Antonio Conte è, numeri alla mano, il miglior allenatore della storia neroazzurra degli ultimi dieci anni.

Non ci voleva molto, potrebbe obiettare qualcuno. Fatto sta che arrivare secondi, ad una sola lunghezza dalla vetta, accumulando 82 punti (tanti quanto l’anno del Triplete) resta un grande miglioramento rispetto alle passate stagioni.

Chi si lamentava del fatto che non era stato compiuto alcun passo avanti deve ricredersi.

Lo confermano anche alcuni indicatori: l’Inter è la squadra che ha perso il minor numero di partite (appena 4), è il secondo miglior attacco dopo quello atomico degli ultimi avversari dell’Atalanta ed è stata la miglior difesa del torneo, nonostante le critiche piovute addosso.

Insomma, diciamo le cose come stanno: il gap con la Juventus si è ridotto, tanto che la vera differenza di punteggio è stata determinata dagli scontri diretti. I bianconeri sono ancora superiori per qualità dei singoli (soprattutto in fase offensiva) ma la distanza si sta assottigliando ed era proprio questo il grande compito che bisognava portare a termine in questo primo anno di gestione Conte.

Quindi, in attesa dell’Europa League che deve essere adeguatamente onorata, si può dire che il campionato dell’Inter sia stato assolutamente in linea con gli obiettivi.

Detto ciò…

 

- LO SFOGO

C’è una cosa che non mi spiegherò mai dell’interismo: per quali ragioni si riesce sempre a trovare il modo di rovinare anche i momenti più belli? Forse in molti non si sono resi conto, ma vincere contro questa Atalanta non è roba da tutti i giorni. Gli orobici non hanno segnato e anche questa dovrebbe essere una notizia. E, soprattutto, è stato ottenuto il secondo posto.

Sarà anche il primo dei perdenti ma chi non preferirebbe arrivare alle spalle della capolista piuttosto che quarto in classifica?

Quindi, grande lavoro svolto da parte di tutti e testa all’Europa.

Questa, a mio modo di vedere, avrebbe dovuto essere la strategia comunicativa.

Ed invece, no.

Il tecnico salentino si è esibito in una performance in conferenza stampa divenuta immediatamente virale.

Un attacco frontale proprio a pochissimi giorni dall’avventura internazionale.

Il vero problema, a prescindere dalla condivisione dei contenuti o meno, è la tempistica.

Si può lanciare una tale invettiva dopo una splendida vittoria che ha consegnato la piazza d’onore alla squadra? Si può mettere una tale pressione ai calciatori con una stagione ancora da chiudere?

Avrei potuto comprendere un tale sfogo appena concluse tutte le partite ufficiali di questa travagliatissima annata, ma entrare così di traverso è davvero fuori luogo.

Per me Conte è il miglior allenatore possibile per questa Inter per mille motivi e i risultati della Serie A lo hanno dimostrato, ma certo è che le dichiarazioni rilasciate non possono lasciare indifferenti.

Come si fa ad essere così duri?

Qual è stato il moto che ha acceso questa incomprensibile sfuriata?

Adesso c’è da ricucire immediatamente questo strappo perché tra 48 ore ci si gioca l’accesso ai quarti di finale della ex Coppa UEFA in gara secca contro il Getafe.

 

- MA QUINDI DEVE RESTARE O NO?

Ovviamente, al netto degli sfottò dei commentatori più “frizzanti” del web (“lo juventino che si prende gioco dell’Inter: goduria!”), il vero tema diventa capire se sia possibile proseguire o meno il rapporto con l’ex tecnico del Chelsea al timone.

Alcuni parlano addirittura di un clamoroso ribaltone pre-Europa League: ciò è altamente improbabile e sarebbe una scelta che riporterebbe nuovamente indietro la credibilità riacquisita dalla gloriosa società meneghina.

La stagione va conclusa così.

Per quella ventura, bisognerà operare tutte le valutazioni del caso.

Personalmente mi sono espresso diverse volte ritenendo il progetto triennale contiano il più idoneo per tornare ad essere competitivi e vincenti.

Le basi ci sono e le capacità attrattive del tecnico sono indiscutibili.

Oltre all’aspetto tecnico, va inoltre considerato il parametro economico-finanziario: un eventuale esonero senza accordo sarebbe insostenibile per le casse societarie.

Non dovrebbero esserci dubbi in merito: bisogna continuare su questa strada.

A mio avviso, se guardiamo solo l’aspetto tecnico, è inammissibile criticare l’operato di Conte.

In un passaggio della conferenza lui utilizza la famigerata metafora del carro: in molti sono saliti adesso, mentre per tutta la stagione si è assistito sovente ad un continuo attacco in concomitanza di ogni mezzo passo falso della squadra.

E questo è innegabile.

