Il turno infrasettimanale valido per la quinta giornata del campionato di Serie A sta per essere archiviato. All'appello manca solo la sfida prestigiosa tra Torino e Milan, importante soprattutto per dare certezze a due formazioni che stanno scricchiolando sotto tutti i punti di vista. Eppure, l'asse caldo del torneo ruota attorno ad Inter e Juventus, protagoniste in questo inizio di una sfida punto su punto che vede i nerazzurri in prima posizione e a punteggio pieno; una storia che si ripete, ma che corre verso l'infinito lasciando per strada il Napoli, distaccato di sei punti e sempre più affossato sulle difficoltà tipiche degli uomini di Ancelotti. Mentre l'Inter di Conte soffriva contro un'ottima Lazio, i partenopei abbandonavano il San Paolo da sconfitti, complice una marcatura di Castro arrivata nel finale; un up and down notevole, che però mostra un certo divario soprattutto nel post-partita, quando i due allenatori si presentano davanti ai microfoni per le consuete interviste.

DUE MODI DIVERSI DI PERDERE - Ricorderete tutti quello che è successo al termine della sfida pareggiata dall'Inter contro lo Slavia Praga. Un risultato negativo, anche perchè davanti ad un San Siro strapieno, contro un avversario non fortissimo, era essenziale la conquista dei tre punti; lo sapeva anche Antonio Conte, tecnico dalla grande esperienza e abituato a trionfare contro tutto e tutti. La squadra nerazzurra, invece, disputa una partita senza identità, poggiata su un non gioco e resa viva solo grazie ad una giocata di Barella nel finale; tutti si aspettavano una mini-crisi, ma il Conte che si presenta in conferenza stampa non sembra minimamente preoccupato. "Mi prendo la responsabilità della sconfitta", chiosava l'ex allenatore del Chelsea. Poche parole, ma colme di un significato importante, con il lavoro che si innescava nella mente dei suoi ragazzi e un derby da preparare per portare a casa la vittoria. Detto fatto, l'Inter si rialza e raggiunge le cinque vittorie consecutive in campionato. A diversi km di distanza, invece, Carlo Ancelotti si sente superiore in tutto e davanti ai microfoni di Sky fa i complimenti ai suoi ragazzi, complici di aver giocato, secondo lui, un'ottima partita contro un Cagliari attendista. Peccato però che i tre punti non sono arrivati e guardando le prestazioni dei partenopei in campionato, questo spettacolo assicurato anche dalla solidità difensiva di Koulibaly e Manolas si è visto parzialmente solo contro il Liverpool; troppo poco, ma quando un allenatore taglia corto sulla mancanza di responsabilità, forse c'è qualcosa che non va. 

LA STORIA SI CAPOVOLGE? - Come succede nel dramma Othello, molto spesso cambiano i giudizi da un momento all'altro. E così, la professionalità indiscussa di un uomo come Ancelotti che ha fatto la storia al Real Madrid sembra abbassarsi di fronte alla ricerca di colpevoli tipica di una società che se non si fosse arrampicata su scuse o attacchi, avrebbe potuto davvero far cessare il dominio juventino. Ora però è troppo tardi, perchè il Napoli della stagione 2019/20 sembra proseguire sulla strada dello scorso anno, una squadra ornata da buoni elementi ma incapace quando conta di portare a casa il risultato. Dall'altra parte invece a Conte non sfugge neanche un dettaglio: lavoro duro e tanta tattica per affrontare al meglio un trittico di partite vitali, che inizieranno proprio sabato nella delicata sfida di Marassi contro la Sampdoria. I risultati sono dalla parte dell'ex Juve che, nonostante il primato, dimostra un ampio grado di sportività elogiando Samir Handanovic, complice di almeno quattro interventi strepitosi, capaci di spostare gli equilibri a favore dei nerazzurri. Non tutti lo avrebbero fatto, ma si sa, ognuno tira acqua al suo mulino. Un po' come lo stesso Ancelotti, che ormai sembra essere sempre più lontano dall'ambiente vincente dei blancos per appoggiare invece la lotta al secondo posto. Ma attenzione: se quest'anno fosse proprio l'Inter a candidarsi come vera anti-Juve? Io al posto di Ancelotti comincerei a pensarci bene...