In questa settimana non ho potuto seguire gli eventi calcistici con la consueta attenzione. Dopo qualche giorno di assenza, mi sono ritrovato numerosi messaggi arretrati nelle chat di alcuni gruppi della più celebre applicazione di messaggistica istantanea esistente sul mercato, i quali tacciano Antonio Conte di essere un autentico perdente, responsabile del prossimo fallimento tecnico della squadra. Altri, più contenuti, scrivono di mercato indecente, di scelte completamente fuori da ogni logica. E ciò all’unanimità: interisti in primis, ma anche juventini, milanisti, romanisti e chi più ne ha ne metta.

Mi sono agitato, lo confesso: ma che diavolo mi sono perso in neanche 72 ore? Non è che staranno vendendo Lukaku a prezzo di saldo? Non è che, alla fine, Lautaro Martinez sta seriamente prendendo la direzione di Barcellona in uno scambio alla pari con Vidal? Non è che, le ho pensate tutte credetemi, il tecnico salentino ha acconsentito al trasferimento di Barella e Sensi alla Juventus? Non è che ha deciso di puntare su Skriniar e Ranocchia e cedere De Vrij e Bastoni? Non è che Higuain si presenta all’Inter (senza Miami)?

Ho detto: “Indaco, fermati un secondo. Prendi un bel respiro ed una bella dose di coraggio e vai sui principali siti specializzati. Lì troverai le notizie, per forza. Preparati perché sarà sicuramente una mazzata. Qualcosa di assolutamente allucinante, un novello scambio Pirlo-Guly o qualcosa che ricordi la cessione di Roberto Carlos. Vai, forza, non avere paura.

Fatto.

E scopro con immensa sorpresa che, probabilmente (PROBABILMENTE), Godin finirà al Cagliari. Va beh, mi dico, forse questa è la notizia secondaria. Importante, ci mancherebbe, ma forse mi sono perso qualche passaggio precedente. Ricontrollo la rosa ufficiale dell’Inter e mi pare ci siano tutti (tranne Berni, un personaggio unico per alcuni aspetti, ma sul quale ritornerò in coda all’articolo).

Quindi, eseguendo l’operazione algebrica elementare 2+2=4, i commenti inviperiti, le invettive cariche di stilettate verso le scelte condivise tra tecnico e società, addirittura (come ho scoperto in seguito) articoli e blog scagliati contro l’ex blues e contro la società, sono tutti nati da questa clamorosa news di mercato: Diego Godin potrebbe finire al Cagliari.

Aspettate, meglio andare per gradi perché ho l’impressione di aver preso una cantonata. O forse no.

 

-Godin al Cagliari: e allora?

Partiamo da una premessa: il centrale uruguaiano è stato uno dei più forti nel suo ruolo in questo decennio appena trascorso. Con la maglia dell’Atletico Madrid è divenuto un’icona del club, avvicinandosi per ben due volte alla conquista dell’agognata Champions League. Tutti gli appassionati (me compreso) hanno negli occhi le sue straordinarie prestazioni offerte, tanto con la maglia della squadra spagnola, tanto con quella della Nazionale (con la quale ha vinto anche una Coppa America).

Insomma, un calciatore che ha dimostrato tantissimo, il quale ha dalla sua un bagaglio di esperienza notevole.

ALERT: Sta arrivando il però.

Però, oggettivamente, l’annata con la maglia neroazzurra è stata tutt’altro che esaltante.

I primi mesi sono stati costellati da alcune giocate individuali errate. Poi, è stato superato nelle gerarchie dal brillante Bastoni, assolutamente da salvaguardare in quanto rappresentativo del futuro del reparto. Nel finale di stagione, grazie alla sua straordinaria professionalità ed abnegazione, è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, soffiando la palma di titolare a Skriniar. Dunque, tutt’altro che un giocatore finito, chiariamolo.

