Sono bastati pochi minuti per capire l'inghippo... sì,  il trucchetto con cui Pioli ha mascherato il ruolo di Diaz in Milan-Monza, terminata 4-1 per i padroni di casa. Diaz, infatti, è partito molto a destra, ma su quella fascia c'era già Messias, con Dest che saliva dalla difesa. Era evidente che si trattava di una posizione da finta ala destra, simile a quella tenuta contro la Juventus. Come notato anche da Ambrosini nel post-partita, Diaz si spostava in trasversale. In realtà, c'era qualcosa di più, perché Diaz galleggiava oltre la linea della palla come Rebic, seconde punte pronte a sfruttare i movimenti dettati da Origi, centravanti mobilissimo, decisamente più mobile del pur bravissimo Giroud. Palladino e il Monza non ci hanno capito niente. Era prevedibile che Pioli avrebbe studiato qualcosa per migliorare lo schema a 3 punte, protetto ieri da un centrocampo solido, mobile e tecnico (Bennacer e Pobega), ma anche dal sacrificio di Messias. e reso denso sulla destra dalla presenza di Dest. Dialogando con Ambrosini nel dopo-partita, Pioli ha provato a dissimulare lo schema a 3 punte, sostenendo che anche Messias doveva stare vicino al trio Origi-Rebic-Diaz. E' comprensibile, perché teme le contromosse dei rivali nei prossimi match. Messias doveva proteggere la zona dello spagnolo e non è entrato nelle azioni di attacco fino all'uscita del compagno.

Questa premessa è la chiave di lettura del rendimento in crescita di Diaz. Ed è anche la chiave di lettura del match di ieri a San Siro. Già contro la Juventus, falsa ala destra che si accentrava, Diaz aveva ingannato i bianconeri facendosi trovare dove non doveva essere, oltre la linea della palla. Il pallone era andato lì, dove nessuno si aspettava di vedere la maglia del rossonero e Brahim aveva colto la difesa bianconera sbilanciata. Contro il Chelsea a San Siro, non si era visto nulla, a causa dell'espulsione prematura di Tomori. Contro il Verona, Diaz si era mosso da terza punta verso sinistra e aveva servito la palla dello 0-2 fallita da Giroud. Ieri in Milan.Monza, ha indirizzato la partita sul binario giusto.

In occasione del primo gol, Diaz si era spostato al centro alle spalle di Origi, che gli ha lasciato spazio, mentre Rebic si allargava all'ala sinistra. Questi movimenti hanno disorientato il Monza, specie Antov che è rimasto a guardare i movimenti del croato, ma anche gli altri sono rimasti sul centro destra a guardare Origi e, in fondo in fondo, Messias. Si è aperta un'autostrada nella quale si è immesso Diaz che, per dopo 40 metri di corsa al doppio delle falcate, non ne aveva per battere a rete ed è scivolato sul recupero disperato di Antov, cui di Rebic non fregava più nulla. L'attaccante dallo spunto breve e bruciante si è visto in questo frangente, perché lo spagnolo ha sfruttato al 100% le doti di brevilineo calciando da terra. 

Come a dimostrare che certe cose non sono casuali, il raddoppio del Milan è venuto da un movimento di Origi che si è allargato sulla fascia destra, come Rebic a Verona in occasione del gol di Tonali. Questa volta la difesa avversaria era schierata, ma il belga ha servito Diaz in mezzo a un nugolo di maglie del Monza. Lo spagnolo, sempre da attaccante brevilineo, ha agganciato e si è girato per un destro nell'angolo opposto.

Il Milan del secondo tempo è cambiato , perché al posto di Dest c'era Kalulu, meno centrocampista e più terzino, mentre è uscito Diaz per De Keta in seguito a un affaticamento muscolare, non senza prima aver ripetuto l'assist di Verona a Giroud. Questa volta è stato Rebic a non realizzare.

Messias, con Diaz in campo, aveva compiti di copertura, ma senza Diaz, è stato il brasiliano che ha servito Origi da esterno d'attacco vero per il terzo bellissimo gol. Il belga, un ottimo acquisto, la ha messo dentro con un gol all'incrocio dei pali, maledetto dai ragni che ci avevano messo un bel po' a tessere le ragnatele.

