20-05-2018 Lazio - Inter 2-3, dopo l'unico sussulto in 2 anni di gestione, si sono susseguite le seguenti prestazioni 7-12-2018 Juve - Inter 1-0, 11-12-2018 Inter - Psv 1-1, 31-01-2019 Inter - Lazio 4-3 D.c.r., 14-03-2019 Inter - Eintracht 0-1 con annesse decisioni tecniche e non, che hanno portato l'Inter a giocarsi nuovamente l'accesso in Champions all'ultima giornata e come al solito all'ultimo respiro.
20 maggio, sarebbe dovuto essere il punto di partenza per provare a progettare e risalire la china, dopo anni di marasma e mediocrità, grazie ai proventi della Champions, ma che in realtà si è rivelato essere l'ennesima occasione sprecata grazie alla mancanza di linee guida da seguire; partendo dal mercato dove il mister legittimato dal risultato raggiunto in exstremis ha fatto esplicite richieste su chi dovesse partire e chi dovesse arrivare, rinunciando a Raphinha e Cancelo, per avere ai suoi ordini l'adepto Ninja e Vrsaljko, che sono risultati essere non in perfette condizioni fisiche oltre che inferiori tecnicamente e mentalmente rispetto ai 2 predecessori, i quali avevano contribuito in maniera concreta al raggiungimento dell'obiettivo nella stagione precedente.
Inoltre ci si aggiunge l'arrivo di Keita (non si sa chi e perché lo abbia voluto) la partenza di Karamoh con annessa permanenza di Candreva e la completa immobilità di mercato nella parte nevralgica del campo dove sono rimasti i mediocri Vecino e Gagliardini, accompagnati e anche male da un Valero sulla via del tramonto e da un Brozovic svogliato e discontinuo come solo uno slavo sa fare; se poi andiamo oltre e ricordiamo che il mister ha cercato di convincere in tutti i modi Perisc a restare, quando aveva più volte chiesto la cessione, la frittata era già bella che fatta a settembre, molto prima del caso Icardi (gestito in maniera pessima sia da Spalletti che dalla Società in toto) e da quello degli ultimi mesi che riguarda il suo esonero ormai sventolato da tutte le testate giornalistiche senza che la Società si facesse sentire nei modi toni e sedi opportune.
Nel frattempo si sono susseguite prestazioni pessime, con una falsa partenza in campionato, risollevate solo grazie a qualche risultato utile in champions, buttata al vento per la "paura di vincere" dell'allenatore che quando deve vincere, puntualmente, anche grazie alle sue dichiarazioni, fallisce e si presenta in campo con la mentalità mediocre di chi ha chiesto ai propri giocatori di nn perdere e, non di tirare fuori gli attributi ed onorare la maglia che indossano.

A coronamento di tutto ciò si aggiungono le eliminazioni dalla coppa Italia contro una "mediocre" Lazio e dalla Europa League (dove cerco ancora di capire il motivo della mancanza in lista di centrocampisti e la presenza di Candreva e altri ectoplasmi) per mano di un non irresistibile Eintracht. 
Dopo mesi di marasma si è arrivati al derby (in condizioni psicologiche e di classifica assurde) dove si è avuto l'ultimo sussulto di questa squadra e del suo "condottiero", che da quel momento in poi si sono seduti sugli allori credendo che tutto gli fosse dovuto e che nn ci fossero più partite in cui combatte e sudare per il raggiungimento dell'obiettivo. Atteggiamento tipico di chi nn ha mai vinto nulla e purtroppo mai nulla vincerà nella vita, perché le vittorie passano dai sacrifici e dalla programmazione oltre che dall'osare, parola sconosciuta al Vate di Certaldo, sempre più incline a difendere il pareggio che a cercare il raddoppio, sperando nell'aiutino dagli altri campi o confidando nella mediocrità generale delle restanti squadre della serie A.
E' con questa mentalità che ieri si è presentata l'Inter in campo a Napoli, squadra che ha terminato il suo campionato da circa un mese e che non aveva niente da chiedere né alla partita né al campionato, e com'è giusto che sia ne è uscito vincitore con annessa mazzata psicologica per gli avversari, che oltre a leccarsi le ferite per la batosta subita dovranno provare a risollevarsi nei prossimi 6 giorni in vista di una partita tutt'altro che semplice domenica con l'Empoli che, proprio per quella mancanza di mentalità e fame che l'Inter nn ha avuto o che forse il suo allenatore nn è riuscito a dare, ha superato con lo stesso risultato, un Torino in salute ed ancora in piena corsa Europa.

Mentalità e fame, due cose troppo importanti, per essere sostituite da tatticismi e paura di perdere, in queste partite decisivi, due cose fondamentali se si vogliono raggiungere risultati (quest'anno la champions ci ha dimostrato di quanto sia importante provare a vincere SEMPRE piuttosto che provare gestire), due cose fondamentali se ci si vuole paragonare o elevare al livello delle squadra che ormai da anni ci guardano giustamente dall'alto, due cose fondamentali ma che purtroppo nn fanno parte del bagaglio di Spalletti che in 2 anni ha sempre avuto il braccino corto nelle partite che contano e che ci ha portati di nuovo a doverci conquistare una qualificazione all'ultimo respiro con una rosa, sì deficitaria e mancante di qualche elemento, ma sicuramente superiore a chi l'ha superata ieri e rischia di farlo domenica prossima. Due qualità che sono mancate dal primo momento al mister e, purtroppo nessuno ha provato ad arginare con decisioni e atteggiamenti opportuni, o almeno con lungimiranza e polso fermo nei momenti difficili, ma hanno lasciato fare pur consapevoli del rischio che stavano correndo, ed e proprio per questo che l'Inter se anche dovesse centrare l'obiettivo 3-4 posto sarebbe comunque un FALLIMENTO per i modi i tempi e gli investimenti fatti per riuscirci!