Altro elemento a suo favore: la difesa a tre non lo ha aiutato. Questo è fuori discussione. E sono il primo a criticare la testardaggine di Conte su questo modulo, ma se la linea tracciata è questa (e lo sappiamo tutti) dobbiamo fare i conti con questa identità di gioco che, volenti o nolenti, è comunque stata creata.

Pertanto, l’eventuale cessione, la quale pare concordata appieno tra società, tecnico e lo stesso calciatore, che apprezzerebbe chiudere la carriera in Sardegna, non mi pare un dramma come si sta cercando di far passare.

Credetemi, quando ho appreso che la grande colpa di Antonio Conte e della dirigenza fosse stata quella di aver avallato la cessione dello Sceriffo, sono rimasto allibito.

Non potevo crederci, parlo seriamente!

Ci tengo a sottolineare che Godin è un calciatore encomiabile e che merita tutte le lodi possibili, ma non stiamo parlando di un titolare inamovibile. E lo sappiamo tutti!

Nel meccanismo impostato da Conte, i perni imprescindibili sono De Vrij, leader indiscusso, e Bastoni, che ha dimostrato di valere tantissimo.

L’ex difensore dell’Atletico è un validissimo atleta, ma, permettetemi, state facendo tanto rumore per nulla.

 

-Le critiche al mercato di Conte e della società

L’altro grande tema che sta mettendo d’accordo tutti i detrattori del mister neroazzurro è la gestione del mercato, assolutamente incomprensibile per i più.

La contestazione principe si potrebbe riassumere così: Conte a fine stagione andrà via in qualsiasi caso, dunque si vuole giocare le sue carte andando a prendere calciatori funzionali per il suo gioco, ma praticamente arrivati a fine carriera. In pratica, un mercato individualista e non in prospettiva.

Ecco, allora due sono le alternative: o non ho capito io (anzi, ne sono quasi certo) o qua stiamo andando in un cortocircuito degno del criticatissimo Nolan (io lo amo, concedetemi di inserirlo un po' ovunque come fosse una spezia pregiatissima).

Coloro che hanno criticato l’operato di Conte in questa stagione lo hanno fatto tacciandolo di una grave colpa: non aver riportato l’Inter alla vittoria. Ne abbiamo lette e sentite di ogni: non ha vinto il campionato con una Juventus mai così debole; è uscito fuori dai gironi della Champions League; in Europa League ha perso ed è stato bersagliato perché neanche la coppa è riuscito a portare a casa, quando fino al giorno prima tutti spaventati ad urlare ai quattro venti che il titolo non contava perché aveva la stessa valenza di un torneo amatoriale; in Coppa Italia, non ne parliamo proprio. Insomma, è arrivato secondo in campionato, in finale di Europa League e alle semifinali di Coppa Italia (robe che in questi ultimi nove anni non avevamo mai visto) ed è stato dichiarato un fallimento.

Ora, lui vuole vincere quest’anno a tutti i costi e sta impostando un mercato con calciatori già pronti per approfittare del periodo di transizione che potrebbero affrontare gli attuali campioni d’Italia, senza andare a scommettere sul futuro. Sostanzialmente, sta cercando giocatori immediatamente maturi, senza dover attendere e pazientare, in modo da dare seriamente l’assalto alla concorrenza. E cosa sostengono coloro che non lo apprezzano? “Lui sta agendo senza ragionare sul dopo. Si gioca tutto quest’anno e poi ci lascia tutti sul groppone”. Ragazzi, mi è venuto il mal di testa solo a scriverlo, ma avete capito cosa intendo.

Seriamente, però, non capisco cosa si pretenda: se vogliamo acquistare giovani, poi non lamentiamoci se pecchiamo di inesperienza e perdiamo punti per strada o qualche partita secca in coppa. Ci concentriamo sui calciatori già abituati a certi livelli, e denigriamo questa scelta perché non sarebbe lungimirante.

No, mi spiace, o l’una o l’altra!

Tra l’altro, l’indirizzo intrapreso è rischioso principalmente per l’allenatore: se infatti non dovesse vincere nulla e venisse accontentato in tutte le sue pretese, allora sì che non ci sarebbero giustificazioni per lui e per la dirigenza.

