Quanto sei bella Manchester che rimembri vittorie e conquiste passate ed ora, dopo tanti anni, sei teatro di una sfida di Europa League che sa tanto di Champions.
Quanto sei bella Manchester che, nello stadio dove tante leggende sono scese in campo, hai regalato novanti minuti di calcio e trepidazione grazie a dei baldi giovani, a cui le gambe non sono tremate.
Quanto sei bella Manchester che in quella porta, riassaporata nel riscaldamento da Dida, che ricorda le sue parate nella finale tutta italiana, il Milan ha trovato il gol del pareggio, di un meritato pareggio che, per quello che si è visto in campo, sta anche molto stretto...
...Quanto sei bella Manchester di notte!

Basterebbe questo per sintetizzare la partita tra Manchester United e Milan, valevole per gli ottavi di Europa League.
Il Milan dei giovani e delle tante assenze ha fatto la sua gara e non si è trincerato dietro al classico pullman davanti alla porta, segno di anti calcio per i puristi di questo gioco.
E lo ha fatto in maniera disinvolta e con carattere, quello che rappresenta la forza e la compattezza di questo gruppo. Lo ha fatto senza gli stessi titolari che erano venuti a mancare nella sfida di Verona, in aggiunta Romagnoli ha dovuto dare forfait, ma la squadra di Pioli è andata avanti per la sua strada senza che niente fosse accaduto.
Quando c’è stato il sorteggio che aveva messo di fronte le due squadre, in tanti davano il Milan per spacciato. Le assenza poi davano lustro alla teoria che lo United era, ed è, decisamente più forte e molto più avanti nella fase di ricostruzione, che lo ha riportato nei piani alti della Premier, dopo anni di alti (pochi) e bassi (tanti). Sono lontani i tempi in cui Sir Alex Fergusson e la sua squadra dominavano, ed erano il simbolo di Manchester. La concorrenza di City, Liverpool e Chelsea ha fatto sì che la Premier manchi dal 2013 ed il cammino europeo ha portato solo l’Europa League 2016-17 con Mourinho in panchina.
Quest’anno i Red Devils sono stati declassati dalla Champions ed ora, insieme ad un gruppetto di squadre, possono vantare il ruolo di favoriti.
Il Milan invece continua nel suo apprendistato europeo, e lo fa cercato di recuperare il ruolo che tanto caro gli fu per dominare e scrivere la storia.

Ieri, in una sfida dove la storia è stata recuperata per descrivere il match e per evocare dolci ricordi, il Milan è stato eroico. Sembrava lui lo United e lo ha fatto con il piglio di chi ha bisogno di questi stimoli per dare il meglio di sé.
Può sembrare banale o scontato ma il Milan di questa stagione ha bisogno di stimoli e di rimanere sulla corda. A volte dà l’impressione di esaltarsi maggiormente quando le assenze lo decimano, rendendo così la squadra più compatta e più attenta a non far pesare la mancanza dei titolari. Responsabilizzando chi entra in campo a dare tutto, facendosi trovare pronti e, allo stesso tempo, ritagliarsi il giusto spazio durante la stagione sportiva.
Per far questo, continuo a ripeterlo fino alla noia, una parte del merito deve essere dato all’allenatore. Già qualche giorno fa parlai del suo stile Milan e di quanto sia attualmente l’allenatore giusto per quel processo di crescita che coinvolge tutti i suoi interpreti. E anche oggi voglio sottolineare quanto sia stato moderno nel giocare a viso aperto, senza ricorrere a barricate che non avrebbero portato a niente di buono.
Oggi si parla di lui, perché ha vinto la migliore idea di calcio possibile. E per quell’idea di un calcio propositivo, che vale la pena portare avanti e provare a difenderla fino alla fine, ci rendiamo conto di quanto il Milan valga e di quanto grande sia fino a questo momento la stagione rossonera.
Contro lo United, solo un errore è stato pagato a caro prezzo. Un errore classico perché molto spesso il Milan viene punito con l’inserimento dell’attaccante in mezzo ai due centrali di difesa ma, nonostante tutto, non ha cambiato il modus operandi dei giocatori che hanno avuto più di un’occasione per trovare la via del gol.

