Come sicuramente avrete notato, uno degli argomenti più in voga di questo periodo, e direi anche giustamente, è rappresentato dagli incendi di natura dolosa che stanno distruggendo il cosiddetto "polmone della terra", ovvero la grande foresta amazzonica. Questo enorme telo di vegetazione copre gran parte del territorio costituente il Sud America e rappresenta il più grande serbatoio, la più preziosa riserva di biodiversità: basti pensare che circa il 10% delle specie animali e vegetali di tutto il pianeta è concentrato in questa enorme superficie. L'importante ricchezza contenuta nelle terre delle Amazzoni rappresenta un inestimabile patrimonio genetico che andrebbe preservato e conservato gelosamente, non solo per l'importanza scientifico-biologica che ricopre, ma anche per un senso di rispetto verso tutte quelle popolazioni vegetali, animali e indigene (perché si, sono terre abitate anche da PERSONE, non solo animali) che da settimana stanno assistendo alla veloce distruzione della loro casa.

Il termine "casa", riferendosi proprio alle terre oggetto della devastazione di cui si sta parlando, è stato utilizzato anche da un famoso personaggio politico europeo, ovvero il presidente francese Emmanuel Macron, che in teoria con il Sud America non avrebbe nulla a che fare, se non per i vari interessi politici in gioco. Con questa parola, però, ancora una volta, si vuole andare a sottolineare la rilevanza  rivestita dall'oro verde che sta bruciando. Sappiamo tutti della fotosintesi clorofilliana effettuata dalle piante grazie alla luce del sole, ebbene, bisogna sapere che all'incirca il 20% dell'ossigeno dell'atmosfera proviene dalla fotosintesi di queste piante, che, appunto per questo motivo, vengono indicate come un vero è proprio polmone del pianeta.

Gli incendi, dicevamo, sono di natura dolosa. Per adesso, il principale indiziato sembra essere niente di meno che il presidente del Brasile Jair Bolsoraro, colpevole di aver dato inizio ad una campagna di deforestazione - a favore di intensivi programmi di allevamento ed agricoltura - che sfrutta proprio la devastante azione del fuoco. Convinto negazionista della teoria dei cambiamenti climatici, il succitato è stato accusato da più parti politiche, ed è stato invitato a cambiare azione di comando, al fine porre in secondo piano l'importanza dell'ambito economico-commerciale per promuovere al primo quello ambientale. Le reazioni da parte del presidente fortunatamente ci sono state, e non si sono fermate alle scontate risposte contro quei leader politici e personaggi pubblici vari che gli si sono opposti: questo ha promesso, infatti, l'intervento dei soldati dell'esercito per aiutare a sconfiggere la dirompente efficacia delle fiamme. Naturalmente con ciò non si è trovata la soluzione al problema, ma è almeno sintomo di un'apertura che potrebbe essere una infinitesimale nota positiva in una condotta politica inadeguata ed insensata, che andava a ledere l'intero pianeta, per un vile fine di lucro, perché di questo si tratta alla fine, sempre è solo di soldi.

Probabilmente adesso vi starete chiedendo: "Va bene tutto ciò, ma cosa c'entra questa tematica con il mondo dello sport? Perché parlarne in un blog dedicato principalmente al tema sportivo?" La mia risposta è questa: "Nulla, con lo sport in generale non c'entra proprio nulla (se non che in proporzione, e se vogliamo aggiungere una nota ironica a questa immane tragedia, stanno bruciando più o meno tre campi di calcio al minuto)! Ma è un argomento che ci dovrebbe stare a cuore a prescindere! La nostra vita dipende solamente dalle nostre azioni, e noi in questa maniera ce la stiamo complicando. Ci stiamo comportando da ospiti ingrati". In fin dei conti Oscar Wilde ci aveva proprio preso dicendo: "...tutti noi guardiamo troppo alla Natura e viviamo troppo poco con essa".

Come amante dello sport, e del calcio in particolare, mi piace pensare alla terra come un pallone: un Super Santos. Non, però, quei Super Santos nuovi di zecca, luccicanti, appena usciti dal negozio: io la immagino più come quel pallone un po' usurato dai calci e che per mano di uno o l'altro bambino, finivano per essere pieni di disegni, scarabocchi e firme varie. "Daii, chi di voi non ha mai fatto un segno col pennarello su quei palloni di plastica!?" Beh... adesso la terra mi appare sgonfia, quasi come se il pallone fosse bucato. E quei disegni stanno scomparendo. Sbiaditi e deformati da un sole dall'intensità sempre più pressante e da dei calci sempre più violenti.

Come giocatori su questo pianeta - ospiti, si diceva prima - non ci resta che cambiare atteggiamento e modificare le nostre priorità, anzi, rimodularle del tutto.

Grandi protagonisti del calcio europeo e mondiale stanno promuovendo la campagna a favore della foresta amazzonica, dimostrando così grande impegno e sensibilità a favore di tale ambito. I loro post sui vari social hanno attirato l'attenzione di milioni di followers, aiutando quindi anche la diffusione delle notizie provenienti dal Sud America. Tra questi sicuramente giocatori dell'America Latina, ma non solo. Vi allego qualche link per notiziarvi, ma avrete sicuramente modo di vedere altri esempi:

CRISTIANO RONALDO https://www.instagram.com/p/B1eXVHMA9AT/?igshid=17nd5ytll2c1z

DANI ALVES https://www.instagram.com/p/B1ZxxBRnxq8/?igshid=1gqct1awpy8i8

PAULO DYBALA https://www.instagram.com/p/B1doucSohbj/?igshid=751mmlp632zn

RICARDO KAKA' https://www.instagram.com/p/B1e1VMdnb37/?igshid=6xsfvm5nud9j


Mi auguro che la lettura sia servita per sensibilizzarvi o almeno informarvi su tali fatti nel remoto caso in cui non ne foste ancora a conoscenza. Con la speranza, comunque, che un giorno si impari cosa sia veramente importante e cosa meno. Con la speranza che l'uomo, in quanto essere vivente più intelligente sulla terra, impari a fare l'uomo. Con la speranza che si impari a vivere.