Quindi, siamo così sicuri di voler andare su questo terreno? Possibile che non esista un club in Italia mai così bersagliato e divisivo su ogni azione compiuta?

 

-I nomi: chi arriva e chi va?

Tutto questo caos, alla fine, sarà utile? Io non credo.

Nel frattempo, giusto per capire un attimo, come siamo messi nei singoli reparti? Perché a me tutto pare tranne che il disastro da più parti dipinto, ove le voci di mercato si dovessero concretizzare.

In porta confermatissimo Handanovic, che ha rinnovato fino al 2022. Il capitano merita l’occasione di poter vincere qualcosa. Bel dilemma, invece, per il ruolo di vice: l’anno scorso, Padelli ha fatto venire più di qualche brivido. Radu è, a mio avviso, l’erede designato dello sloveno. Il punto è: conviene tenerlo in queste due stagioni che verranno sotto la guida di Handanovic, o sarebbe meglio cederlo in prestito e fargli fare esperienza prima di raccogliere la pesante eredità dell’attuale numero uno? Altro giovane interessante è Stankovic, diciottenne promettente.

In difesa, la situazione la sappiamo: Godin e Skriniar sono sul piede di partenza. Con De Vrij e Bastoni sicuri del posto, ne rimane un terzo scoperto. Per me, tutti gli sforzi dovrebbero condurre a Kumbulla. Giovane, per carità, ma proprio per questa ragione, a mio avviso, il criticatissimo acquisto di Kolarov è stato più che mai azzeccato. Non solo, la sua duttilità gli consente di agire anche da esterno di sinistra nel 3-5-2. Non dimentichiamoci, inoltre, di D’Ambrosio, che può agire da esterno destro e da terzo di difesa. Se Ranocchia dovesse realmente salutare (e dispiacerebbe perché è un elemento importante per lo spogliatoio), terrei stretto il giovane Pirola, pronto ad avere maggiore spazio in questa stagione.

Forse, su un possibile arrivo, concordo con i contestatori di Conte: Darmian non lo prenderei. Onestamente, pur comprendendo il discorso della duttilità, lo troverei esagerato nell’abbondanza che grava attualmente sulla rosa. A meno che, ma pare improbabile, non venisse ceduto Candreva.

Proprio il centrocampista è l’alternativa naturale ad Hakimi, vero colpo forse non reclamizzato a dovere. Sull’altra fascia, il pupillo Marcos Alonso diventerebbe il titolarissimo, con l’esperienza di Young a supporto. Ditemi voi se un’operazione del genere non dovrebbe esaltarci!

Certo, anche io ho i miei sogni (Bale o Gosens li vedrei benissimo), ma direi che un assetto del genere può essere assolutamente promosso, no?

Veniamo, però, al piatto forte.

Alzi la mano chi non baratterebbe Brozovic con Kanté.

Sono un estimatore del croato e lo ritengo uno dei più forti nel suo ruolo, ma per il francese stravedo e, come me, presumo la maggior parte degli appassionati. L’idea di avere un centrocampo formato da Barella, Kanté e più avanti Vidal, Nainggolan o Eriksen mi esalta tantissimo. Non so voi. ma io con un assortimento così credo mi divertirei di brutto. E non dimentichiamoci di Sensi, che senza infortuni rimane un pezzo da novanta.

Evidente che lì bisogna sfoltire: i vari Vecino, Asamoah, Agoumé, Joao Mario, Perisic e anche lo stesso Gagliardini devono fare le valige.

Davanti, manca solo il vice-Lukaku: il possibile ingaggio di Inglese mi convince. Sarebbe un profilo adeguato a sostituire in caso di necessità il belga. Esposito, ovviamente, andrebbe in prestito, in modo che possa emergere.

Insomma, per intenderci, ecco il quadro che potrebbe prospettarsi.

