Molti lo immaginavano, altri credevano non fosse possibile, ma termianata l'era Zidane e soprattutto con l'addio di CR7, il Real Madrid, la squadra dei galacticos, quella capace di vincere tre Champions League consecutive, come mai nessuno nella storia, sembra aver perso la giusta direzione, tanto da non dare più l'impressione di imbattibile.

Ma può davvero il cambio di allenatore e l'addio di un campione, per una squadra del genere incidere così tanto?

Il Real ha sempre abituato chi segue il calcio e i suoi tifosi, alla presenza tra le sue file di grandissimi campioni: chi nel clou della propria carriera, chi invece ha dato l'ultimo colpo di coda: Ronaldo il Fenomeno, Figo, Zidane da calciatore, Raul, Roberto Carlos, Cristiano Ronaldo, tanto per fare alcuni nomi.

Spesso calciatori che hanno anche giocato insieme, contemporaneamente ed entusiasmato tifosi e non.

In realtà la squadra che è stata capace di dominare in Europa per tre anni consecutivi, non era caratterizzata da stelle del genere, piuttosto da grandi calciatori, anche meno prime donne, ma capaci di fare squadra e avere le intese giuste.

Non tutte le squadre possono avere gente come Kross, Modric, Sergio Ramos, Bale, Benzema, Isco, Marcelo, Casemiro.

Questi insieme alla stella Cristaino Ronaldo, hanno fatto la storia.

Ma prima o poi ogni cosa ha una fine e questa estate si è assistito al cambio di allenatore, con l'arrivo di Lopetegui e una maglia la numero 7, sulle spalle di un altro calciatore, Mariano.

Ma il Real, in campionato non sta avendo un'andatura che dovrebe invece essere da vertice, con prestazioni altalenanti e poco convincenti.

In Champions nonostante un girone che la vede prima insieme alla Roma con 6 punti, qualche affanno non è mancato e molti limiti stanno venendo a galla.

Così, la sfida con il Barcellona, già primo nella Liga, nella serata di ieri, domenica 28 ottobre, rappresentava il solco, dal quale fare quel passo in avanti, come condizione e convinzione, oppure in caso di sconfitta significare una vera e propria crisi.

E' difficile immaginare il Real Madrid in crisi, eppure, sembra sia proprio così e dopo poche giornate un allenatore che è sull'orlo delll'esonero.

Tutto può cambiare con un nuovo mister?

Antonio Conte a Madrid?

Un allenatore italiano, anche vincente, accostato da diversi mesi alle grandi squadre tra cui anche il Real.

Con l'arrivo di Sarri al Chelsea, Antonio Conte, nonostante i problemi che ha con la società inglese, essendo ancora sotto contratto, ha comunque la possibilità di liberarsi, anche se c'è un contezionso da risolvere.

Adesso che il Real Madrid è in crisi, in particolare dopo la sonora sconfitta di domenica contro il Barcellona, con ben 5 goal subiti, il suo nome sembra molto vicino ai madrileni.

Ma può essere l'allenatore giusto?

Che sia in grado di affrontare una sfida come questa, non ci sono dubbi: Conte è una persona con un carattere forte, un maniaco del lavoro che vuole sempre ottenere e raggiungere il massimo.

Arrivò a Londra con un Chelsea in crisi di identità, portandolo al primo anno al successo in Premier League; adesso potrebbe essere il momento di ripetersi a Madrid.

Ma in questa squadra, non è semplice per un sergente come lui, imporsi e farsi seguire così come di solito pretende dai suioi calciatori.

Nel Real c'è gente che ha molta voce in capitolo nello spogliatoio come Ramos o Benzema, calciatori ormai già affermati e vincenti, con i quali potrebbe essere complicato trovare una giusta armonia e quella dedizione che Conte pretende in allenamento e in campo.

Forse già prima che sia ufficiale, questo potrebbe essere uno dei problemi che non permetterebbe di effettuare da parte del presidente Peres, una scelta in questa direzione, per evitare che lo spogliatoio si spacchi e vengano fuori ulteriori difficoltà.

Un problema tattico

Altro aspetto che vorrei considerare, potrebbe essere quello tattico: infatti Conte, nelle sue ultime stagioni è diventato famoso per l'interpretazione di una tattica particolare, il 3-5-2.

Al Chelsea, aveva immesso qualcosa in più, riuscendo a sfruttare le caratteristiche dei calciatori presenti, proponendo una variante, quindi un 3-4-3, con il quale è riuscito a proporre un nuovo tipo di calcio, che in Inghilterra non erano abituati a vedere.

Ma a Madrid, con i calciatori presenti, si può veramente mettere a punto un sistema tattico, di stampo contiano, in particolare a stagione già iniziata?

Non è una sfida semplice, sia per questioni naturali, dove il passaggio da un modulo e da certi movimenti in campo, ad un'altro necessita di tempo e nel Real non ci si può più permettere di fare dei passi falsi.

Allo stesso tempo, non sarebbe facile coinvolgere in questo cambiamento radicale dei giocatori abituati ad allenarsi in maniera differente e anche meno intensa e a giocare con una certa libertà di pensiero.

Le squadre di Conte seguono dei dettami ben precisi, fatti di pressing alto e verticalizzazioni immediate, dove il possesso palla ha una importanza minore.

Tutto il contrario di quello a cui è abituato il Real, che invece vede tra le sue file dei calciatori che invece corrono meno ma giocano di più la palla, affidandosi anche alle intuizioni dei campioni che ci sono sempre stati.

Vorrei immaginare comunque una formazione allo stile Conte:

  • in porta: Curtois
  • i tre difensori: Sergio Ramos, Varane, Nacho
  • i due esterni: Carvajal, Marcelo
  • A centrocampo: Kross, Casemiro e Modric (o Isco)
  • Attacco: Benzema e Bale

Un 3-5-2 che potrebbe anche essere più offensivo, passando ad un attacco a tre, poichè ci sarebbero le scelte, ma ci rimetterebbe il centrocampo dove qualcuno rischierebbe di rimanere fuori.

Questo mi fa pensare, che la squadra così come è composta, sempre che Conte non riesca a reinterpretare il suo calcio sotto un altro aspetto tattico differente dalla difesa a 3, non possa essere né per la sua natura, né per l'allenatore italiano, la scelta giusta e appropriata in questo momento.

Forse anche per questo motivo, sembra prendere valore anche l'ipostesi di altri profili, come una soluzione madrilista, ovvero Solari, anche sde meno esperto, oppure nomi come quello di Martinez.