In questi giorni ha appeso le scarpette al chiodo uno dei più grandi calciatori che abbia calcato un campo di calcio, uno dei pochi in grado, da solo, di cambiare il volto di una squadra.

Classe 1979, Andrea Pirlo inizia la sua carriera professionistica nel Brescia esordendo il 21 maggio 1995, a 16 anni appena compiuti, nella massima serie. Mostra sin da subito grandi numeri attirando le attenzioni degli addetti ai lavori. Nel 1998 passa alla sua squadra del cuore, l'Inter, dove fatica ad imporsi con continuità mettendosi invece in luce nell'Under 21 guidata da Marco Tardelli.
Neppure l'arrivo di Tardelli in nerazzurro riuscirà a dare una svolta alla sua storia nerazzurra e per oltre 30 miliardi di lire viene ceduto ai cugini rossoneri dove in 10 anni vincerà 2 Champions e molti altri titoli affermandosi a livello mondiale come il migliore nel suo ruolo. Vincerà anche i Mondiali del 2006 e a 31 anni considerato 'finito' passa da svincolato alla Juventus dove vincerà 4 campionati di fila da grande protagonista. 

Ma elencare tutti i successi di Pirlo è pressoché superfluo.
Quello che lo rendeva unico era il suo modo di stare in campo. Pirlo non correva, sembrava passeggiare, non calciava la palla ma la accarezzava camminando. Che fosse una partita amichevole o la finale dei Mondiali era lo stesso. Passargli la palla equivaleva a metterla in cassaforte e permetteva ai compagni di posizionarsi dove la palla li avrebbe raggiunti grazie ad uno dei suoi lanci precisi. Non si è mai visto un giocatore con le stesse caratteristiche, uno che sembrava atterrato in campo per caso proveniente da un altro pianeta e che, mentre tutti gli altri si agitavano, con calma olimpica sapeva far viaggiare il pallone in lunghi percorsi ad alta velocità come nessun altro era in grado nemmeno di pensare.

Che lui o Iniesta, per fare un esempio, non abbiamo mai vinto un Pallone d'Oro è una vergogna che rende meno prestigioso il trofeo e ci fa capire che anche lui è stato spesso incompreso proprio perché diverso da tutti gli altri.
Se dopo i 30 anni ha vinto ancora 5 campionati italiani di seguito e giocato a grandi livelli è perché ogni anno che passava lo rendeva più forte.

Cercare 'un giocatore alla Pirlo' è il tema ricorrente di ogni campagna trasferimenti, ma uno così, con quella faccia un pò così, non credo che lo rivedremo più.