Parlare dell'ennesima prestazione ignobile della Juventus, forse la peggiore della stagione, pare inutile. Anche perchè l'ho già detto tante altre volte prima e ormai conviene aspettare la fine della stagione, perchè arrivati a questo punto l'unico insegnamento che il "Maestro" Pirlo ci ha dato è che al peggio non c'è mai fine. Una partita talmente povera di contenuti, di gioco e vinta in maniera talmente casuale e immeritata che la cosa più "interessante", o per meglio dire emozionante, è accaduta fuori dal campo, tra le tribune e gli spogliatoi. 

IL FATTO - Stiamo parlando del "confronto" se così può essere definito, tra Paratici e l'arbitro Chiffi, in cui il dirigente bianconero si è lanciato in una polemica ridicola condita da insulti e improperi verso il direttore di gara, parandoglisi davanti insultandolo, in una zona di campo dove non sarebbe neanche potuto stare, rendendosi protagonista in negativo per l'ennesima volta in questa stagione. Sì, perchè non è la prima volta che Paratici si rende protagonista di certe sceneggiate ed è stato anche sanzionato più volte nell'arco del campionato. Sorvoliamo sull'altrettanto ridicola polemica sollevata da Marino, DS dell'Udinese, che lamentandosi per una giusta causa (il comportamento di Paratici), è poi finito a parlare delle solite sciocchezze sulla Juventus favorita in qualche modo (il fallo su Cuadrado era netto, ed è stato confermato da tutti i moviolisti e gli addetti ai lavori, almeno quelli onesti intellettualmente) e rievocando addirittura Calciopoli, denotando una certa vigliaccheria e malafede. Se Paratici merita, e la merita, una dura sanzione con squalifica, allora la stessa cosa mi auguro per Marino, perchè certe accuse sono inaccettabili. Ciononostante il dirigente friulano era partito contestando l'atteggiamento di Paratici, giustamente, sottolinenado come fosse recidivo e augurandosi una squalifica che non è arrivata. Purtroppo.

RECIDIVO - Paratici infatti è stato già multato più volte, prima di essere inspiegabilmente graziato questa volta. Era già successo altre volte quindi, come a Verona dove era stato sanzionato per il comportamento tenuto nei confronti dell’arbitro nel corso della gara contro l’Hellas Verona. Tra le decisioni del giudice sportivo si legge infatti come Paratici, sia stato punito con un'ammenda di 15.000 euro per la seguente motivazione: "In quanto non autorizzato, al termine del primo tempo, negli spogliatoi, assumeva un atteggiamento minaccioso nei confronti del Direttore di gara e gli rivolgeva una critica irrispettosa; recidivo". Trovo inaccettabile che un dirigente abbia questi atteggiamenti prepotenti, odiosi e cafoni, manco fossimo nelle categorie dilettantistiche, dove perlomeno non vengono elargiti stipendi milionari, dove non ci sono società quotate in borsa e che necessitano quindi di una certa credibilità. Ancora peggio se questo dirigente appartiene alla mia squadra e ancora paggio se la mia squadra è la Juventus. La vecchia Signora del calcio italiano, che ha sempre cercato di avere e dare una certa immagine di sè, portatrice dell'omonimo Stile, che si caratterizza per eleganza, classe, coerenza, cultura del lavoro e lungimiranza, ma anche altre sfumature che tratteremo più avanti, alcune delle quali forse sono diventate anche un pò anacronistiche nel tempo.

STILE - Infatti sono convinto che questo stile, in alcuni suoi aspetti, sia diventato anche un pò limitante per il club, e che necessiti di un restyling più moderno e se vogliamo anche un pò più aggressivo, per renderlo più funzionale, più agile, moderno e quando serve anche spregiudicato, ma ci arrivo tra un attimo. Un conto è questo, un conto è invece fare gli arroganti, i cafoni, i volgarotti, ciò che non siamo ma come da troppo tempo stiamo passando anche per colpa degli atteggiamenti di Paratici che però, è doveroso sottolinearlo, non è stato l'unico a far fare alla Juventus delle figuracce dannose per la sua immagine. Pirlo rimane muto per tutta la partita eccetto quando deve protestare con l'arbitro. Tutti si ricordano poi dei calci di Nedved ai cartelloni dopo l'uscita agli ottavi di Champions col Porto, della sua uscita dal campo contro la Fiorentina, abbandonando la squadra quando era più in difficoltà (che Vice-presidente eh...), ma anche in altri episodi si sono registrate proteste, offese del tutto ingiustificabili. Perchè di errori ce ne sono stati a sfavore della Juventus, è innegabile, ma come ce ne sono stati anche per le altre squadre e certe sceneggiate le abbiamo sempre viste fare agli altri, crogiolandoci nella nostra presunta superiorità che ormai, se c'era, è roba passata, scomparsa e sepolta grazie a questi vertici societari che così villanamente ci rappresentano. Al vertice c'è pure Agnelli che forse è stato protagonista paradossalmente dell'episodio più grave. Sì, poichè persino lui che la Juve e il suo stile, inventato da suo nonno di cui porta il cognome più altisonante d'Italia, dovrebbe incarnarlo alla lettera, ha completamente perso la testa avvinghiandosi verbalmente e gestualmente con Conte durante la semifinale di ritorno di Coppa Italia. Le motivazioni di questo nervosismo che si è palesato quest'anno possono essere ricondotte alla frustrazione per dei risultati scadenti, per l'aver visto tutte le mosse e le scommesse fatte sul mercato, sul bilancio, in panchina e in campo, arenarsi in un fallimento, oppure per altro. Possibile, ma io non credo che le persone cambino improvvisamente ed è troppo facile fare i signori ed ostentare eleganza e dignità quando le cose vanno bene, per poi sconfessare tutto ciò appena le cose non vanno. Quindi a mio avviso questi atteggiamenti, seppur ben nascosti, ci sono sempre stati e invece questo presunto stile questa dirigenza, nelle persone che ora la rappresentano, non l'ha mai avuto