PORTIERI: Handanovic-Stankovic/Radu (uno dei due in prestito)-Padelli

DIFENSORI: D’Ambrosio-Kumbulla-De Vrij-Pirola-Bastoni-Kolarov

CENTROCAMPISTI: Hakimi-Candreva-Barella-Sensi-Kanté-Nainggolan-Vidal-Eriksen (o Gagliardini)-Marcos Alonso-Young

ATTACCANTI: Lukaku-Inglese-Lautaro Martinez-Sanchez

Io vedo una squadra potenzialmente da scud… no, non lo voglio dire, però, dai, davvero vi lamentereste di Godin al Cagliari avendo una rosa del genere?

 

-Eriksen: non facciamo ca…volate!

Nella potenziale rosa ho scritto Eriksen e, tra parentesi, Gagliardini. Ora, naturalmente, tutto è ancora indecifrabile a centrocampo: eccetto Barella e Sensi confermatissimi, le altre sono solamente delle ipotesi. Vidal sembra vicinissimo ma ancora non è ufficiale, Brozovic sembra destinato a lasciare ma è nella medesima situazione, mentre Nainggolan è un vero enigma. Eriksen e Gagliardini sono però due nomi molto pesanti e legati da un destino comune particolare: entrambi sono arrivati in una sessione di mercato invernale e accolti con ovazioni, ma per motivi diversi non sono riusciti a imporsi come da legittime aspettative.

Il danese ha l’attenuante di aver giocato poco e in un contesto gravato dall’emergenza sanitaria. Ecco perché le voci di una sua partenza mi fanno stare in ansia: di un calciatore così non mi priverei mai e poi mai. Piuttosto, cercare di trovargli una collocazione potrebbe essere un supporto valido. Per cortesia, però, non commettiamo errori di cui pentirsene. La sua partenza, a mio avviso, sarebbe davvero una mossa azzardata che giustificherebbe prese di posizione critiche nei confronti di Conte e società.

Su Gagliardini, invece, dopo diverse stagioni in neroazzurro, ci sono molti dubbi: è prezioso, ma, oggettivamente, una sua eventuale cessione non rappresenterebbe un problema irrisolvibile. Da tenere in considerazione se partisse Nainggolan o non dovesse arrivare Vidal.

 

-Berni, un pensiero per un ruolo ingrato

Fare il portiere è una scelta coraggiosa. Sei l’ultimo baluardo, il difensore del risultato.

Ciò vale principalmente se riesci ad importi come numero uno.

Ogni squadra, però, necessita di atleti sempre pronti a sopperire alle lacune degli elementi considerati titolari. Se nel corso degli anni abbiamo assistito ad una crescita di competitività negli altri ruoli, con giocatori intercambiabili al punto da non avere più nessuno realmente riconoscibile come titolare o riserva, ciò non vale per i portieri. In porta, infatti, vige la regola della sicurezza e della continuità. Capita, dunque, che portieri anche molto brillanti si ritrovino a svolgere il ruolo di secondo, intervenendo nelle partite non di enorme richiamo.

La struttura di una squadra, però, prevede anche il terzo portiere, da utilizzare in casi estremi. Da sei anni, ad occupare l’ingrato ruolo nell'Inter era Tommaso Berni.

Zero presenze, due espulsioni e tanta passione per questi colori.

Già: il portierone è stato importante pur non dando un contributo tecnicamente tangibile, ma è stato quell’elemento che ha rappresentato tutti noi che amiamo l’Inter.

Come ha dichiarato lui stesso, per lui è stato un sogno vestire questa maglia e anche se consapevole di non poter mai giocare, era contento perché sapeva di essere parte di un’unica entità.

È vero ciò che hai detto, Tommaso: la panchina di San Siro ti mancherà.

E tu mancherai a lei.

Non posso parlare per gli altri, ma per me sì.

Io, Indaco32, ti dico che mi mancherai tantissimo.

In te ho visto una parte di me, del mio essere interista.

Io, come te, potrei non giocare mai pur di sedermi su quel terreno e vedere da vicino le sorti della squadra di cui sono innamorato.

Perciò, grazie.

Grazie di tutto, Tommaso Berni.

 

Indaco32