Nella parte centrale della ripresa, in realtà, i rossoneri hanno iniziato a pensare a Zagabria e sono stati puniti per questo da un calcio di punizione di Ranocchia molto angolato, ma tirato da lontano e un po' telefonato. Tata è arrivato in tempo, ma con la mano morbida. Ora, mettiamo tutto in pausa e occupiamoci proprio di Tata. Vulnerabile a Empoli e ieri sui calci piazzati, non domina l'aria sui cross come Maignan, ma in pochi lo fanno. Però ieri ha parato due botte ravvicinate a colpo sicuro, anche se ha dato l'impressione che gli abbiano tirato addosso. La verità è che Tata è sempre molto ben piazzato fra i pali e resta in piedi fino all'ultimo. Ognuno ha le sue doti. In termini di valore assoluto non è un fenomeno, ma lo si sapeva e, se si voleva un portiere diverso, non si doveva prendere questo signore che non ha obbligato nessuno a proporgli un contratto.

Sempre parlando del valore dei giocatori, bisogna ricordare una cosa. Il rendimento di un giocatore dipende sì dalla sua bravura in assoluto, ma anche da come le sue caratteristiche sono sfruttate dal modulo adottato, dagli schemi e dal movimento dei compagni. Se schiero Maignan in attacco e Giroud in porta, con ogni probabilità, questi appariranno inutili. Se li schiero nel loro ruolo faranno un'altra figura. Quanto più Diaz gioca oltre la linea della palla in attacco, con almeno una prima punta che gli apre gli spazi, anche la sua falcata corta, seppure rapida, gli consentirà di arrivare in area o al limite, dove la sua rapidità e la capacità di leggere i movimenti dei compagni lo rendono letale. Quanto più gli chiedi di portare la croce, tanto più ne annullerai le doti, perché non è Gesù a dover portare la croce, ma il Cireneo. Utilizzato con le 3 punte ben coperte sulla fascia e al centro da Bennacer e Pobega, Diaz è un titolare decisivo e vale il prezzo da pagare al Real.

Tornando al match, Pioli è stato costretto a correggere la formazione inserendo il bravo Vrancx al posto di Origi e, da quel momento, la partita è stata sotto controllo. Anzi, nel finale, Hernandez ha servito il quarto gol a Leao, entrato un quarto d'ora prima per Rebic. Dal limite, Leao ha intuito che il movimento di D'Onofrio sarebbe stato verso il secondo palo e ha calciato, senza angolare troppo, dalla parte opposta. La stessa beffa era stata riservata lo scorso campionato a Terraciano della Fiorentina. E' un colpo del repertorio di Leao, che lascia gli estremi difensori come salami. 

De Keta non ha affatto sbagliato gol facili, come crede qualche tifoso. Era solo a porta vuota, ma la palla gli è arrivata alle spalle, perché l'ottimo Messias era andato in torsione per rimetterla lì. Il belga ha provato il colpo dello scorpione, l'unico possibile, ma non ce l'ha fatta. Con l'uscita di Origi era finito a fare il centrattacco che non sembra il suo ruolo, ma le esigenze della partita erano quelle di coprirsi. Essendo un centrocampista, anche se offensivo, potrebbe giocare con il tridente davanti, senza Messias e con Kalulu a destra in marcatura.

Ora a Zagabria, che è una squadra competitiva e, rispetto al Monza o al Verona, è su un piano superiore. Ricordiamolo.

Valeri è stato nuovamente contestato per la direzione di una partita dell'Inter o di una squadra in competizione con l'Inter. I precedenti sono lì nel suo curriculum, a partire da un derby vinto dall'Inter del 2011. E' quindi da troppo tempo che le situazioni si ripetono a senso unico. Sarà sfortunato questo signore, proprio sfortunato, ma non si può più far finta di nulla e non considerarlo una mina vagante. E' una mina vagante. Ieri è stata la Fiorentina a pagare l'amaro dazio.