Dodici partite di campionato, otto vittorie, due pareggi e due sconfitte, 26 punti e la gioia delle entusiasmanti vittorie con Inter e Juventus.
Se a ciò abbiniamo lo splendido scudetto che il Milan esibisce sulle maglie, il diciannovesimo della propria storia, ogni critica o lamentela mossa verso l'allenatore, dopo la bruttissima sconfitta di Torino, potrebbe apparire totalmente inutile. Viceversa le critiche sono sempre utili, se costruttive, ma la Società ha saputo stupire tutti, guardando già avanti e senza farsi condizionare da un risultato che, per quanto sgradito, è la rarità in tre anni di gestione Pioli che hanno coinciso con un costante crescendo. La scelta Societaria di allungare fino al 2025 il contratto a Mister Pioli e al suo Staff consolida quel progetto di crescita a cui tutti ci appelliamo.

Devo confessare che mi hanno stupito, in negativo, le parole dell'allenatore che ha dichiarato che altre due Società italiane lo avevano contattato, mettendolo in difficoltà, frase inutile e fuori luogo, che scalfisce quella splendida immagine costruita in questo triennio. Ora testa bassa e pedalare, non si può certo vivere sugli allori e se vale per Dirigenti e Giocatori non è certo esentato l'Allenatore. Guardando oltre e in particolare agli allenatori italiani che hanno conquistato le più belle vittorie sulla panchina rossonera, senza scomodare Rocco, ma da Sacchi ai giorni nostri, solo Capello riuscì a vincere più di uno scudetto, ma tutti seppero portare a Milano la Coppa dalle Grandi Orecchie e a volte anche più di una. Certo, altra squadra e altre risorse, mentre oggi si viaggia a vista, senza la possibilità di inserire CAMPIONI, se non sostenuti dalle coperture finanziarie necessarie. La firma di questo contratto alza l'asticella delle aspettative e di conseguenza il compito di Mister Pioli, per nulla semplice, diventa quello di saper ripetere l'impresa fatta lo scorso anno.

Allora addentrandomi su una analisi che vuole essere dettagliata diventa evidente che la squadra costruita lo scorso anno si basava su un mix di dettagli che hanno portato, passo dopo passo, alla perfezione. Tutto era funzionale. La parte tattica, quella motivazionale e tecnica. Oggi quella squadra non esiste più e forse riproporla diventa quasi impossibile poichè è stata costruita in un lungo percorso, iniziato dopo il Covid. Cerco di essere più chiaro. Kalulu e Tomori è stata la coppia di centrali che ha sigillato la difesa. Chi avrebbe pensato ad inizio stagione che sarebbero stati loro fra i principali artefici della vittoria dello scudetto? Eppure Maldini, non a caso, voleva comperare Botman che al Newcastle sta entusiasmando Società e tifosi. Oggi, sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà che fa Tomori, privato della presenza di Kalulu e delle parate di Maignan. Superfluo segnalare l'assenza di Kessie, un tuttocampista che permetteva di giocare con i due centrocampisti mantenendo equilibri quasi impossibili. Oppure evidenziare quanto le sole presenze di Kjaer e Ibra siano state determinanti nel rafforzare quello spirito di gruppo e quella fame di vittorie da cui non si può prescindere. Tutte cose preventivabili con l'innesto di così tanti giocatori nuovi, poichè anche se non giocano e non si vedono, sono numerosi. Probabile quindi che quel clima idilliaco che si respirava a Milanello si sia affievolito, se non peggio, svanito. Che Castylleco fosse quasi inutile tecnicamente, ma perfetto nel affiatare il gruppo, è cosa risaputa, così come lo spirito di sacrificio era alla base di ogni vittoria ed oggi appare ben meno intenso. Sicuramente non hanno aiutato i troppi infortuni, che oltretutto hanno colpito quei giocatori che più di altri trascinano il gruppo e penso a Maignan, Calabria o Salamandra, ma vedere CDK applaudire il compagno dopo il gol e non correre ad abbracciarlo, evidenzia un modo totalmente diverso di vivere le partite rispetto alla passata stagione.

