L’Inter deve ridimensionare per questioni di bilancio. La notizia è ormai nota a tutti. Io non so nulla di questioni economiche, quindi intendo analizzare la faccenda da due punti di vista differenti: la comunicazione e l’aspetto tecnico.

A mio avviso Zhang ha commesso un errore nel rendere pubblica la volontà di ridimensionamento, per due ragioni. La prima, ovvia, è l’effetto strozzinaggio. Se io possiedo un bene ne ricaverò un guadagno tanto più alto quanto meno sbandierata sarà la mia volontà di liberarmene. È evidente, infatti, che se mi pongo nella condizione di chi ha stretti margini di manovra la parte forte nella trattativa non sarà il venditore ma l’acquirente. Siccome non ritengo il presidente dell’Inter uno sprovveduto, suppongo che la scelta di pubblicizzare questa necessità sia stata dettata dalla volontà di preparare l’opinione pubblica. I tifosi sanno che si deve fare cassa e si trovano nella condizione di doverlo accettare. Tuttavia i ridimensionamenti possono anche non essere spacciati come tali.

Nell’estate del 2009 l’Inter ha ridimensionato. Ha venduto Ibrahimovic e Maxwell. Questa scelta poteva essere comunicata in due modi. Il primo modo è quello che la società scelse di adottare: abbiamo deciso di operare un cambiamento tecnico per essere più competitivi in Europa. Il secondo poteva essere quello della smobilitazione: venderemo il nostro miglior giocatore e un altro pezzo pregiato e li sostituiremo con dei buoni giocatori provenienti da piccole squadre (Motta e Milito), con scarti delle big europee (Eto’o e Snejder), meglio ancora se arrivano a parametro zero (Lucio).

Il secondo effetto dell’annunciata smobilitazione riguarda l’appeal che la società può esercitare sui calciatori. Facciamo un’ipotesi: l’Inter vende Lautaro e compra Depay a parametro zero. Realizzerebbe una grande plusvalenza e non indebolirebbe la squadra. Ma Depay non accetterebbe mai di andare a giocare in una squadra che, per sua stessa ammissione, si sta ridimensionando. Allora accade che, se decidi di vendere Lautaro, ti trovi a dover acquistare profili di ben più basso livello. E qui entra in gioco l’aspetto tecnico.

Il calcio non è una scienza esatta. Se fare la raccolta delle figurine fosse un viatico sicuro per le vittorie, il PSG sarebbe da anni detentore della Champions League. Nel calcio contano sì i valori dei singoli, ma il valore della squadra nel suo complesso conta di più. E il valore della squadra è determinato da tanti aspetti, fra i quali quello strettamente tecnico è soltanto uno (anche se oggettivamente importante).
Si dice che l’Inter potrebbe vendere Lautaro e Hakimi e che, per questa sola ragione, non potrebbe più essere competitiva per la vittoria in campionato. Io prima di dirlo aspetterei di vedere chi arriva e qualora fossero giocatori nettamente inferiori aspetterei comunque l’esito del campo. Conta più l’alchimia fra i giocatori che il valore assoluto degli stessi. La coppia Serena-Diaz era nettamente superiore alla coppia Klinsmann-Serena, anche se come valore assoluto il tedesco era più forte dell’argentino.

Ulteriore considerazione: anche un progetto di ridimensionamento deve, o dovrebbe, seguire un progetto. Se davvero Zhang intende costruire una squadra che non dovrebbe, sulla carta, competere per lo scudetto, allora farebbe bene a fare un ragionamento in prospettiva. In questo senso sarebbe opportuno tenere i giovani e realizzare i soldi vendendo giocatori un po’ più avanti con gli anni, come Lukaku, Brozovic o Eriksen. Che senso ha tenere giocatori che hanno un’età compresa fra i 27 e i 30 anni se per tre anni pensi che non sarai competitivo per vincere? Quando tornerai (nelle intenzioni) ad alti livelli, questi giocatori saranno vecchi.

Una strategia intelligente sarebbe a mio avviso quella di vendere i big over 27 e sostituirli con giovani promesse da fare crescere. Ce ne sono tante, basta saper pescare bene. Del resto i migliori acquisti dell’Inter, da Barella a Skriniar, da Bastoni a Lautaro sono arrivati spesso come sconosciuti o quasi. Poi si può sempre sbagliare, ma se a fronte di tre Rambert peschi tre Zanetti sei a posto per quindici anni. Se l’Inter adottasse questa strategia qualcosa di buono, a fronte di qualche inevitabile errore, se lo ritroverebbe fra le mani. E getterebbe le basi per un futuro radioso e sostenibile. In quest’ottica sono felicissimo che si parli di Raspadori (anche se, vista l’ormai certa partenza di Hakimi, io metterei Singo in cima alla lista degli acquisti).

Aspettiamo e vediamo. Io ho fiducia nelle capacità di Marotta e penso che l’Inter costruirà un’ottima squadra e sarà competitiva anche l’anno prossimo, per lo meno in Italia.
Al momento registro che la rosa è migliorata: Cordaz è meglio di Padelli e Dimarco è meglio di Kolarov.