Tra Lazio e Inter è andata di scena una bella partita. È stata intensa e ricca di emozioni. 
Gli occhi erano puntati su un giocatore in particolare, che ha fatto molto parlare in questa settimana ed è Stefan de Vrij. Non avevo alcun dubbio sulla sua prestazione. Un professionista entra in campo col desiderio di fare bene. Giusto farlo giocare? Io non l'avrei fatto giocare. 
Alcuni potrebbero dire che sembra contorto il mio ragionamento. Ma pensiamoci un attimo. In questi giorni si sono fatti paragoni con altri giocatori che hanno sottoscritto un accordo con un altro club e pure hanno disputato tutte le partite, ad esempio Pep Reina. Oppure si è parlato di cultura del calcio sbagliata. In altri campionati alcuni giocatori già ad inizio stagione sono promessi ad altri club, eppure disputano ad alti livelli la stagione calcistica per il club con cui giocano. E condivido quasi tutto di ciò che è stato scritto. 

In questo caso la cosa è ben diversa, ad esempio Napoli e Milan concorrevano per lo stesso obiettivo? Ipotizziamo che Reina, nel match di ritorno, avesse con un errore concesso il gol a un attaccante del Milan e che il risultato di quella partita fosse stato di 1- 0. Quale intreccio di ipotesi poteva sorgere nella mente dei tifosi e degli addetti ai lavori a causa di quell'errore? Quale vantaggio avrebbe ottenuto Reina nel non permettere al Napoli di lottare fino all'ultima giornata per il titolo di campione d'Italia a discapito della Juventus? Quale vantaggio avrebbe concesso al Milan? Grazie a quel risultato sarebbe cambiata la prossima stagione del Milan ad esempio disputare la CL piuttosto che l' El? Credo che siamo tutti concordi con la risposta. 

Ogni circostanza va valutata singolarmente. Non si può fare una regola uguale per tutti. Il buon senso deve sempre emergere su tutto. Nell'ultima giornata di campionato si disputava più che una finale tra queste due squadre. Si intrecciavano le sorti calcistiche dei due team della prossima stagione. E anche se il giudizio degli altri non deve condizionare nessuno, quello dei tifosi pesa moltissimo e può condizionare delle scelte o delle prestazioni. Un esempio su tutti, guardate come reagiscono i calciatori quando segnano a un ex squadra. La stragrande maggioranza di loro non esulta. Perché? Il suo passato lo condiziona. Non può essere una regola arbitraria a stabilire ciò che va fatto o non va affatto, se de Vrij doveva giocare o non doveva giocare. Non doveva essere lui a scegliere sì gioco, no non gioco. Non conta neanche la professionalità del calciatore che è indiscutibile. Quello che conta è il valore che c'è in gioco in quel momento. La posta in palio è la vera discriminante.
A mio avviso era veramente tanto, ecco perché personalmente non lo avrei fatto giocare. Perché allora faccio i complimenti a de Vrij? Per la sua stagione, per la sua professionalità e per aver pianto con i colori laziali ieri sera.