A mio parere urge un cambio di passo, ma non tanto in funzione dei risultati che, comunque li si vogliano guardare discostano minimamente dalla passata stagione. Sicuramente stupisce il fatto che il Milan abbia tenuto la porta imbattuta in solo tre partite, contro Bologna, Sassuolo e Juventus. In cinque partite ha subito un gol, anche se pareggiandone solo una e vincendo le restanti, mentre delle quattro partite che ha subito due gol, due hanno coinciso con la sconfitta. Eppure il dato puramente statistico è che il Milan lo scorso anno aveva subito 11 gol, mentre in questa stagione sono 13, ma senza la presenza di Maignan. Risaltano i sei punti in meno in classifica, ma nelle due giornate successive alla dodicesima, il Milan perse a Firenze e in casa contro il Sassuolo, dimostrando che con il calo di una condizione atletica nettamente superiore ad ogni avversario, arrivavano le sconfitte e una brusca frenata a quella che sembrava una cavalcata vincente, poi ripresa. I gol segnati 26, mentre oggi, che la squadra sembra più offensiva e con un Leao straripante, sono 25. 
Arrivando al nocciolo della questione, serve che Mister Pioli riesca a dare forma a questo nuovo gruppo a sua disposizione. Forte della lunga pausa obbligatoria per la disputa dei Mondiali in Qatar, compattare il gruppo, ridare una condizione atletica efficiente e, se possibile, proporre soluzioni tattiche più consone alla rosa attualmente a sua disposizione, che è ben diversa da quella dello scorso anno.

Il mio consiglio tattico, che in molti condividono è basato sul fatto che ci sono sei centrocampisti a disposizione dell'allenatore, Tonali, Bennacer, Krunic, Pobega, Adlì e Vrancks, senza neppure considerare Bakajoko, stipendiato di lusso, ma destinato a tornare a Londra dopo due anni di assoluto riposo. Non serve essere degli intenditori di calcio per constatare che tranne Bennacer e Tonali, nessuno degli altri è in grado di giocare in un centrocampo a due. Viceversa se lo schieramento passasse a tre, le alternative a sua disposizione diventerebbero improvvisamente ben superiori alle attuali. Un 4-3-1-2 facilmente trasformabile in 4-3-3 o in un 4-3-2-1 di Ancellotiana memoria, probabilmente vedrebbe penalizzato il solo Sealemakers, ma quanti altri ne trarrebbero vantaggio mentre oggi vagano per Milanello? Passando a tre in mezzo, anche Cdk ne trarrebbe giovamento, avendo più libertà di azione e anche se la punta volesse venire incontro, come predilige Origi, non intaserebbe quegli spazi che attualmente non ci sono e avrebbe anche la possibilità di svariare, allargandosi e trovandone altri. Sono convinto che sia Pioli il primo a saperlo, infatti sia contro la Dinamo Zagabria che probabilmente contro il Salisburgo, con l'inserimento di Krunic e lo spostamento di Rebic a destra, viene proposta una formazione schierata con il 4-3-3.
Una soluzione che ritengo obbligata, altrimenti saranno troppi i giocatori a non essere utilizzati, logorando sempre gli stessi e rischiando non solo di dare il fianco agli inevitabili infortuni muscolari, ma al calo delle prestazioni, condizionate da naturali fasi di stanchezza.
Allora Mister Pioli, buon lavoro e magari a gennaio potremmo vedere questo Milan, a prescindere dal mercato; 4-3-1-2 Maignan, Calabria, Kalulu, Tomori, Theo, Tonali, Bennacer, Pobega, CDK, Rebic, Leao e la corsa allo scudetto potrebbe esserci ancora favorevole.