Forse non tutti si rendono conto che nella sciagurata era Milan post scudetto, la squadra, le sue pseudo certezze rincorse con la bava alla bocca, le sue speranze evaporano con preoccupante regolarità più o meno ad aprile.

Che in panchina siedano veri tecnici (Montella o Mihajlovic) o vecchie glorie riesumate (Brocchi, Inzaghi, Gattuso), a metà primavera svaniscono i traguardi minimi, la presunta solidità di squadra, il collettivo che sembrava in qualche modo amalgamato nel corso di stagioni comunque sempre altalenanti.

E questo altro secondo aspetto costituisce una costante : dalla fine della gloriosa epopea berlusconiana, la squadra gioca un buon calcio, conseguendo buoni risultati di classifica, per un paio di mesi ogni stagione : non esiste un periodo fisso, o all’inizio, o dopo la sosta natalizia; la costante è che al momento di fare i bilanci (un mesetto prima della fine dei giochi), le somme registrano sempre il segno meno. La condizione atletica è imbarazzante, le scoppole sono umilianti, i brocchi in squadra si palesano come funghi in Trentino, le speranze di raggiungere il misero traguardo di turno svaniscono.

A tutto questo si accompagna un’altra combinazione  che forse sfugge ai più: che la società sia rappresentata da Galliani, Fassone o Leonardo si dilegua con perfetto tempismo,  lasciando il malcapitato tecnico di turno (scarso va detto), da solo a biascicare improbabili giustificazioni davanti alla stampa. Inzaghi, Brocchi ed ora Gattuso si ricordano per conferenze più o meno tutte uguali, condite di banalità : questo perché non hanno indicazioni chiare dalla società sul futuro immediato e nemmeno su quello a medio termine.

Trovo questo un atteggiamento vergognoso, che, almeno finora ha sempre significato la stessa cosa : “caro allenatore non ci mettiamo la faccia perché la proprietà di turno non ci ha comunicato alcun progetto, alcuna modalità di come rialzarsi e verso dove proseguire: men che meno ci sta rendendo noto il budget di cui disporremo per coprire le voragini tecniche che puntualmente si sono riproposte per tutta la stagione! Quindi va avanti e inventa!”.

Tornando all’evaporazione delle certezze della squadra ormai da quasi un decennio e puntualmente alla chiusura dei giochi, mi domando se a qualcuno è venuto lo stesso dubbio che è venuto a me : non è che il tecnico c’entri si per una ragionevole percentuale sul sistematico fallimento ed invece c’entri molto l’immancabile campagna acquisti fallimentare della società di turno, che si aggiunge a quelle precedenti?