Non sono eretico nel dire che il Milan, per quello che si è visto, meritasse qualcosa in più. Con un giocatore bravo a giocare sul filo del fuorigioco avrebbe punito più di una volta la retroguardia alta dei diavoli rossi. Invece, anche ieri, si è visto un Niang, pardon, un Leao stanco o comunque lontano da standard da prima punta, che cerca di adattarsi in ruolo che non è suo, ma che accetta per il bene comune della squadra.
Non mi va di gettare la croce addosso al portoghese, continuo a pensare che abbia delle qualità, ma credo allo stesso tempo debba crederci lui per primo in quello che fa e in come lo fa.
Nel momento in cui si aprirà lo scrigno che conserva le sue qualità latenti, a quel punto vedremo il vero Leao. Ma dipende solo da lui, anche per evitare di vederlo giocare da qualche altra parte (vedi Silva) e malinconicamente ripensare a quello che poteva essere e non è stato.

D’altro canto potrebbe prendere spunto da un giocatore che in questa fase sta diventando sempre più leader all’interno del gruppo, con prestazioni che hanno attirato l’attenzione di club inglesi e spagnoli. Mi riferisco a Franck Yannick Kessié (classe 1996) autentico giocatore a tutto campo che, in assenza di molti dei suoi compagni titolari, sta trascinando il Milan e lo sta tenendo compatto.
L’ivoriano anche ieri è stato autore di una prova maiuscola, ha cercato in tutti i modi anche la via della rete, c’era anche riuscito con un gran gol che aveva portato in vantaggio i rossoneri. Ma il Var e l’arbitro hanno cancellato (il dubbio resta) il gol per un presunto fallo di mano di Franck nel momento in cui stoppa la palla, prima di indirizzarla alle spalle di Henderson.
Al di là del gol, tanti palloni recuperati e tanta sostanza da parte del giocatore che sta sempre raccogliendo maggiori consensi. Qualcuno spinge affinché la società si sieda il prima possibile ad un tavolo per il suo rinnovo, prima che sia troppo tardi.
Perché come dicevo le prestazioni non sono passate inosservate ed in questo momento i tempi tecnici per un rinnovo ci sono. Anche perché la società è coinvolta in un doppio binario. Il primo relativo ai risultati da conseguire nelle competizioni in cui è coinvolto; nel secondo invece gli interpreti sono i dirigenti impegnati nel rinnovo di giocatori che sono in scadenza di contratto. Giocatori che la società rischia di perdere, perché si è arrivati a trattare con i loro procuratori a scadenza di contratto, nonostante siano stati aspettati e valorizzati e rappresentano un patrimonio societario importante. Per Franck c’è ancora tempo, ma proprio questo tempo non deve essere trascorrere invano o sprecato.
Le sue prime stagioni, con qualche difficoltà, sono uno sbiadito ricordo. Ora l’ivoriano è un leader in campo, in una squadra, dove i leader sono tanti, ma alcuni sono fermi ai box.

Nella notte di Manchester, la notte dei dolci ricordi, dove è facile parlare della gigantesca prestazione di Kessié, del gol di Kjaer, dei giovani che non hanno fatto rimpiangere i titolari, del gol preso da Gigio, il mio pensiero va anche ad un giocatore che fino a questo momento non aveva avuto continuità di presenze e di prestazioni. Mi riferisco a Krunic. Il bosniaco anche ieri non è mi è dispiaciuto, ed anche ieri è stato decisivo. Nel tabellino suo è l’assist per il gol di Kjaer, che ha rimesso a posto all’ingiustizia di veder il Milan sotto nel risultato nonostante abbia dominato e giocato meglio dello United.
Rade non sta facendo rimpiangere Chala, nonostante il turco sia prezioso per gli assist sfornati durante la stagione, e sta interpretando il ruolo in maniera dinamica e propositiva. Forse il Milan, che cerca sul mercato un vice Chala, ha in casa la soluzione (sempre che Hakan firmi il rinnovo del contratto) su cui puntare e su cui credere.
Perché il Milan di coppa fa ben sperare e sa che può contare su ogni componente della rosa.
Se qualche giorno fa le note di “Pioli is on fire” accompagnavano la vittoriosa trasferta di Verona ora, in lontananza, sento una musichetta europea tanto cara a noi milanisti. Sì, perché la prestazione di Manchester è solo un assaggio e chi ieri è sceso in campo ha fatto capire quali siano le intenzioni del Milan per il presente e per il futuro.
Come è bella Manchester di notte!