che porta tifosi e addetti ai lavori a chiedersi se il profilo di Conte sia quello giusto per riportare i nerazzurri sul tetto d'Italia e d'Europa con tanto di voci sui probabili successori del tecnico salentino. E pensare che se la partita si fosse chiusa sul 3-2 le tante critiche mosse al tecnico nerazzurro si sarebbero fermate alla formazione a dir poco sperimentale schierata dall'inizio per poi tornare tutti uniti verso le restanti undici finali tutte da vincere per poi vedere che succede.In più se la partita si fosse chiusa sul gol di Borja Valero si parlerebbe dell'unione tra la solita pazza Inter e la voglia di non mollare mai di Conte creando così la crasi perfetta tra il mondo Inter e quello del tecnico ex Juve e Chelsea.

Ma quali sono le colpe di Conte?
Senza dubbio la formazione schierata dall'inizio contro il Sassuolo lascia ancora oggi molti dubbi ma dimostra anche come la distanza di organico con la Juventus sia ancora troppo grande per pensare di averla colmata già oggi. La difesa a tre, simbolo del gioco di Conte, si è sgretolata davanti alle bocche di fuoco di De Zerbi dimostrando come possa soffrire quando manca il leader De Vrij: l'olandese ha dimostrato durante tutta la stagione di essere imprescindibile per il gioco di Conte visto che dal centro della difesa riesce sia a coordinare i compagni di reparto sia a svolgere il ruolo di regista arretrato dando così una grande mano in fase di impostazione. La scelta di sostituire l'ex Lazio con Ranocchia (e la contemporanea assenza di Brozovic in cabina di regia) non ha certo pagato, anzi ha mostrato i limiti di Skriniar (nervoso e poco lucido, anche se dei tre dietro è il meno peggio) e Bastoni che orfano di De Vrij ha spesso sbagliato i movimenti e i posizionamenti nella sua zona di campo. Non và certo meglio a centrocampo dove le assenze di Brozovic, Sensi e Barella portano Conte a schierare l'inedita coppia Gagliardini-Borja Valero, che certo non danno ritmo alla manovra con il primo spesso in ritardo anche nelle marcature e che mette probabilmente la pietra tombale sulla sua avventura all'Inter al minuto 63'. Discorso diverso invece per lo spagnolo che prova a ragionare in mezzo al campo e che segna il gol dell'illusione, resta però difficile pensare di poter sostituire Brozovic con l'ex Fiorentina in una squadra che punta al vertice. A rallentare ulteriormente la manovra ha contribuito anche Eriksen, che dopo le prove più che positive contro Napoli e Sampdoria ha tirato i remi in barca forse un po' troppo presto.

Al di là dei dubbi sulla formazione, restano delle remore sul modulo con quel  3-5-2 che anche se trasformato in 3-4-1-2, per dare ad Eriksen il giusto posto in campo, sembra non sfruttare al meglio né le caratteristiche dei giocatori né i vantaggi tattici dati dal suo utilizzo: uno dei problemi che vengono fuori dalla partita contro il Sassuolo riguarda i cross... spesso gli esterni nerazzurri sono arrivati sul fondo, ma al momento di mettere in mezzo l'area era completamente sguarnita con il solo Lukaku pronto per deviare in porta il pallone. Una delle forze di questo modulo è proprio l'occupazione dell'area di rigore con i due attaccanti, almeno una delle mezze ali e con l'altro esterno pronto a chiudere l'azione (vedere il gol di Gosens su assist di Hateboer in Atalanta-Lazio), dinamica questa che quasi mai si è vista durante la stagione. Ecco quindi che contro i neroverdi un ritorno alla difesa a quattro poteva tornare utile, soprattutto alla luce dell'assenza di De Vrij, con la coppia Skriniar-Bastoni al centro e D'Ambrosio e Biraghi come esterni bassi per arginare le quattro punte dei neroverdi.

La questione più annosa però riguarda le seconde linee: per arrivare alla Juventus bisogna rinforzare la squadra creando un organico dove l'eventuale sostituto non faccia rimpiangere il titolare. Insomma, bisognerebbe avere ventidue titolari capaci di convivere insieme senza fare polemiche quando si parte dalla panchina.
Ma come rinforzare l'attuale organico? Un nome adatto per rinforzare la difesa, ad esempio, è quello di Vertonghen che a parametro zero potrebbe rappresentare il giusto acquisto nel rapporto qualità-prezzo. Difensore esperto e abituato anche a ricoprire il ruolo di terzino potrebbe essere l'uomo giusto non solo per rinforzare il reparto ma anche per far crescere Bastoni, mentre Kumbulla, che piace anche alla Lazio, potrebbe essere il profilo giovane sul quale investire anche per il futuro. In mezzo al campo il reintegro di Nainggolan potrebbe essere la giusta mossa per rinforzare la mediana con il nome di Vidal (sempre caro a Conte) che potrebbe essere la giusta alternativa in caso di cessione del belga, mentre Tonali potrebbe essere l'uomo giusto per dare geometrie e forza al centrocampo nerazzurro. Se sugli esterni ci sarà bisogno di una vera e propria rivoluzione (da salvare solo Candreva e Young) in avanti servirà un'altra punta alla Lukaku così da poter dare respiro al gigante belga (non a caso si cercava Dzeko l'estate scorsa) mentre per Lautaro al momento regna un cauto ottimismo sulla sua permanenza a Milano.

E' il profilo di Conte quello giusto per tornare alla vittoria? Questa stagione è servita per seminare e i buoni risultati del girone di andata non possono essere messi in secondo piano e comparati con il girone di ritorno anche se i pareggi ottenuti con Lecce e Cagliari sommati alle sconfitte con Lazio e Juventus non fanno certo gioco al giudizio finale sul tecnico salentino. In ogni caso cambiare ancora allenatore (per poi chi?) rischierebbe solo di rallentare ulteriormente il processo di crescita e di allungare ancora i tempi per tornare a vincere e riempire di nuovo la bacheca di trofei.