INCOERENZA, AMICIZIE E PROTAGONISMO - Si dice che il pesce puzza dalla testa e quindi se il capo-famiglia si comporta in un modo, a cascata i figli, la moglie e i nipoti è probabile che si adeguino. Agnelli fin dall'inizio della sua avventura ha riportato lustro alla Juventus sotto molti punti di vista, soprattutto quello economico-finanziario e commerciale, lasciando la parte sportiva a Marotta, per poi cacciarlo e portarci dove siamo adesso. In quanto all'interpretazione di Agnelli dello stile Juve nel tempo rimango invece perplesso: partendo dall'inizio, la vicenda Del Piero allontanato in malo modo per un capriccio legato ad un anno in più da firmare in bianco, nonostante lui fosse l'incarnazione perfetta dello stile Juve che Nedved non sarà mai. Dunque perchè Del Piero fuori e Nedved dentro? Perchè Conte che se ne va sbattendo la porta viene ostracizzato e Bonucci che fa la stessa cosa invece viene perdonato e fatto capitano? Perchè Marotta viene allontanato e invece a Paratici vengono perdonati errori gravi sul mercato e pagliacciate come quella di Udine? Ne ho sentite parecchie della serie: "Perchè alla Juve c'è uno stile rigoroso", "Se Agnelli si arrabbia sono guai", "Se ti comporti male paghi". A me non pare proprio che sia così, perche mi sembra evidente che ci troviamo in realtà al cospetto di un Agnelli fortemente legato a rapporti di amicizia ai suoi collaboratori che non contestano mai e non esprimono idee. Mi pare che sopravvaluti di molto la considerazione che ha di loro, mancando di riconoscerne gli errori. Questo perchè considera i loro errori come suoi e pare del tutto incapace di accettarli questi suoi errori. Mentre al contrario chi vede emergere oltre la sua figura, chi porta idee diverse, o cerca di adottare strategie precise, in poche parole chi non è uno yes man viene considerato un nemico ed epurato (Del Piero, Marotta, Conte, ecc.). Quindi lo stile Juve non esiste, esiste lo stile Andrea Agnelli, o sei con lui o contro di lui e di conseguenza sei fuori. Per me non può assolutamente essere così perchè la Juventus non è Andrea Agnelli, c'era prima e ci sarà anche dopo di lui. Ed arriviamo quindi a quello che secondo me potrebbe essere lo stile Juve, nuovo e rivisitato per il presente e per il futuro.

IL MIO STILE JUVE - La Juventus ha sempre avuto come punti di forza la programmazione, il guardare più avanti delle altre, la forza di perseguire con coerenza un obbiettivo. Questo con un codice etico-comportamentale che preveda eleganza e classe nel comportarsi e nel parlare, credo siano le basi su cui costruire. Ad esse io affiancherei 3 nuovi concetti che spesso non sono stati adottati, nemmeno prima di Andrea Agnelli. Il primo è l'onestà intellettuale, la capacità di ammettere gli errori, se ce ne sono nella programmazione, perchè si può sbagliare ma serve riconoscere l'errore per porvi rimedio. Come quest'anno, come negli ultimi 2-3 a dire il vero, quanto avrebbe giovato ammettere che si era sbagliato in certi acquisti, in certe scelte per la panchina e avere il coraggio di cambiare? Invece si è perseguito nell'errore, si è continuato ad incaponirsi su scelte che non pagavano. Il secondo è la rivisitazione del concetto di "riconoscenza". Come abbiamo visto in altri grandi club come il Bayern, dare addio ai propri senatori può essere fatto, in modo dignitoso, senza sopportarsi e trascinarsi, quando ancora costoro possono essere rimpianti e non diventano pesi che condizionano la programmazione perchè hanno loro prerogative, devono giocare per forza delle partite o tot minuti, ecc. Nella Juve questo aspetto si è esasperato a tal punto che i senatori arrivano a decidere l'allenatore e tutto ciò è inaccettabile in una grande squadra. Perciò la riconiscenza rimane, ma la Juve non deve più finire in ostaggio di essa e trasformare i grandi rapporti umani in rapporti di amicizia, perchè si deve rimanere professionali. Il terzo ed ultimo aspetto è in realtà una cosa che tanti tifosi chiedono da tempo, cioè una maggiore tutela della propria immagine. Va bene essere superiori e non dare seguito agli isterismi e alle polemiche sollevate ogni volta da tifosi, giornalisti di parte, addetti ai lavori ed altre figure contro la Juventus. Un conto però sono le vociate da bar dei tifosi, un conto è quando alcuni fati sono firmati da professionisti dell'informazione, o presunti tali. Mi pare necessario ricorrere maggiormente a strumenti di tutela, anche in sede legale, (Pistocchi, Varriale, Ziliani sono solo alcuni dei tanti), non tanto per vendetta, ma per non far passare il messaggio che della Juve si possa parlare a sproposito quanto si vuole, senza conseguenze. Questo passa anche attraverso il recupero di una credibilità e di un peso politico ed istituzionale che la Juve ha un pò perduto, in coincidenza  a mio avviso con l'addio di Marotta. Testimonianza di ciò sono le vicende di Juve-Napoli di quest'anno e gli strascichi del caso Superlega.

Perchè la ricetta per tornare al vertice è anche saper cambiare pelle a seconda delle necessità dei nuovi tempi e la Juventus deve sapersi reinventare come ha già fatto altre volte, ma stavolta mettendo in discussione tutto, persino se stessa. Ci riuscirà?