Dopo essere stati graziati da Chievo, Lazio e Sassuolo il livello di difficolta’ si alza di un gradino e noi puntualmente sprofondiamo.

Gattuso come più volte ribadito ha dato in due anni una buona identità difensiva al Milan, tralasciando completamente e colpevolmente qualsiasi schema d’attacco. Se Piatek fosse stato l’ectoplasma di Higuain avrebbe fatto la stessa fine, sprofondando nell’anonimato: i suoi gol sono cose cercate esclusivamente da lui, completamente dimenticato dal resto della squadra.
Ancora un’estenuante volta il tecnico calabrese sbaglia formazione regalando Paquetá, Rodriguez, Suso, Calhanoglu all’Inter! La sua testardaggine sta diventando francamente intollerabile e rischia di farci arrivare quarti se e forse per i suicidi altrui.
Risultato: si trova a schierare sull’1-3 quelli che dovevano partire dall’inizio: Conti, Cutrone e Castillejo. Questo dopo aver regalato ai nerazzurri 65 minuti e tre gol. 

Non so chi ancora in società abbia il coraggio di confermare un tecnico che prepara gl’incontri con Inter e Frosinone allo stesso modo!

Una nota agli sforzi societari: benissimo la linea verde , ma è in gare di questa portata che se ne vedono i limiti! L’ostinato ostracismo verso gli Ibrahimovic o i Fabregas (non c’era molto altro a gennaio), si paga e caro. Purtroppo i miei auspici della vigilia non si sono avverati.
La verve di qualcuno dei nostri ha fatto da contraltare alla solita inconsistenza di molti.
Tra questi, ribadisco, quella di Paquetá. Frettolosamente osannato come grande prospetto, vuoi il ruolo non suo, vuoi la comprensibile stanchezza, perde una quantità industriale di palloni e pecca gravemente in velocità. La strada per diventare un grande giocatore è lunga e tutto fuori che scontata.

La qualificazione alla Champions torna ancora una volta in bilico per colpa dei limiti di Gattuso.
Fosse centrata sarebbe il caso di considerare un’altra guida tecnica per la prossima stagione.