In particolare, in questa seconda fase di torneo post-lockdown, l’atteggiamento mediatico nei confronti dell’Inter è stato qualcosa di unico (in negativo) nel panorama calcistico italiano: possibile che una squadra che arriva seconda in classifica sia così oggetto di bersaglio? Possibile che una rosa con un centrocampo limitato, con soli 3 attaccanti di ruolo, con calciatori messi sotto pressione da voci di mercato, debba subire un accanimento per un pareggio contro il Sassuolo finito ottavo e miglior rivelazione del campionato?

Per carità, anche io ho criticato alcune scelte di Conte: i cambi tardivi e l’ostinazione ad adottare il 3-5-2 sono stati due cavalli di battaglia dei suoi detrattori ma anche di chi lo apprezza.

Ergo, alla fine dei conti la miglior difesa del torneo è risultata quella neroazzurra e i cambi… quali elementi potevano realmente cambiare la storia di questo campionato?

Quindi, dal punto di vista puramente calcistico, anche solo ipotizzare di poter cambiare sarebbe a mio avviso una scelta sbagliatissima.

Il calcio, però, non è solo fatto di passaggi, trame di gioco e possesso palla.

Un ruolo di spicco è giocato dalla comunicazione.

L’allenatore in carica non ha mai nascosto i suoi malumori in chiave mercato.

Molti si sono sentiti irritati dalle sue lamentele: come è stato fatto notare più volte, però, se è vero che in molte zone di campo ha avuto gli acquisti che lui ha richiesto, valorizzandoli egli stesso (ci si dimentica spesso di questo particolare…), dall’altra parte non tutte le richieste sono state accolte e si è notato.

A centrocampo hanno dovuto praticamente giocare sempre gli stessi in questo tour de force e Lukaku ha avuto pochissime occasioni per rifiatare in quanto privo di un vero vice (Esposito è promettente ma non ancora maturo al punto di potersi prendere tale responsabilità).

I suoi sfoghi su questo aspetto li ho trovati giustificati.

Semmai, ciò che a mio avviso ha stonato parecchio sono stati quelli risultati fuori in queste settimane: lamentarsi del calendario in primis e, successivamente, l’attacco così diretto alla dirigenza perpetrato appena due sere fa.

C’è stata un’emergenza sanitaria ed era inevitabile la compressione degli impegni: è vero che l’Inter ha avuto sicuramente un trattamento più “intenso” ma, francamente, avrei fatto a meno di tirare fuori quest’argomentazione.

Ancora peggio sabato: una serata in cui bisognava solamente godere dell’ottimo risultato e “incazzarsi sanamente” per essere arrivati a così poco dalla testa della classifica, tirare fuori tutto quello che è stato proferito è stato realmente poco appropriato.

Io capisco che abbia voluto togliersi qualche sassolino perché il risultato ottenuto in campionato è da considerarsi straordinario e nessuno può negarlo, ma non in questo modo.

Lo avrei davvero evitato.

Se ci sono delle divergenze, se esistono delle linee differenti di pensiero, che si risolvano.

Saranno necessari chiarimenti, privati e pubblici, in modo tale da restituire compattezza all’ambiente.

E bisogna farlo al più presto perché per qualcuno sarà una competizione di scorta ma per chi non vince dal 2011 la fame di titoli ti farebbe apprezzare tutto, figuriamoci una coppa internazionale.

 

- UN BREVE MESSAGGIO PER ANTONIO CONTE

Antonio Conte, molti interisti ti hanno apprezzato fin da subito, nonostante il tuo passato bianconero avrebbe potuto provocare qualche freno.

Ricordo gli abbonamenti sottoscritti ad inizio stagione dopo l’annuncio del tuo arrivo con prenotazioni addirittura per quella successiva.

Il solo fatto che tu abbia potuto abbracciare il progetto della Beneamata ha restituito quell’attaccamento che si era disperso negli anni seguiti alla massima gloria ottenuta dieci anni or sono.

Tu sei interista, adesso, perché la tua professionalità ti impone di esserlo.

Sei verace, hai carattere e non le mandi a dire.

Penso di parlare a nome di tutti i tuoi sostenitori: ti apprezziamo per questo e per tante altre cose.

La grinta che finalmente si è rivista dopo anni, il fatto di essere considerati nuovamente come potenziali avversari di rispetto.

L'Inter sta rinascendo e gran parte del merito è tuo, ma è importante che tutte le componenti remino nella medesima direzione.

Ci tengo, infine, a spiegarti solo una cosa del mondo interista, che si può riassumere in una delle innumerevoli battute del compianto Peppino Prisco.

 

“Qualche suo collega ha detto che ho servito cinque presidenti dell’Inter.

Ecco, non è esatto! Io ho cercato di servire sempre e solo l’Inter”

(Peppino Prisco)

 

Ecco, Antonio Conte, è importante sapere questo.

 

Non esiste il presidente dell’Inter.

Non esiste la dirigenza dell’Inter.

Non esiste lo staff dell’Inter.

Non esiste l’allenatore dell’Inter.

Non esistono i calciatori dell’Inter.

E, ti dirò, non esistono neanche i sostenitori dell’Inter.

Esiste solo e soltanto l’Inter.